Mega-Cospiracy

di SKA su Notizie Commentate il 20 Gennaio 2012, 12:33

Lutto globale per lo shutdown di Megaupload/Megavideo da parte dell’FBI.
Nel contempo parte Operation Megaupload #opmegaupload da parte di Anonymous che attaccano e mandano a loro volta down i siti di universalmusic.com, riaa.org, justice.gov, mpaa.org e fbi.gov (lol).

Qui sotto l’atto di accusa contro Megaupload, definita una Mega-Cospiracy.

http://www.scribd.com/doc/78786408/Mega-Indictment

A brevissimo commento c’è da dire questo: Megaupload faceva lucro su materiale coperto da copyright, il che non ha quasi niente a che fare con il libero scambio di cultura tipico del P2P. E’ un confine sottile, ma formalmente non c’è troppa differenza tra il vedere un film coperto da copyright direttamente in streaming con pubblicità a fianco e l’acquisto di un cd “pirata” alle bancarelle. Ci sarebbe da dire molto, ma per ora mi fermo qua.

14.10: ecco il comunicato tradotto di Anonymous

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#SOPAstrike

di SKA su Notizie Commentate il 18 Gennaio 2012, 13:25

PROTECT IP / SOPA Breaks The Internet from Fight for the Future on Vimeo.

Oggi migliaia di siti in tutto il mondo scioperano oscurando i propri siti contro le proposte di legge SOPA (Stop Online Piracy Act) e PIPA (Protect IP Act), il canale ufficiale è sopastrike.com. Qui sopra non avrebbe senso fare uno sciopero mettendo in blackout il blog, preferisco partecipare alla protesta dando qualche informazione in più. Su ImpattoSonoro invece siamo andati in totale blackout per 24 ore, con una chicca musicale del Dr.Panico.

Google.com, Wikipedia.org, WordPress.com, Boing Boing tra i principali siti che partecipano alla protesta, su sopastrike l’elenco completo.

Per capire qualcosa di più metto qualche link:
SOPA and PIPA – Learn More – Wikipedia
Perché sciopero contro SOPA e PIPA #SOPAstrike – Il Nichilista
Che cos’è il SOPA – Il Post
Wikipedia, il buio oltre SOPA – PuntoInformatico
L’estensore del SOPA sarebbe a sua volta un violatore della legge da lui stesso proposta (lol) – su Vice.com

In giornata qualche info in più

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Sventoleremo i nostri eBook Reader

di SKA su Il Terzo Occhio il 12 Gennaio 2012, 13:30

Probabilmente a distanza di pochi anni da oggi faremo delle proteste in piazza sventolando gaudenti i nostri economicissimi eBook Reader, dimenticandoci di come “era la carta una volta”. Wait. Non è un post cyberpunk, post-apocalittico o di commento sulla “rivoluzione del libro digitale”. Esistono in rete analisi molto più approfondite – benché verbose – su quello che significa e significherà l’inevitabile spostamento della fruizione culturale e libraria dai supporti cartacei a quelli digitali, ma che già oggi simulano molto bene la tanto amata cellulosa.

Tutto ciò per dire che da pochi giorni sono orgoglioso possessore di uno di quegli aggeggi là, l’eBook Reader insomma, e devo dire che l’attesa di circa 4 anni è servita. Già nel 2008, mi sembra, avevo messo gli occhi su quel rivoluzionario iLiad che sembrava provenire da un viaggio di John Titor all’indietro. Avendolo potuto testare velocemente in un negozio notai però che i tempi non erano ancora maturi e che per mettere a punto gli eReader ci sarebbe voluto ancora un po’.

La mia scelta a cavallo tra 2011 e 2012 è ricaduta sul Cybook Odyssey di cui ovviamente non farò alcuna recensione, potete leggerne tranquillamente qua. I ragazzi di eBookReader Italia non mi pagano per i link, tranquilli, ma vi mando direttamente da loro perché sono stati una fonte indispensabile per capire quale reader scegliere. C’è stato un testa a testa finale con il Sony PRS-T1 che viene considerato ad oggi, assieme al Cybook, il migliore tra i reader in commercio. La scelta è ricaduta sul prodotto di casa Bookeen per alcuni fattori dettati in primis da alcuni fastidiosi bug trovati nel Sony, da un leggero dislivello di prezzo, ma soprattutto perché ho deciso di dare il mio supporto ad una realtà italiana come quella di Ultima Books.

