Expo Coincidence

di SKA su ControInformazione il 30 Ottobre 2008, 09:10

L’Art 14, comma 1 della legge 133 recita (mi dispiace, per capirci qualcosa bisogna leggerla):

Expo Milano 2015

1. Per la realizzazione delle opere e delle attività connesse allo svolgimento del grande evento EXPO Milano 2015 in attuazione dell’adempimento degli obblighi internazionali assunti dal governo italiano nei confronti del Bureau International des Expositions (BIE) e’ autorizzata la spesa di 30 milioni di euro per l’anno 2009, 45 milioni di euro per l’anno 2010, 59 milioni di euro per l’anno 2011, 223 milioni di euro per l’anno 2012, 564 milioni di euro per l’anno 2013, 445 milioni di euro per l’anno 2014 e 120 milioni di euro per l’anno 2015.

L’Art 66, comma 13 invece:

In relazione a quanto previsto dal presente comma, l’autorizzazione legislativa di cui all’articolo 5, comma 1, lettera a) della legge 24 dicembre 1993, n. 537, concernente il fondo per il finanziamento ordinario delle università, e’ ridotta di 63,5 milioni di euro per l’anno 2009, di 190 milioni di euro per l’anno 2010, di 316 milioni di euro per l’anno 2011, di 417 milioni di euro per l’anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013.

Ecco.
Non stiamo pagando la crisi, stiamo pagando l’Expo.
O meglio, le speculazioni previste per l’Expo 2015. Di Milano, eh. Così, per ricordarlo.

Update 31 Ottobre:
Nemo fa due somme semplici semplici, che avevo tralasciato per uno scarto di un paio di anni nel primo articolo citato. Lo stanziamento per l’Expo equivale a 1486 milioni di euro, mentre i soldi tagliati dal fondo universitario equivalgono a 1441,5 milioni di euro. Il 97% circa dei fondi stanziati per l’Expo.
Bello no?

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Fascism for dummies #1

di Camerata Stizza su ControInformazione, Propaganda il 27 Ottobre 2008, 00:55

Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza.
Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura.

Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle.

Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private.

Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo apertamente trasformare le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tenere d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.

L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico.

Questo è il punto.
Dare alle scuole private denaro pubblico

(Piero Calamandrei in “Scuola Democratica”, 20 marzo 1950.)

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Education is the enemy

di Camerata Stizza su Propaganda il 22 Ottobre 2008, 18:19

Image from aperfectcircle.com

Una scuola autoritaria prepara a una società autoritaria.
Daniele Luttazzi, 21 Ottobre 2008

Polizia nelle università.
“Non permetterò l’occupazione delle università. L’occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell’applicazione della libertà, non è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che vogliono studiare”
Convocherò oggi il ministro degli Interni, e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell’ordine per evitare che questo possa succedere
Silvio Berlusconi, 22 Ottobre 2008

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Dio è su Google Maps

di Reverendo SenzaDio su L'ora di religione il 21 Ottobre 2008, 15:29

Dio non ha una casa.
Il giudice del Nebraska dice che “non è stato possibile reperire un indirizzo ufficiale di Dio”.

Questo perchè il senatore Ernie Chambers aveva deciso di far causa a Dio in persona in quanto responsabile “delle continue minacce terroristiche, con conseguenti danni per milioni e milioni di persone in tutto il mondo” e per aver “distribuito, in forma scritta, documenti che servono a trasmettere paura, ansia, terrore e incertezza, al fine di ottenere obbedienza”.

Hey, ma per queste cose non c’è alcun bisogno di scomodare Dio.
L’indirizzo giusto è questo:

Prefettura della Casa Pontificia
00120 Città del Vaticano
Tel. +39.06.69884857 fax +39.06.69885863

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Ad Carnevale tutto è lecito

di SKA su Satira il 15 Ottobre 2008, 00:33

E’ tutto un parlare di leggi ad personam, ma nel concreto si scopre che sono tutte minchiate.

“L’articolo 36 del decreto legislativo 5 aprile 2006 n.160, come modificato dall’articolo 2 comma 8 della legge 30 luglio 2007 n.111, è abrogato”

Voi ci vedete scritto il nome di Corrado Carnevale?1

  1. Riferimenti 1234 []

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Mettete dei fiori nei vostri manganelli.

di SKA su La dimanche des crabes, Satira il 11 Ottobre 2008, 18:51

Nel giorno in cui si viene a sapere della morte di Joerg Haider – che viva in pace nel regno dei bianchi nei cieli – mi arriva una curiosa email con oggetto “aggiornatevi”. Firmata “Fascista”.

