Caro K.,
ti scrivo per esprimerti un mio personale disagio.
In questi giorni l’argomento principale di dibattito in internet, sui giornali e checchè se ne dica anche nelle televisioni è stato l’ormai plurinominato VaffanculoDay organizzato da Grillo ed il suo staff. Nei giorni passati mi sono lasciato un po’ prendere la mano nell’esprimere la mia personale contrarietà ad una manifestazione di piazza e di massa come questa, aggiungendo anche qualche obiezione in riferimento al testo di legge integrale (non la sua sintesi) che poco condivido e che potrebbe avere dei profili in violazione di trattati internazionali.
Nei commenti mi viene scritto, da un blogger che stimo profondamente (JP), che no, non ci sarebbero profili di incostituzionalità.
Va bene, mi fermo qua, ho ammesso di non essere un giurista e di non poter andare così nel profondo di una legge.
Nonostante nel passato abbia sempre cercato di partire da testi di legge, li abbia analizzati nello specifico, perdendo anche giornate intere per tentare di portare qualche possibilità di informazione in più. Poi ti senti dire che “non hai mai letto un bando di concorso” che “fai pena” che “sei qualunquista” e un po’ ti viene da ridere, ma poi ti viene da starci un po’ male.
La coerenza con le proprie idee è l’ultimo baluardo per continuare a fare quel che si fa, per non cadere nel baratro dei voltagabbana che pensano a comando o semplicemente per interesse. Perciò non desisto.
Però mi dispiace che alcune parti del mio pensiero sul V-Day siano state lette come affini alle parole di gente come Fini, Bossi, Craxi (Bobo), Casini ed altra gente che avrebbe fatto molto meglio a starsene zitta ed ignorare il V-Day come hanno fatto altri.
Loro però hanno un motivo, un interesse per esprimersi contro Grillo: debbono difendere i propri interessi di casta, gli interessi di un’oligarchia che spesso e volentieri nessuno del popolo ha scelto. Una completa distorsione di quello che dovrebbe significare Democrazia, ossia sovranità popolare. Che è solo un significato formale, il significato sostanziale è tutt’altro.
Il popolo non è sovrano, è suddito.
Il governo non è retto dal popolo, è retto da una circostanziata oligarchia.
Il governo non è scelto dal popolo, non è scelto dal singolo cittadino – one man, one vote – è scelto comunque da un voto organizzato. Dai partiti.
Qui invece io non ho nessun interesse da difendere, neanche consociativo. Sono solo, come lo siamo tutti davanti allo Stato.
La brevità dello spazio disponibile su un blog prima che il lettore si stufi di leggere obbliga sempre ad una sintesi del proprio pensiero, spesso quindi non si riesce ad approfondire e si lasciano dei messaggi fraintendibili ed ovviamente criticabili, come qualsiasi parere. Almeno la libertà d’espressione ci è garantita, perlomeno in uno spazio indipendente e libero come il mio.
Non credo nei partiti e non ho alcuna intenzione di parteciparvi.
Così come credo nel completo fallimento del progetto “liberaldemocratico”, la Democrazia, che si è imposta come forma di governo verso cui tutti gli Stati dovrebbero aspirare e se non lo fanno da soli, che lo imparino con la forza.
La Democrazia è diventata una nuova religione, una nuova concezione teleologica applicata ad una forma di governo. Pensatori come Popper accostarono la Democrazia alla Ragione, quella pura diciamo, e pur negando qualsiasi finalismo storico descrive la Democrazia come lo scopo cui deve tendere l’umanità intera.
Tutte le forme di governo del passato, antiche monarchie in cui il popolo ubbidiva al Re per devozione e non per schiavitù, le aristocrazie che si basavano sulla meritocrazia, il feudalesimo, e soprattutto le dittature pensavano di sè stesse ciò che pensa la Democrazia. “Il migliore dei governi possibili” e verso cui la natura umana dovrebbe tendere. La Democrazia, a confronto delle prime 3 elencate, non è di certo migliore.
E’ solamente il modo migliore per far credere al popolo di essere libero.
In Democrazia la pace interna è auto-conservazione, e quindi necessaria. E’ una pace utilitaristica, più che una pace raggiunta con l’evoluzione del pensiero umano. A nessun governo interessa far scatenare guerre interne, soprattutto perchè è lo Stato a detenere il potere della violenza legalizzata. Il cittadino è svuotato perfino della possibilità di potersi ribellare con la forza, la ribellione naturale degli animali in gabbia, per paura di ritorsioni da parte dello Stato.