Seguo Simplicissimus da anni, ancora prima che nascesse Ultima Books, ma per una serie di contingenze non avevo ancora avuto la possibilità di “ringraziarli” del loro lavoro, in primis per la volontà di diffondere una nuova cultura digitale e per aver introdotto de facto l’Italia agli eReader quando per molti erano praticamente solo un’idea.

Da lì il Cybook Odyssey vi costerà 149 €, con l’ordine vi regaleranno 20€ spendibili nel loro store e se vi registrate per l’acquisto sono altri 3€. Nell’era degli spottoni nascosti nei post e dei link sponsorizzati, questo che vi scrivo è un consiglio gratuito ed un modo per raccontare la mia esperienza.

Nella mia personale biblioteca ci sono già un centinaio di titoli che avevo acquistato preventivamente, digitalmente prestati o regalati da amici (e che amici), sia romanzi che libri più tecnici per lavoro. La qualità di lettura è impressionante e la comodità di passare da un libro all’altro con un paio di pressioni del dito è qualcosa che sembra afferire più alle arti magiche che a quelle scientifiche. Considerate poi che mi porto dietro un cosino grande e pesante come una moleskine, con dentro mattoni da 400 pagine e leggibili con la stessa qualità della carta.

Tra gli store più interessanti online, oltre ad Ultima Books, ci sono quello di Feltrinelli e l’ottimo Book Republic. Se poi avete altri canali tramite i quali reperire pdf e epub, usateli consapevolmente.

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Game. Set. Match, Monti

di SKA su Notizie Commentate il 5 Gennaio 2012, 15:43

Il Nichilista ricorda l’invidia di Calderoli per i festini di Berlusconi.

Cosa ho provato leggendo le intercettazioni di Berlusconi? Un’invidia tremenda, sono invidioso da pazzi.

In questi giorni l’interrogazione parlamentare del dentista Padano che chiede le dimissioni di Monti per una presunta festa di Capodanno a Palazzo Chigi.

Ma la risposta della Presidenza del Consiglio è migliore di qualsiasi pezzo di satira in merito:

Gli oneri della serata sono stati sostenuti personalmente da Mario Monti, che, come l’interrogante ricorderà, ha rinunciato alle remunerazioni previste per le posizioni di Presidente del Consiglio e di Ministro dell’economia e delle finanze.

Gli acquisti sono stati effettuati dalla signora Monti a proprie spese presso alcuni negozi siti in Piazza Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie).

Con qualche scrupolo per “oneri lievemente superiori a quelli abituali”

Il Presidente Monti non si sente tuttavia di escludere che, in relazione al numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti), possano esservi stati per l’Amministrazione di Palazzo Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente.

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La tassa sul viginti tres

di Camerata Stizza su Propaganda il 2 Gennaio 2012, 20:30

Questo post fa parte di una particolare serie legata al gioco d’azzardo

Il numero 23 a Roma e per estensione nel Lazio ha un significato molto particolare, equivalente alla fortuna sfacciata, che in maniera quantomeno colorita viene definito “bucio de culo”. Espressione riportata ultimamente alla ribalta dal personaggio di Nando Martellone in Boris, sia la serie tv che il film.

Se a Roma il viginti tres significa bucio de culo nella più famosa smorfia napoletana il significato è quasi opposto, dato che rappresenta ‘O scemo (Lo Scemo, ça va sans dire) che potrà anche essere fortunato, ma sempre scemo resta.

Ecco. La cosiddetta “Tassa sulla fortuna” entrata in vigore dal 1° gennaio – oltre agli ulteriori aumenti su luce, gas e carburanti (ah, buon anno) – sembra veramente voler prendere per scemi i giocatori, perlomeno quelli fortunati: le vincite sopra i 500 saranno infatti tassate con un prelievo del 6% sulla quota che eccede l’importo.

La tassazione è stata prevista da tre decreti dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli (il primo sulle Lotterie Istantanee, il secondo sul Superenalotto e i giochi collegati, il terzo sulle videolotteries) e pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre 2011. La nuova legge si concentra sullevincite relative il Superenalotto, il Gratta e Vinci, il Win for Life (e tutti quei giochi che si possono comprendere nelle cosiddette lotterie istantanee), il videopoker.

Non sono tassati invece la Lotteria Italia, le scommesse, il Poker e casinò online, il bingo e le slot machines.