Uno che si firma “Fascista” e dice agli altri “aggiornatevi” rende vano qualsiasi tentativo di satira ulteriore. Il Camerata ci rammenta di un caso trattato nel lontano aprile 2007, ossia quello del tal Alberto Castagna che si sobbarcò il grave fardello di ricostituire il Partito Fascista Repubblicano con tanto di nome a dominio e tesserina da 40 euro da pagare su postepay.

La buona novella è presto detta: dichiararsi fascisti non è reato, perdìo! Essere fascisti, finalmente, non è più reato. Scendiamo in piazza, manganelli alla mano – senza perseguire finalità antidemocratiche – proponendo l’uso civile della violenza quale metodo di lotta politica. Torniamo a sventolare fieri la nostra visione corporativista e totalitaria dello Stato, senza però propugnare in alcun modo la soppressione delle libertà garantite ne tantomeno denigrare la democrazia.

Razzisti noi? Ma vi siete visti allo specchio piuttosto? Noi siamo per l’accoglienza, mai ci sogneremo di svolgere propaganda razzista. Siamo fascisti, mica bestie.

D’altronde non è vietata la costituzione e l’attività di movimenti che facciano propria non l’intera ideologia del disciolto partito fascista, ma soltanto alcuni punti programmatici dello stesso. E nel 2008 un camerata che si dichiara fieramente fascista vuole solo poter perseguire esclusivamente finalità democratiche, mi sembra evidente.

Mettete dei fiori nei vostri manganelli.

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C’è crisi dappertutto

di SKA su ControInformazione, Satira il 7 Ottobre 2008, 21:06

Non c’è niente di cui essere preoccupati.

La finanza italiana ce la farà. Le banche italiane non corrono alcun rischio, semplicemente perchè in questi anni tutti i rischi bancari ce li siamo messi dentro casa noi dando a loro gli utili. Ossia i nostri risparmi.

Noi gli diamo i soldi, loro ci restituiscono i rischi sotto forma di obbligazioni bancarie, mutui rigorosamente a tasso variabile e derivati. Sempre che tutto questo significhi qualcosa.

Prima di piangere bisogna trovare una buona ragione per farlo. E non tutti hanno obbligazioni Goldman Sachs e Unicredit.

Non c’è niente di cui essere preoccupati. Almeno fino a quando non saranno i piccioni a portare da mangiare a voi.

Finché saremo qui davanti a leggere minchiate sui blog significa che la situazione non è poi così grave. Il problema verrà quando inizieremo a mangiarci i tasti del portatile.

Addendum 23.35:
Walter Veltroni (who?) da sotto al tappeto di Ballarò implora: “Se il capo del governo ci chiama, siamo pronti a collaborare per far fronte all’emergenza”. Berlusconi: “Me ne frego, non so bene se mi spiego”1

Sempre Veltroni paragona sè stesso ed il PD (what?) a Barack Obama.
Hey Veltroni, guardati allo specchio: sei bianco, non sei Obama!
Guarda anche nelle mutande. Ci credi ora che non sei Obama?

  1. Albione la dea della sterlina / S’ostina vuol sempre lei ragione / Ma Benito Mussolini / Se l’italici destini sono in gioco può ripetere così / Me ne frego non so se ben mi spiego / Me ne frego con quel che piace a me / Me ne frego non so se ben mi spiego / Me ne frego con quel che piace a me – link - []

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Consumisti divini

di Reverendo SenzaDio su L'ora di religione, Satira il 6 Ottobre 2008, 12:36

Crisi economica
Il Papa: “I soldi non sono niente, solo la parola di Dio è una realtà solida”
Boom di fedeli che provano ad acquistare il pane con la parola di Dio. E ricevono come risposta la parola vaffanculo.

E’ vero però, i soldi e le cose materiali non sono niente. Ve lo dice uno con stola di ermellino ed il trono d’oro.

Questo significa che da oggi in poi il miliardo di euro circa proveniente dall’8 per mille verrà convertito in “parola di Dio”?

