OTTOBRATA
di alcambi su Satira il 25 Ottobre 2006
Ho perso un anno polemicamente
a scrivere versetti interamente
sugli uomini di stato per stanare
le molte ambiguità del governare
Un anno perso chi te lo ripaga
un anno della vita per la saga
d’impavidi altruisti e ciarlatani
ma dalla vertà sempre lontani
Espongono impettiti l’orazione
ad impartire sempre la lezione
al volgo d’ignoranti e di cretini
per la felicità dei cittadini
Si ergono in tivù col loro verbo
sfoggiando la virtù tenuta in serbo
e promettendo a tutti i benefici
che si otterranno con i sacrifici
Un bel progetto solo più avanzato
che serve alle finanze dello stato
volto a ridurre l’indebitamento
vorrei vedere chi non è contento
Mille trovate e varie amenità
dette a vantaggio della società
non merita neppure ricordare
per non guastarsi il liquido biliare
Ma in fondo sono poco convincenti
e non si vede affatto queste menti
esser capaci esprimere un pensiero
che corrisponde al bene quello vero
A loro importa solo del potere
che si conserva in nome del sapere
potere che proviene dal consenso
per tutte le ambizioni senza senso
La loro scuola vien dalle frattocchie
per vecchi sagrestani da parrocchie
ogni sberleffo tendono a ignorare
giammai gli è detto devi replicare
Quasi trascorso l’anno son finito
a meditare stanco ed avvilito
se val la pena ancora dileggiare
i bravi ometti forti a governare
La nebbia guardo fisso alla vetrata
che brumosa non sale agli irti colli
e nasconde la palude con gli atolli
ed invade ogni terra colorata
Le fonti alogenate ha pur sopito
nel mare senza luce a resettare
vasti silenzi attesi a respirare
e la siepe che esclude l’infinito
La quiete è sol farcita di lamenti
camionale che non vedi eppure senti
lamenti di autotreni son fuggenti
ad inseguir bagliori quasi spenti
Oh scorcio di natura e d’emozioni
con indolenti avvisi di tensioni
infondi ognor pacate sensazioni
amate per fugar le indignazioni
alcambi
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