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L’impotenza dei giocatori

di Camerata Stizza su Propaganda il 16 Dicembre 2011, 18:50

Questo post fa parte di una particolare serie legata al gioco d’azzardo

Qualche giorno fa si è parlato del continuo aumento del fatturato per giochi e scommesse, salito del 21,6% per un ammontare complessivo di circa 75 miliardi di euro e destinato ad aumentare nel 2012. La storia dell’imperatore Cheung Leung era stata portata ad esempio di come sia gli Stati che la popolazione faccia ricorso a mezzi considerati eccessivamente semplici ed accessibili per poter raccimolare qualche soldo in più. Il più delle volte le vincite sono però una chimera, per le altre è un misto di fortuna e bravura.

In sintesi: in tempi di crisi si gioca più spesso, per l’ansia di rimanere senza soldi. Un controsenso sociologico che nei giorni scorsi ha provato a spiegare il sociologo Sabino Acquaviva:”Con la crisi, cresce la necessità di sognare e dunque anche di giocare“. Stessa risposta dalla psicologa Gianna Schelotto: “E’ una risposta all’ansia montante di rimanere senza soldi“. Una risposta talmente ovvia che non avrebbe bisogno neanche di studiosi del comportamento sociale, eppure gli spostamenti economici di questo tipo hanno bisogno di risposte. Sempre dalle parole di Acquaviva:

“La mancanza di denaro suggerisce fatalmente il ricorso alla ‘fantasia’ e la fantasia spinge a giocare e a scommettere, questo è indubbio. Quindi, la crisi economica ha senz’altro un peso nell’aumento della raccolta dal settore giochi. Poi non va sottovalutato il ruolo dei mezzi di informazione e della pubblicità che cullano anch’essi il sogno della vincita e spingono direttamente o mediaticamente a giocare, a giocare nei migliori casino online e a scommettere.”

“Non deve sembrare paradossale che proprio in tempo di crisi la gente risparmi magari sull’acquisto di carne o di frutta, sul cinema o sulla benzina, ma poi spenda più soldi nelle lotterie e nei giochi online, sperando in una vincita che possa essere risolutiva e permettere tutti quei piccoli o grandi lussi ai quali ora si rinuncia forzatamente: quando le cose non si hanno, si sognano e si agisce di conseguenza per averle.”

“La crisi ha sicuramente creato una situazione di grande ansia – osserva la psicologa Gianna Schelotto – Un’ansia montante, quella di restare senza soldi, che si cerca di risolvere anche comprando un biglietto della lotteria o giocando online. Ma al di là della speranza di realizzare una grossa vincita in denaro, c’è anche una sorta di inconsapevole reazione all’impotenza”.

Quest’ansia colpisce tutte le categorie, dalle donne agli uomini, agli anziani che fanno la fila fuori dalle tabaccherie convenzionate, disoccupati così come laureati che vivono una condizione di precariato, ma anche chi ha un’attività avviata. Un’interessante analisi relativa al senso di impotenza della “popolazione del gioco” sempre da parte della Schelotto:

“Si avverte che la crisi non solo non è ancora finita, ma che non c’è neanche la sicurezza che presto finisca. Di fronte a questo senso di impotenza l’atto di giocare, di scommettere, equivale a fare comunque un gesto, un’azione per liberarci dalla sensazione che non ci sia nulla da fare se non aspettare passivamente. E’ un modo, magari un’illusione, per sentirsi comunque parte attiva“.

Le si provano tutte, come abbiamo visto basandoci sui dati del 2011. Dai gratta e vinci, all’enalotto fino ad arrivare ai giochi online approfittando magari de i migliori bonus di benvenuto che si possono trovare nei casino online, poker, lotterie varie e via dicendo. Il gioco è lecito, sempre che si faccia massima attenzione ai rischi e pericoli che può comportare. Va sempre ribadito.

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6.086.565.703

di Reverendo SenzaDio su L'ora di religione il 16 Dicembre 2011, 16:31

L’inchiesta UAAR sui fondi pubblici e le esenzioni di cui gode la Chiesa cattolica.
Il numero del titolo è relativo ai costi annui della Chiesa.
Non c’è bisogno di fare alcuna premessa, dato che i numeri parlano da soli.