Ed i 478 milioni di euro per pagare gli insegnanti di religione? Da oggi in poi riceveranno una pacca sulle spalle ed un crocefisso profumato in omaggio?

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La vittoria dell’antistato

di SKA su Antimafia il 3 Ottobre 2008, 13:01

“E’ vergognoso che a sedici anni di distanza dall’assassinio di Paolo sono stati messi in galera gli autori materiali della strage ma non sono stati ancora colpiti, in nessuna maniera, gli ispiratori. Alcuni ritengo che si trovino all’interno dello Stato.”

Oggi di mafia si sente parlare di meno – ha proseguito – anche perché la mafia, così come la criminalità organizzata, ha cambiato strategie, tanto che diventa più difficile combatterla. Ci sono ancora oggi giudici coraggiosi che hanno tentato di combatterla, ma a differenza di una volta, oggi non vengono più uccisi. Da una parte, infatti, vengono tolti alla magistratura quegli strumenti che servirebbero per condurre la guerra alla mafia; dall’altra, i giudici scomodi vengono rimossi o trasferiti, in modo che non riescano più a fare il loro lavoro.

E’ lo Stato che ha ucciso mio fratello! I mandanti dell’omicidio di Paolo e dei ragazzi della sua scorta non pagheranno mai per quell’orribile strage, perché lo stato non può processare se stesso! (cit. Sciascia)

Salvatore Borsellino

La mafia ha vinto, perché non ha più bisogno di bombe per farsi sentire.
L’antistato è lo Stato.

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L’incompatibile

di SKA su Notizie Commentate il 3 Ottobre 2008, 00:53

Avrete letto l’articolo “il Lodo previsto”.
Ora il Pm De Pasquale ha già un fascicolo aperto su di lui per verificare “se per De Pasquale non si sia determinata una situazione di incompatibilità ambientale o funzionale; cioè se non sia il caso di trasferirlo d’ufficio da Milano o dalle sue funzioni di pubblico ministero.”

Questo per aver definito criminogeno il Lodo Alfano mentre sollevava l’ovvia eccezione di costituzionalità dello stesso con dichiarazioni “lesive del prestigio delle più alte cariche dello Stato e delle istituzioni costituzionali” a detta di Anedda e Saponara. (due gentiluomini del PDL. Ovviamente.)

Capito dov’è l’equivoco?
Secondo loro Alfano avrebbe anche un prestigio.

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Pane, Mafia e Cassazione

di SKA su Antimafia il 2 Ottobre 2008, 16:06

(Riceviamo e pubblichiamo)

Su richiesta della Dda di Palermo, il 17 giu­gno scorso otto per­sone sono state arrestate in varie località italiane con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in at­ti giudiziari, peculato, ac­cesso abusivo a sistemi informatici e rivelazione di segreto d’ufficio. Tra gli arrestati Rodolfo Gra­cini, faccendiere con soli­de amicizie in ambienti politici ed ecclesiastici ro­mani, Michele Accoman­do, noto imprenditore di Mazara del Vallo arresta­to nel 2007 per mafia e condannato a 9 anni e tre mesi di carcere, Calogero La Licata, funzionario del ministero delle finanze in servizio ad Agrigento, Guido Peparaio, impiega­to del ministero della Giustizia in servizio pres­so la cancelleria del se­conda sezione della Corte di Cassazione e France­sca Surdo, poliziotta pa­lermitana impiegata nella segreteria del direttore del Servizio centrale ope­rativo della polizia di Sta­to. In manette anche gli imprenditori agrigentini Calogero Russello, 68 an­ni, in passato già indaga­to per mafia, e Nicola Sorrentino.

Secondo l’ipotesi investigativa su cui si fonda l’inchiesta denominata “Hiram”, il gruppo, composto da al­cuni elementi direttamen­te aderenti (come Acco­mando) o comunque vicini a logge massoniche, si adoperava dietro il paga­mento di ingenti somme di denaro per l’insabbia­mento di processi penali in Cassazione, al fine di far maturare i tempi di prescrizione.

Tra le pratiche trattate, anche quelli di esponenti di spicco della mafia tra­panese e agrigentina. Il costo di servizio si aggira­va sui 20mila euro. Inte­ressati al rallentamento dei procedimenti non sa­rebbero state solo fami­glie mafiose ma anche semplici cittadini come Renato De Gregorio, gine­cologo palermitano, con­dannato in appello per violenza sessuale e anch’esso destinatario di un provvedimento di cu­stodia cautelare.

