Questo post fa parte di una particolare serie legata al gioco d’azzardo
Qualche giorno fa si è parlato del continuo aumento del fatturato per giochi e scommesse, salito del 21,6% per un ammontare complessivo di circa 75 miliardi di euro e destinato ad aumentare nel 2012. La storia dell’imperatore Cheung Leung era stata portata ad esempio di come sia gli Stati che la popolazione faccia ricorso a mezzi considerati eccessivamente semplici ed accessibili per poter raccimolare qualche soldo in più. Il più delle volte le vincite sono però una chimera, per le altre è un misto di fortuna e bravura.
In sintesi: in tempi di crisi si gioca più spesso, per l’ansia di rimanere senza soldi. Un controsenso sociologico che nei giorni scorsi ha provato a spiegare il sociologo Sabino Acquaviva:”Con la crisi, cresce la necessità di sognare e dunque anche di giocare“. Stessa risposta dalla psicologa Gianna Schelotto: “E’ una risposta all’ansia montante di rimanere senza soldi“. Una risposta talmente ovvia che non avrebbe bisogno neanche di studiosi del comportamento sociale, eppure gli spostamenti economici di questo tipo hanno bisogno di risposte. Sempre dalle parole di Acquaviva:
“La mancanza di denaro suggerisce fatalmente il ricorso alla ‘fantasia’ e la fantasia spinge a giocare e a scommettere, questo è indubbio. Quindi, la crisi economica ha senz’altro un peso nell’aumento della raccolta dal settore giochi. Poi non va sottovalutato il ruolo dei mezzi di informazione e della pubblicità che cullano anch’essi il sogno della vincita e spingono direttamente o mediaticamente a giocare, a giocare nei migliori casino online e a scommettere.”
“Non deve sembrare paradossale che proprio in tempo di crisi la gente risparmi magari sull’acquisto di carne o di frutta, sul cinema o sulla benzina, ma poi spenda più soldi nelle lotterie e nei giochi online, sperando in una vincita che possa essere risolutiva e permettere tutti quei piccoli o grandi lussi ai quali ora si rinuncia forzatamente: quando le cose non si hanno, si sognano e si agisce di conseguenza per averle.”
“La crisi ha sicuramente creato una situazione di grande ansia – osserva la psicologa Gianna Schelotto – Un’ansia montante, quella di restare senza soldi, che si cerca di risolvere anche comprando un biglietto della lotteria o giocando online. Ma al di là della speranza di realizzare una grossa vincita in denaro, c’è anche una sorta di inconsapevole reazione all’impotenza”.
Quest’ansia colpisce tutte le categorie, dalle donne agli uomini, agli anziani che fanno la fila fuori dalle tabaccherie convenzionate, disoccupati così come laureati che vivono una condizione di precariato, ma anche chi ha un’attività avviata. Un’interessante analisi relativa al senso di impotenza della “popolazione del gioco” sempre da parte della Schelotto:
“Si avverte che la crisi non solo non è ancora finita, ma che non c’è neanche la sicurezza che presto finisca. Di fronte a questo senso di impotenza l’atto di giocare, di scommettere, equivale a fare comunque un gesto, un’azione per liberarci dalla sensazione che non ci sia nulla da fare se non aspettare passivamente. E’ un modo, magari un’illusione, per sentirsi comunque parte attiva“.
Le si provano tutte, come abbiamo visto basandoci sui dati del 2011. Dai gratta e vinci, all’enalotto fino ad arrivare ai giochi online approfittando magari de i migliori bonus di benvenuto che si possono trovare nei casino online, poker, lotterie varie e via dicendo. Il gioco è lecito, sempre che si faccia massima attenzione ai rischi e pericoli che può comportare. Va sempre ribadito.