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Lotta al gioco online: black list e consigli

di Camerata Stizza su Propaganda il 14 Dicembre 2011, 17:00

Questo post fa parte di una particolare serie legata al gioco d’azzardo

A luglio la legalizzazione dei giochi online di poker e casinò ha risollevato economicamente le sorti di un settore che aveva sentito odore di stagnazione, però ad approfittare della nuova legislazione sono stati anche gli esperti della truffa. Lo scorso 12 dicembre i Monopoli di Stato hanno infatti aggiornato la lista nera dei siti di gioco online non autorizzati. L’attuale lista comprende 3.748 siti web ed è reperibile qui, i siti sono stati rigorosamente oscurati dalle autorità ma è consigliabile consultare la lista per scoprire se si è stati soggetti ad una truffa.

La Legge Finanziaria 2006 contiene tutte le disposizioni in materia di prevenzione delle truffe online connesse al gioco d’azzardo, e su queste pagine non ci stancheremo mai di ripetere a tutti, da chi si affaccia per la prima volta al bingo virtuale agli esperti del poker online, di rivolgersi esclusivamente ai siti autorizzati dall’AAMS (l’autorità preposta ai Monopoli di Stato). Quindi ogni volta che avete intenzione di iscrivervi ad un nuovo sito controllate la sua presenza negli elenchi dei concessionari presenti sulla home page del sito www.aams.gov.it nella sezione “per gli utenti”.

Ricordate inoltre che uno dei trucchi più utilizzati dai siti truffa per attirare i giocatori è quello di registrare domini con nomi simili a quelli dei siti più popolari o gli stessi ma contenenti errori di battitura. Verificate sempre la correttezza della url inserita prima di procedere a fornire i vostri dati personali. Naturalmente se incappate in un sito sospetto segnalatelo all’AAMS, la procedura è semplice e aiuta tutti a ridurre i rischi del gioco d’azzardo online.

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42 anni fa

di SKA su ControInformazione il 13 Dicembre 2011, 13:32

Per ricordare la strage di Piazza Fontana.

Si era ancora innocenti, all’ora di pranzo del 12 dicembre 1969, quando il telegiornale delle 13.30 aveva raccontato agli italiani che la Grecia dei colonnelli si era ritirata dal consiglio d’Europa dove si discuteva della sua sospensione. E aveva raccontato anche che la vertenza sindacale dei lavoratori dell’editoria sembrava mettersi al bene mentre nulla cambiava per i metalmeccanici, che restavano in stato di agitazione. Intanto – proseguiva la catena delle notizie – a Palermo non si arrestavano le indagini per la strage di viale Lazio, uno dei momenti più feroci della prima guerra di mafia. Ma in mezzo a tutti quegli scorci di vita e fatti, l’edizione del notiziario si concludeva con un soffio dell’innocenza tramontante degli anni Sessanta.

Continua a leggere su Xaaraan di Antonella Beccaria tratto dall’ottimo libro “Attentato Imminente” della stessa autrice.

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Dalla parte del torto

di SKA su ControInformazione il 9 Dicembre 2011, 18:14

Cosa si diceva della questione Equitalia?

Ecco, dalla parte della ragione a passare dalla parte del torto è un attimo. Non si può lasciare una questione così importante in mano a questa gente. C’è poco altro da dire.

Per approfondire andare su questa bellissima infografica fatta da Linkiesta e un buon articolo di Giornalettismo. Per tutto il resto degli aggiornamenti ed approfondimenti vi rimando a Google News.

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Giochi: 75 miliardi non sono abbastanza

di Camerata Stizza su Propaganda il 7 Dicembre 2011, 16:54

Questo post fa parte di una particolare serie legata al gioco d’azzardo

La storia delle lotterie e dei primordiali giochi d’azzardo si ritiene abbia inizio con l’imperatore cinese Cheung Leung. È una storia ormai famosa e forse in qualche modo tramandata in forma di mito, una leggenda che ha circa due mila anni: il generale della zona geografica che ora è la Cina chiamato Cheung Leung si imbattè in una sanguinosa guerra che rischiava di minare le fondamenta del proprio esercito. La gravosa necessità di denaro per alimentare le forze militari portò il generale Cheung Leung ad inventare la prima vera e propria lotteria della storia: in definitiva attraverso il gioco di quello che si chiamava “Keno” riversò sulla popolazione i costi della guerra. La lotteria (e per estensione i giochi con monopolio) come modo per fare cassa da parte di uno stato. C’è qualcosa che suona familiare, no?