L’inchie­sta, è coordinata dai pm Fernando Asaro, Pieran­gelo Padova, sotto la gui­da del procuratore aggiun­to Roberto Scarpinato e dello stesso procuratore capo di Palermo France­sco Messineo. Tra gli in­dagati a piede libero an­che Stefano De Carolis, Gran Maestro della Serenissima Gran loggia Unita d’Italia, e il sacerdote gesuita Ferruccio Romanin, rettore della Chiesa di Sant’Ignazio di Roma, accusato di concorso ester­no in associazione mafio­sa per aver scritto lettere indirizzate ai giudici finalizzate a condizionare il giudizio su alcuni imputa­ti di mafia. Tra le persone per le quali si sarebbe speso il sacerdote anche Epifanio Agate, condan­nato nel 2002 a 18 anni per traffico di stupefacen­ti, figlio del capomafia trapanese Mariano Agate.

Tratto da Narcomafie, a cura di Marco Nebiolo, Luglio-Agosto 2008, p. 23.

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Il Lodo previsto

di SKA su ControInformazione il 26 Settembre 2008, 13:19

Come già ampiamente previsto su queste pagine il Lodo Alfano, ex Lodo Schifani, ha già ricevuto l’eccezione di costituzionalità da parte di un pubblico ministero. Tocca al pm Fabio De Pasquale farsi carico di palesare ciò che era già ovvio da tempo, ed ora toccherà di nuovo alla Corte Costituzionale bocciare il Lodo.

Avevamo già spiegato approfonditamente nell’articolo “Lodo Schifoso” i motivi per cui questo nuovo decreto si sarebbe dovuto considerare come incostituzionale, soprattutto in riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale n. 24 del 20 gennaio 2004 che dichiarò illegittimo l’allora Lodo Schifani. Le stesse cose che ribadisce ora il pm De Pasquale durante il processo Mediaset per presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi. Coincidenze.

Leggi anche:

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La corruzione è la nostra unica speranza

di SKA su ControInformazione, Satira il 24 Settembre 2008, 22:23

La corruzione è la nostra unica speranza. Finché c’è quella, i giudici sono più miti, e in tribunale perfino un innocente può cavarsela. (Bertolt Brecht)

C’è chi pensa che il Botswana, Taiwan, la Corea del Sud, il Bahrain o il Bhutan siano paesi addirittura più sviluppati dell’Italia. Dicono che in paradisi come questi si viva meglio, ci sia una qualità della vita di gran lunga superiore a quella italiana.

Ecco tutti questi paesi non possono però fregiarsi dell’onorevole 55° posto nell’indice di percezione sulla corruzione stilato come ogni anno da Trasparency International. A parimerito abbiamo le Seychelles, mentre sotto di noi – così, per dire – troviamo la Namibia. Penultimi in Europa siamo scesi di 14 posizioni dai dati del 2007 e possiamo ancora migliorare. C’è chi se la cava meglio infatti, tipo la Somalia. Dovremmo prendere esempio da loro, non possiamo fare queste figure a livello internazionale. Salvaguardiamo il Made in Italy.

Trasparency International stila ogni anno un’indice che classifica 180 paesi in base alla percezione della corruzione nel settore pubblico su una scala di voti da zero a 10, dove lo zero indica i livelli più alti di corruzione. Per corruzione si intende quella nel pubblico settore e l’abuso d’ufficio per vantaggio personale. Il nostro voto è 4,8. Il Qatar ha un voto di 6,5. Il solito paese del terzo mondo che non apprende da paesi avanzati come il nostro. (Tabella)

Stiamo pur sempre parlando di corruzione “percepita”. E’ per questo che siamo al 55° posto.

Per il 2009 la stima prevede il crollo dell’Italia di altre 15/20 posizioni circa, per ristabilire l’equità nella comunità internazionale. Non è accettabile venir considerati meno corrotti di quegli Zulù dei Ghanesi.

La corruzione è la nostra unica speranza.
La corruzione è cosa nostra. Salvaguardiamo il Made In Italy.