La Democrazia è un metodo, un contenitore, non è un valore in sè e non propone alcun valore.
Ti giuro caro K., tutto ciò che ho scritto è importante.
Criticare Grillo ed il V-Day non significa credere ciecamente nello Stato, nei partiti e negli oligarchi.
Significa esprimere una reale paura.
L’Italia ed il mondo hanno già vissuto esperienze di piazza in cui un singolo personaggio carismatico lancia i suoi proclami dall’alto, messaggi facili da comprendere per il popolo, facile propaganda per le masse. Il carismatico proclama, urla, fa le sue pause per accogliere gli applausi.
La folla esulta, acclama, grida VivaViva. E’ agghiacciante.
Nel 2007 si può dire, non possiamo di certo nascondere la testa sotto la sabbia ancora, ma anche Mussolini ha vissuto lunghi anni di consenso.
La storia successiva ha tentato di deviare il discorso, ma è ormai un fatto assodato che per lunghi anni il consenso ricevuto era per lo più reale e non imposto. Non sto difendendo il Fascismo e non sto dicendo che tutta l’Italia desse il suo consenso, anzi.
Ma una buona fetta scendeva in piazza, ad applaudire, a gridare, ad annuire ai proclami di forza del proprio Duce. Volontariamente. Credendoci per davvero.
Bisogna diffidare sempre dall’accentramento del potere su di Uno. Soprattutto se si proclama portatore della Verità. Se inneggia, se fa propaganda.
E non mi si venga a dire “200.000 voti li chiami populismo?”. Il populismo viene prima, il populismo è propaganda rivoluzionaria, l’azione quindi viene dopo che si è stati convinti.
Anche Hitler è stato votato con regolari elezioni, ve lo siete dimenticati?
Amico mio, questo significa pensarla da qualunquisti?
Significa, secondo te, dire “tanto non cambierà mai niente” oppure “è tutto un magna magna” “fa tutto schifo”?
Non lo so caro K., ma non credo. Altrimenti non sarei qua a rodermi il fegato o a spulciare libri, leggi e l’intera rete per tentare di dare qualcosa.
Questo per me significa non accettare che qualcuno, tantomeno Uno, mi dica ancora come debba pensarla.
Lo slogan di terzo occhio è “Pensa da solo, sii fonte di domanda”. Ed io mi pongo costantemente delle domande, per primo su me stesso. E provo a pensare da solo, ovviamente a rischio di sbagliare.
In Italia non siamo abituati a pensare da soli. Abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci dica come-dove e perchè.
Pensa all’ironia: per ascoltare i suoi proclami il Duce neanche faceva pagare il biglietto. Così, per dire.
Ecco caro K., io credo che qualcosa cambierà invece. Anche in maniera quasi spontanea, la Democrazia, come tutte le forme di governo del passato, è destinata ad implodere. Che sia per l’avvento di qualche causa scatenante o per l’arrivo di un nuovo capo-popolo che riesca ad accentare su sè stesso i malcontenti del popolo verso la politica e la classe politica.
Credo nei Movimenti, quelli con la M maiuscola, e non le mobilitazioni di massa. Quei movimenti organizzati che funzioni da-molti-a-molti e non da-uno-a-molti. Capisci cosa intendo?
Non smetterà mai di chiedere giustizia, legalità, onestà e libertà, quella vera, in ogni sua forma.
Non è libertà quella che ti chiede di scegliere tra 2 candidati l’uno specchio dell’altro.
Non è libertà quella che ti fa scegliere tra 4-5 marche di cellulari, è sudditanza.
Continuerò a pensare tutto questo, nonostante vengano a dirmi che faccio schifo, che faccio pena, che sono una capra ignorante ipocrita ed opportunista. Perchè non è così, perchè porto avanti un pensiero sino alla fine, perchè non ho proprio niente da cui trarre vantaggio.
Continuerò a fare quel che faccio. Ma da solo, o assieme a qualcuno con gli stessi obiettivi.
I capipopolo mi danno l’orticaria.
Con affetto
Fabio
Update
Leggere il post Il cosa e il come di Daniele Luttazzi.
Una ventata d’aria fresca. Ora mi sento meglio