Torniamo ad oggi. In questo periodo di grave crisi finanziaria, di aumenti e di tagli uno dei settori che si trova in continua ascesa economica è proprio quello dei giochi. In definitiva secondo i dati di Agipronews il settore dei giochi chiuderà il 2011 con una raccolta di 75 miliardi di euro e vincite pari a 54 miliardi: un aumento degli incassi, in termini assoluti, di circa 13 miliardi dal 2010 (61,5 miliardi) e quindi del 21,6%.

Il 55% degli incassi totali proviene dalle new slot machine e dalle videolotterie da bar (41,2 miliardi), che hanno consentito un aumento della raccolta complessiva in senso assoluta di 9 miliardi. Una nuova infornata di giocatori di professione che cercano, invano, fortuna alle macchinette da bar e nel frattempo contribuiscono a portare ulteriori soldi al fisco che infatti, ringrazia.

Sempre da Agipronews però si viene a sapere che il vero anno record è stato registrato dal gioco on line con gli skill games ed i giochi di poker, registrano una crescita percentuale del 124%. In calo ci sono stati il SuperEnalotto, forse per la sua natura di gioco difficile da vincere, e l’incomprensibile Win For Life.
Quest’ultimo nato per finanziare la ricostruzione dell’Abruzzo (la storia dell’imperatore cinese, ricordate?) ora è passato dai 600 milioni dello scorso anno ai 285 milioni del 2011 (-52,4%).

Per il trend è ipotizzato un ulteriore aumento per il 2012, stimato attorno ai 90 miliardi, soprattutto grazie al considerevole aumento dei giochi online. A cui, va ricordato, bisogna prestare sempre la massima attenzione andando soltanto verso enti certificati.

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Aderire o non aderire? La questione Equitalia

di SKA su ControInformazione il 7 Dicembre 2011, 15:18

Di Equitalia avevo parlato qualche giorno fa consigliando una lettura molto interessante, dato che del “mostro” Equitalia si parla molto poco. Rubo un verso di Majakovskij – travisandolo un po’, è vero – in cui infatti si parla della rivoluzione d’Ottobre. Quindi c’entra fino a un certo punto.
In questi giorni si sta parlando molto di più dell’ente concessionario unico per la riscossione tributaria grazie alle mobilitazioni di Casa Pound in vari sit-in di protesta e banchetti che portano avanti una proposta di legge atta a fermare Equitalia, o perlomeno a mitigarne i poteri. Uno dei problemi è: si può essere d’accordo con Casa Pound? Un centro sociale d’ispirazione fascista? Avrebbero torto a prescindere, ma in questo caso no: hanno ragione loro. Poi come dico sempre, seguite le fonti d’informazione che vi vengono proposti e fatevi una vostra idea, al netto dei pregiudizi.

Per capire un po’ meglio cos’è, cosa fa e perché andrebbe fermata Equitalia prendo in prestito un brano di Geopoliticamente

“C’è chi l’ha definita l’istituzione più temuta del Paese. Si tratta di Equitalia, ente concessionario unico per la riscossione. Essa è una società per azioni, partecipata al 51% dall’Agenzia delle Entrate e al 49% all’Inps, e dal 1° ottobre 2006 ha sostituito i 40 enti preesistenti, tra istituti bancari e privati, divenendo unico l’esattore fiscale in Italia (con la sola eccezione della Sicilia). Il tutto in nome di una semplificazione, riduzione dei costi e lotta all’evasione fiscale.
Il passato governo Berlusconi, nella sua duplice palese incapacità di programmare l’uscita dalla crisi e di risanare le finanze pubbliche, ha pensato bene di concedere pieni poteri all’agenzia in questione per rimediare liquidi dall’esazione presso i contribuenti. Tremonti aveva assegnato l’obiettivo 13 miliardi per la prossima raccolta fiscale. Dopo vari rinvii e altrettante rivisitazioni di provvedimenti contenuti in decreti mai portati a termine, e a prescindere dalle manovre finanziarie più o meno spericolate dell’ultima estate, in ottobre il governo ha previsto una serie di misure che dà al Fisco poteri mai visti.”