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La tissotropia di San Gennaro

di Reverendo SenzaDio su L'ora di religione il 19 Settembre 2008, 13:17

Ogni anno il presunto sangue di San Gennaro si liquefa nel Duomo di Napoli, fedeli e autorità ecclesiastiche gridano puntualmente al miracolo. Oramai è più un’abitudine che altro, un rito periodico ed un po’ stanco a cui tutti abbiamo più o meno fatto il callo. Così come abbiamo fatto il callo alla disaffezione verso il nostro naturale senso critico. E’ più facile credere in qualcosa di probabilmente inspiegabile che non provare a porsi qualche domanda su qualcosa di spiegabilissimo.

Molti avranno letto o ascoltato le razionali spiegazioni sulla liquefazione del presunto sangue di San Gennaro. E’ sempre bene ribadire, anche solo per stimolare il senso critico.
Sangue “presunto” perchè innanzitutto non è sangue, è un composto di ferro semisolido che diventa più fluido “se sottoposto a una sollecitazione meccanica, come piccole scosse o vibrazioni, tornando allo stato precedente se lasciati indisturbati”. Questo processo, comune, ma spesso poco conosciuto e considerato, è chiamato Tissotropia.1

Stiamo esercitando un processo tissotropico quando scuotiamo il Ketchup che da semisolido diventa improvvisamente fluido. Oppure quando maneggiamo un barattolo di vernice solidificata. Questo è ciò che succede all’interno delle due bottigliette di San Gennaro.

Un trucco. Molto probabilmente quel composto è stato creato nelle botteghe d’arte del 1300 per altri scopi decisamente meno alti e sicuramente più onesti. Il composto riprodotto in laboratorio dal Cicap contiene: “l carbonato di calcio, presente ovunque, per esempio nei gusci d’uovo, che ne sono una fonte pura al 93.7%; il sale comune; l’acqua. Il quarto e’ il cloruro ferrico.” Dalle indagini svolte si è scoperto che il cloruro ferrico era presente in natura sul Vesuvio o su altri vulcani attivi. Quindi facilmente reperibile da curiosi artisti o alchimisti.

Tutte le informazioni più dettagliate sono state tratte dal sito del Cicap, alle voci:
Indagine sul sangue di San Gennaro, di Franco Ramaccini
A Thixotropic mixture like the blood of Saint Januarius (San Gennaro), “Nature”, vol.353, 10 oct 1991.

  1. o Tixotropia : fenomeno per cui un gel può passare allo stato liquido per effetto di agitazione o di vibrazione, ritornando a coagulare quando l’azione meccanica viene sospesa. Vedi anche qua []

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Ringo pipol

di SKA su La dimanche des crabes il 16 Settembre 2008, 17:59

Il ringo. Un biscotto che è riuscito ad instillare nella nostra cultura la forza dell’integrazione mediata da una sottile crema alla vaniglia. Il ringo non divide, ma unisce. Basta guardare quante persone rinominano le loro foto col titolo “Ringo People”, uno slogan incisivo, immediato, simbolo di appartenenza. Poi quel gesto. I due ragazzi, bambini, adulti, con differente colore della pelle che si danno il “5”. Si danno il 5 senza cremina in mezzo, uniscono i propri la propria epidermide in un unico afflato. E vedi che alla fine è solo una questione di epidermide. La crema non c’entra niente, neanche il cacao. Neanche la vaniglia. Batti il 5 e fai parte di un’unica cosa.

L’assurdità dell’uomo riesce però a scavalcare completamente quelle scale valoriali che ci siamo auto-costruiti nel nostro intimo. Per noi – soprattutto noi degli anni ’80 – dire Ringo significa Ringo People, Ringo People significa integrazione, integrazione significa che bianchi e neri possono battersi il 5 senza problemi o preconcetti.

Ora il Ringo si trova messo in mezzo ad una tragedia tra bianchi e neri. Tra bianchi e negri. Tra bianchi e non bianchi. E a questi piace solo la vaniglia, non c’è verso. Il cioccolato non lo voglio, toglimi quel cazzo di cioccolato da davanti agli occhi. Io mangio la cremina, il biscotto alla vaniglia, ma il cioccolato mi fa schifo. Lo butto. Lo frantumo.

Io ho un pacchetto di Ringo in mano. Ho in mano il potere della tolleranza e dell’integrazione. Battiamoci il cinque e passa tutto.
Io ho una spranga.

