Update 18/11: Ricardo Levi tramite il sito del Partito Democratico annuncia l’eliminazione del capitolo internet dalla proposta di legge in Parlamento. Specificando, sempre che ne fosse ancora la necessità, che è assolutamente assurda l’impostazione che avrebbe visto i semplici blog equiparati ad “attività imprenditoriali”. Leggere sotto per capire.
Togliete le manette alla mia sidebar. Non toccatemi gli AdSense. FriBlogga! I fascisti vogliono rubarmi il diritto di parlare dei telefonini che mi mandano a casa. Io voglio parlare dell’IPhone!
Sì insomma, avete capito. Si parla ancora della famigerata proposta di legge Levi, a suo tempo ribattezzata Levi/Prodi, stavolta – ovviamente – Levi/Veltroni. Parliamo della proposta di legge n. 1269 presentata il 9 giugno 2008 dal deputato Levi e nuovamente in discussione alla Camera dei Deputati.
Vorrei dilungarmi il meno possibile, perchè non se ne può veramente più di questo inutile bailamme basato sul niente che fa tanto gridare la regime, all’argentina e alla minchia fritta. L’isteria collettiva è sempre dietro l’angolo, basta dare una letta ai titoli dei post che riprendono l’articolo di Punto Informatico. Come spesso accade la colpa è del solito Beppe Grillo – ossia la Casaleggio – che interpretano a modo loro una proposta di legge che dice tutt’altro.
Qualcuno si ricorderà che qui sopra ne avevamo parlato già qui e successivamente qui riprendendo un’ottima analisi di Luca Lodi che molto semplicemente spiegava ai blogger di stare tranquilli: non eravamo coinvolti. Ancora di più oggi: non siamo coinvolti.
Il problema di quella proposta di legge – leggasi proposta e quindi non legge – era la poca chiarezza sul “prodotto editoriale” soprattutto in riferimento ai prodotti indipendenti su internet, blog in particolar modo. Beh, questa volta i blog sono stati considerati e formalmente esclusi.
Dove?
All’interno della relazione possiamo leggere chiaramente:
L’articolo 8 prevede l’obbligo di iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione per i soggetti che svolgono su internet attività editoriale, estendendo altresì a questi ultimi la normativa sulla responsabilità per i reati a mezzo stampa.
Nel comma 3 viene espressamente escluso l’obbligo dell’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione per i prodotti, come i cosiddetti « blog », che non costituiscono il frutto di un’organizzazione imprenditoriale del lavoro.
E quindi andiamo all’articolo 8, comma 3 che per l’appunto recita – pur senza nominare espressamente i blog – :
Sono esclusi dall’obbligo dell’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un’organizzazione imprenditoriale del lavoro.
C’è chi ha detto scempiaggini del tipo: “ma se io metto le pubblicità (ads) mi può venire a casa la polizia e sequestrarmi tutto quanto, incendiarmi i notebook e cancellarmi tutti i miei preziosi contenuti onlain! Senza neanche un backup!” Sì insomma, avete capito.
Mettere gli adsense non comporta necessariamente l’essere un‘organizzazione imprenditoriale del lavoro.
Quindi purtroppo ciò che scrive Grillo non è vero:
– ogni blog è equiparato a un prodotto editoriale
NO.
– ogni blog che pubblica Adsense di Google o banner può risponderne all’Agenzia delle Entrate:
NO.
– ogni blog deve iscriversi al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione)
Assolutamente NO.
– ogni blog è soggetto alle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa
Questo sì, ma non c’entra nulla con la proposta di legge Levi. Purtroppo rendere pubblica la propria opinione può far incorrere nei reati di diffamazione, calunnia e altro. E’ il potere della querela che andrebbe combattuto, perchè si può incappare troppo facilmente in beghe legali anche solo con un blog. (a qualcuno ricorderà qualcosa)
– ogni blog che non si iscrive al ROC può essere denuciato per il reato di “stampa clandestina“: due anni di carcere e sanzioni economiche.
Anche questo non c’entra con la proposta di legge Levi, ma c’è rischio che accada. Il caso di Carlo Ruta di cui ho scritto è sintomatico ed ha aperto un pericoloso precedente.
Perchè Grillo si preoccupa? Semplicemente perchè la sua E’ un’attività imprenditoriale.
“È imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi”
Fate sogni tranquilli che le vostre sidebar non ve le toglie nessuno.