Continua a leggere su Geopoliticamente

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“Avete vinto voi, ha vinto lo Stato”

di SKA su Antimafia il 7 Dicembre 2011, 14:14

La notizia del giorno è l’arresto del boss dei casalesi Michele Zagaria, latitante da 16 anni. Il titolo del post sono le parole che ha pronunciato – dicono i procuratori – al suo arresto. Gli fa in qualche modo eco Piero Grasso dicendo che “si è certamente tagliata la testa dei Casalesi, l’unica rimasta dopo l’arresto di Antonio Iovine”. Ma da qui a dichiarare la vittoria dello Stato ce ne passa. Qui sotto un po’ di link per approfondire.

L’arresto su Repubblica, Il Fatto Quotidiano, dal Corriere del Mezzogiorno, Antimafiaduemila e Narcomafie.

La scheda su Crimeblog dedicata ai 30 latitanti più pericolosi.

Un pezzo del sempre ottimo Roberto Galullo, proprio di ieri, in cui si parla di Michele Zagaria e del traffico di slot machines. Un argomento di cui parliamo spesso ultimamente.

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Equitalia nascosta

di SKA su ControInformazione il 27 Ottobre 2011, 09:39

Un interessante articolo relativo alle proteste di precari e famiglie contro Equitalia in tutta Italia, ma di cui l’informazione ufficiale ha parlato poco e niente.
http://www.pressante.com/politica-e-ordine-mondiale/italia/1796-equitalia-gabellieri-coi-superpoteri

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Comma 29 – part II

di SKA su ControInformazione il 14 Ottobre 2011, 10:48

Tanto per chiudere definitivamente la questione aperta nel precedente post dedicato al maledetto comma 29 segnalo questo articolo dell’avvocato Daniele Minotti in cui si chiarisce una volta per tutte cosa succederà ai blog e alle realtà non professionali con l’emendamento Cassinelli. Non sarebbe successo comunque nulla, ma l’emendamento mette una pietra sopra a tutto il vociare ingiustificato dei giorni scorsi, susseguente soprattutto al curioso sciopero di Wikipedia Italia.

[…]vorrei fare una piccola precisazione. Io sono tra quelli (pochi, però aumentati di numero, ultimamente) che pensavano che ogni emendamento fosse superfluo. Ciò perché quell’estensione dell’obbligo di rettifica era posta pur sempre all’interno di una legge – la 47/48 – riguardante (esclusivamente) la stampa; sicché a questa e soltanto a questa si sarebbe potuta applicare e non ai siti amatoriali.

Questo anche per rispondere a quelli che mi hanno scritto mail con epiteti tipo “fascista” o “filo-goverrnativo” (lolwut) solo perché ero tra quei “pochi” che sosteneva  esattamente quanto sopra.

 

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Maledetto comma 29

di SKA su ControInformazione il 5 Ottobre 2011, 17:50

La vicenda relativa allo sciopero di Wikipedia Italia è di una noia mortale, così come la spiegazione di ciò che è vero e di ciò che è meno vero. Cercherò di essere il più conciso possibile.
La protesta di it.wiki parte da una presa di posizione che già di per sé esulerebbe dal carattere di universalità che si autoimpone Wikipedia, prendendo come vessillo per la propria protesta il comma 29 del cosiddetto DDL sulle intercettazioni, ma soprattutto non entrando nel merito della questione. Anzi, nella discussione si parla più che altro del metodo (“massimizzare la visiblità della protesta”, “impatto mediatico”, “un segnale forte” e via dicendo).

Partiamo subito dal fatto che quella norma specifica è già stata ridimensionata

L’obbligo di rettifica entro 48 ore rimane quindi solo per i siti di informazione registrati ai sensi della legge sulla stampa. Niente obbligo per i blog.

Più che ai blog bisognerebbe riferirci a siti generici, o comunque a tutti quei siti informatici non registrati come testate giornalistiche. Quindi anche a it.wiki, tanto per chiarire.

Ma questa situazione ci sarebbe stata anche prima. Quel comma 29 andava a modificare l’art.8 della legge n.47 del 1948 che è, per l’appunto, una legge sulla stampa. Ciò che quel comma andava – e va – ad aggiungere erano e sono le testate e periodici online, riunendole a quelle cartacee. Si può discutere del fatto che la dicitura “siti informatici” poteva risultare un po’ fumosa e passibile di interpretazioni controverse, va bene, ma dato che la legge 47 va letta nella sua interezza (partendo dall’inizio quindi) le possibilità che un qualsiasi blog/sito/wiki potessero venire accomunati all’interno di una legge che definisce i termini della “stampa” erano molto scarse.