Da domani i Ringo torneranno ad essere solo alla vaniglia.
Agli italiani non piace il cioccolato.

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I Vilipendiati

di SKA su Notizie Commentate il 13 Settembre 2008, 20:36

Facciamo così. Dato che il periodo è quello che è – non sto a spiegarvi cazzi di cui non frega niente a nessuno – lascio qui sotto un articoletto scritto per altra testata e bocciato, sulla Guzzanti il reato previsto dall’articolo 278 del codice penale, il Papa, la grossa trave nel culo che iniziamo a sentire un po’ tutti ed un blabla abbastanza retorico. Dato che non ho altro – e neanche voglia di cercare altro – vi beccate questo.

A chi interessa può proseguire su continua, altrimenti attaccatevi al cazzo.

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Co.co.co Macht Frei

di SKA su La dimanche des crabes il 10 Settembre 2008, 01:25

Se ne stava lì seduto a parlarci, con quel suo fastidioso accento alto-atesino ed un ghigno tagliato con una lama da 2 millimetri. Eravamo lì per un colloquio di lavoro, ma sembrava più la presentazione di una batteria di pentole da portarsi a casa.

Avevamo risposto ad un annuncio di lavoro part-time pubblicato sul giornale locale, sì insomma uno di quei lavoretti che fai per pagarti l’università e poco altro.
Non era ciò che ci si aspetterebbe da un colloquio di lavoro.

Noi gli aspiranti ed ignari lavoratori, lui il giovane selezionatore. Nel mondo del lavoro di solito un colloquio serve per venire selezionati. Lui invece voleva convincerci, con un vago retrogusto di supplica. Dopo mezza domanda rivolta a ciascuno dei presenti iniziò la sua esposizione, partendo dall’inizio. E per inizio intendo una premessa di 25 minuti. Eravamo in 4 attorno a quel tavolo, la mia Lei ed altri due esseri esseri di varia natura che sembrava uscite rispettivamente una da un centro di disintossicazione, l’altra da una discoteca.

Continuava con il download della tedesca presentazione societaria senza alcun accenno a ciò che dovessimo fare nel concreto. Un tedesco che fa lunghi discorsi aleatori ha solo due intenzioni: o vuole fregarti o vuole mettertelo nel culo.
Ci magnificava le caratteristiche del nostro futuro lavoro dei sogni senza lasciarci la possibilità di intervenire od interrompere, pena la perdita del “filo rosso”. Le virgolette le mette lui col gesto del coniglietto, indice e medio che simulano i virgolettati nell’aria.
Coglione non è la parola più appropriata, ma ci si avvicina.

Il filo rosso dovrebbe simboleggiare, secondo lui, la continuità del discorso. Un passo dopo l’altro. “Step by step”, dice virgolettando.
“Sì, ma il pagamento?”, domando. E intanto mi chiedo cosa c’entrino Goethe1  e l’inconscio Freudiano.2. Ma poi lascio correre.

“Eh, sì, il pagamento. Andiamo per gradi, sai il filo rosso…”
“No, non so cos’è”, dico cambiando posizione. “Quand’è che si parla di soldi?”, insisto.
Mi guarda con un’aria tra lo schifato e l’imbarazzato. Per lui è un aspetto secondario, per noi no.

Poi ci arriva, a fatica. Fa cenno al contratto di collaborazione occasionale come fosse la cosa più scontata. Come per dire, che vi aspettavate di più? E invece era anche peggio. Un contrattino di collaborazione senza alcun fisso previsto, pagamento a provvigione. La provvigione proviene da un vero e proprio lavoro porta a porta, alla ricerca di sostenitori per un’associazione locale. Chi non sa cosa significhi essere pagati a provvigione crede di avere davanti l’occasione della vita. “Basta lavorare un po’ di più ed è fatta”, pensano molti. Invece no.

Veniamo rassicurati sul fatto che non c’è nessun bene da vendere porta a porta, è un’associazione benefica d’altronde. Ci da in mano un foglio con cifre scritte a caso, sono degli esempi di guadagno. Non le cifre reali, esempi. Dall’esempio e dalle parole del mezzo-crucco si evince che il pagamento avviene con le seguenti modalità: 16 € lordi per ogni RID3 ed  8 € lordi per ogni conto corrente fatti stipulare. Il lavoro consiste nel tampinare persone per un minimo di 4 ore al giorno e convincerle ad associarsi. Se non si associano non becchi un euro.

E’ importante sottolineare il “lordi”. Perchè da quei 16 ed 8 euro va detratto il 20%. Il pagamento avviene ogni 2 settimane, ma ti viene accreditato solo il 75% del totale in attesa che gli associati confermino il pagamento. Per chi lavora ogni persona che apre la porta è un potenziale RID, sono soldi che camminano. Qualora dicessero “no, grazie” sono soldi persi per te. E nessuno ti rimborsa quell’ora persa a girare casa per casa della gente.

Per i collaboratori porta-a-porta la merce sono le vecchiette. Per i capi, la merce siamo noi. E’ questo il momento in cui capiamo il motivo della finta selezione: alla piccola Srl non interessa chi lavora, l’importante è che ci sia qualcuno che lo faccia.

E provano anche a convincerci che il contratto di collaborazione occasionale sia la migliore opzione, perchè ti rende libero da vincoli. Co.Co.Co. Macht Frei.

Nuovi schiavi, ma col sorriso in bocca.

  1. Filo rosso, il filrouge, è un espressione che deve la sua fortuna al libro “Le affinità elettive” di Wolfgang Goethe. Cit. “Sappiamo di una certa pratica, diffusa nella marina inglese. Tutto il sartiame della flotta reale è fabbricato in modo che vi sia sempre intrecciato un filo rosso: non si può tirarlo fuori, altrimenti l’insieme non tiene più, e serve a indicare anche per i pezzi più piccoli, che appartengono alla corona.” – “In corrispondenza con questo periodo si trovano pochi avvenimenti registrati nel diario d’Ottilia, e invece molte più massime e sentenze riferite alla vita o ricavate da essa. Siccome però, per la maggior parte, non possono essere il frutto di sue personali riflessioni, è probabile che qualcuno le avesse passato uno scritto, dal quale trascriveva ciò che le tornava gradito. Certi spunti più suoi, e celati, si riconosceranno dal solito filo rosso.” []
  2. Freud parlò di un filo rosso simbolo dell’amore inconscio provato della signorina Elisabeth von R., pseudonimo di Ilona Weiss, nel suo ‘Studi sull’isteria’. Caso talmente interessante che ne fu tratto un film diretto da Robert Crible intitolato, per l’appunto, “Le fil rouge” []
  3. Rapporto interbancario diretto, brevi cenni qua []

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Questioni di inadeguatezza

di SKA su Notizie Commentate il 5 Settembre 2008, 20:50

Why Berlusconi is unfit to lead Italy?
Perché Berlusconi è inadeguato a guidare l’Italia?

Perchè perde le cause contro chi prova a spiegarci la sua inadeguatezza. (Leggere sentenza e ridere)

Poi magari ne parliamo con più calma, scusate l’assenza

Addendum: per chi non ricordasse l’articolo dell’Economist linko una traduzione dello stesso

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Corporativisti e poco professionali

di SKA su Antimafia il 23 Agosto 2008, 14:34

In questi giorni è balzato fuori dal cilindro berlusconiano il nome di Giovanni Falcone come “eroe” ed “esempio da seguire”. Falcone è stato ucciso dalla mafia il 23 maggio 1992 nella strage di Capaci. Berlusconi ha avuto decennali rapporti con il boss mafioso Vittorio Mangano e continua ad averne con Marcello Dell’Utri attualmente condannato dal Tribunale di Palermo per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Punto.

Berlusconi e i berluscones dicono che Falcone voleva la separazione delle carriere tra giudice e pubblico ministero, per cui bisogna seguire quella linea. Chiaramente è falso. Non vorrei tralasciare il fatto che la così tanto invocata “separazione” era contenuta nel “Piano di Rinascita democratica” della Loggia P2 al punto in cui si invocava la:

Riforma dell’ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile

Che le parole di Falcone siano state completamente inventate lo dice chiaramente la sorella in questa intervista al Corriere, ma lo spiega compiutamente il magistrato stesso in uno scritto intitolato “Siamo corporativisti e poco professionali” pubblicato nel Febbraio 2001 da Antimafiaduemila su concessione della “Fondazione Giovanni e Francesca Falcone” e che ripubblico integralmente dopo il salto. Si parla si carriere separate all’interno della magistratura, è vero, ma non della separazione dei poteri. Così come si tiene fermo il punto sull’indipendenza dalla politica dell’azione della magistratura. Vi auguro buona lettura, anche se so che non lo farete.

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L’appuntamento

di SKA su La dimanche des crabes il 10 Agosto 2008, 15:31

Il giorno in cui incontrai Luca per poco non venivo investito da un’auto.

Neanche con troppa sorpresa scoprii che non era cambiato affatto.

Non alto, non basso.
Capelli castano comune.
Occhi castano comune, come scrivono sulla carta d’identità.
Ascolta la musica che passano Radio Deejay e RDS per risparmiare sui cd.
Non fa nessuno sport, ma guarda qualsiasi programma in qualsiasi rete televisiva che parli di calcio.
Ricordo che aveva come hobby gli scacchi contro il Pc.
Ah, e anche grattarsi di tanto in tanto le palle.
Il suo vestiario varia esclusivamente con il passare dal freddo al caldo e viceversa, per necessità.
Giubbino o giacca a vento color avana.
Maglione grigio topo, con zip, di quelli caldissimi del mercato.
Jeans multistagionale, chiaro.
Timberland castano comune. Il tocco di classe.

Ed eccolo lì, mentre per poco non ci lascio le penne, a farmi “ciao” con la mano.
“Ciao Andrea! Allora? Tutto a posto? E…”
“Sì, ok. I convenevoli un altro giorno. A che ora è la cosa?”
“Sarebbe alle 15, in Piazza Garibaldi…” fa lui, rosso in faccia e un po’ spiazzato.
Interruzione : non so voi, ma a me le domande di circostanza mettono in crisi.
“Allora?”. Allora cosa? Quando uno fa una domanda del genere, cosa si aspetta, che gli racconti la mia vita dall’ultima volta che ci siamo incontrati, riassunta in quel lasso di tempo in cui il tuo interlocutore tace prima di parlare di sé stesso?
O, per l’appunto, vuole un’ulteriore risposta di circostanza che pressappoco reciti “Io bene, tu?”, e poter così parlare di sé.
“Tutto bene?” “Tutto a posto?”. Tutto bene cosa? Potrebbe mai andare veramente tutto bene? E’ irreale, è inverosimile. Se così fosse sarei Dio e, per inciso, neanche esisterei.
Eppure continuiamo a chiedercelo a vicenda, come se prima o poi possa andare veramente, tutto bene.

Il giorno in cui ricevetti la telefonata di Luca ricordo, con scientifica sicurezza, che non stavo facendo un cazzo. O finta di far qualcosa.
In un primo momento restai di sasso, poi andando avanti con la giornata iniziai ad abituarmi alla cosa fino ad assorbirla completamente.
Per iniziare poi a provare un senso di noia e fastidio per quell’Appuntamento.

“Ancora sei lì?” dico a Luca accendendomi la prima sigaretta della giornata, con la chiave già infilata nella portiera.
Prima si va, prima finisce questa buffonata.
Tra l’altro noto, con un certo nervosismo, che in queste occasioni la macchina che si prende è sempre la mia. Che poi è quella più sfigata: zero-optional ed intossicata di sigarette.
Non che la cosa mi dispiaccia, soprattutto nel pensare Luca alla guida.
Ma mi fa girare comunque i coglioni.

Con Luca il modo migliore per evitare quegli imbarazzanti silenzi che si creano quando non si ha un bel niente da dire, è farlo parlare di donne e di calcio. E non sta più zitto.
Così puoi annuire compiaciuto per le sue conquiste amorose e per il 4-0 della Juve, e nel frattempo prenderti il lusso di pensare a tutt’altro.

Ad esempio penso che sono in macchina con uno che si è già laureato ed ora lavora nell’ufficio commercialistico del padre. Dal momento in cui si alza, fino al momento di tornare a dormire lui sa cosa deve fare. Lui sa cosa lo aspetta durante la giornata, senza troppe seghe mentali.
Ogni giorno casa-ufficio ed ufficio-casa, che poi sono 500 metri a piedi.
Ma lui prende lo scooterone.
Ed il fine settimana con una birra in mano nel solito baretto.
Tutto uguale, ma perlomeno lui sa già cosa lo aspetta.
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extra

WTF?

Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.