End of story. Possiamo parlare d’altro direi.
Ad esempio il fatto che il bavaglio verso i giornalisti, quelli veri, esisterà per davvero.

p.s. per coloro che ancora leggono qua sopra, se ne può discutere meglio nei commenti, capisco di essere stato un po’ disordinato nell’esposizione

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Putrefiction – realizzato senza una lira

di SKA su Satira il 26 Settembre 2011, 11:15

Mi scrivono in mail i ragazzi di Putrefiction “un blog di satira, commedia e umorismo a tutto tondo” realizzato da otto ex-studenti di cinema appena diplomati.
Dicono che sarebbero – addirittura – onorati di venir segnalati qua sopra, chi siamo noi per negarlo? I ragazzi son bravi e la loro serie “Squadristi” promette bene. Qui sotto la prima puntata.

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Utente sconsigliato A–

di SKA su Notizie Commentate il 21 Settembre 2011, 11:44

La cosa più interessante in relazione al declassamento dell’Italia da parte di Standard&Poor è che se Berlusconi vuole evitare ulteriori perdite azionarie per le proprie aziende – mediaset ha il peggiore ribasso di oggi nell’indice Ftse Mib, -1,61 – deve sperare che Berlusconi se ne vada.

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The Miracle of The Holy Bile

di SKA su Satira il 11 Agosto 2011, 11:20

The Holy Bile

C’era una volta un PDF satirico chiamato Scaricabile che dopo la sua dipartita al numero 33, come gli anni di Cristo, si è trasformato in un sito di satira online: Bile. non è satira, è peggio. Al progetto Scaricabile/Bile nei suoi vari processi e passaggi ho dedicato molte risorse mentali, temporali e financo economiche (sic et simpliciter) tant’è che credo di aver accumulato un credito in bevutepagate tale da farmi accettare anche nel circolino degli amici veneti.

I più cattivi della satira italiana online sbarcano ora anche offline grazie all’immacolata concezione del libro – cartaceo!The Holy Bile – Scritti e fumetti per masochisti dissidenti (qui l’annuncio dell’uscita ufficiale) scritto e soprattutto disegnato dalle persone meglio che ci sono sulla piazza. Vien da sé che il libro non è gratuito, ma costa come una bevuta + un pacchetto di sigarette quindi non avete scuse. Fino a prova contraria il Bile non provoca il cancro, anche se ci sono studi commissionati dalla Sipra e da Publitalia ’80 che dimostrano il contrario.

Per i pochissimi aficionados rimasti di questo sito vi dico che no, non è una marketta rivolta all’autopromozione, perché nel libro non c’è niente di mio. Anche se leggendomelo tutto in una sera ho potuto notare dei richiami ad idee esposte e scritte in passato con l’allegra brigata satirica.

Nota di merito a Maurizio Boscarol che secondo me è sempre il migliore, anche se quando gliel’ho detto a voce mi ha accusato di piangeria come Saccà. Poi vabbè, bravi tutti, applausi, squisitezze e via dicendo.

P.s. L’assenza di Volpe è imperdonabile. Spero vi scagli addosso una renna.

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Il Logo che mangia tutto

di SKA su ControInformazione il 2 Agosto 2011, 14:33

Segnalazione tardiva per coloro che non hanno potuto leggere Internazionale cartaceo o non sono passati dal sito. In dieci anni la cultura del marketing e del branding si è evoluta, affinata ed ha continuato ad ingurgitare tutto. Compresi gli Stati Uniti, intesi come governo.

No logo dieci anni dopo

La cultura delle multinazionali non governa solo i centri commerciali. Detta legge a Washington e alla Casa Bianca. E ha creato un presidente-marchio che produce gadget e false speranze. Il cambiamento deve venire dal basso.

Nel maggio del 2009 la vodka Absolut ha lanciato una nuova serie limitata: no label, senza etichetta. Kristina Hagbard, la responsabile delle pubbliche relazioni dell’azienda, ha spiegato: “Per la prima volta abbiamo il coraggio di affrontare il mondo completamente nudi. Presentiamo una bottiglia senza etichetta e senza logo per veicolare l’idea che l’aspetto esteriore non conta, l’importante è il contenuto”.
Qualche mese dopo anche la catena di caffetterie Starbucks ha inaugurato il suo primo negozio senza marchio a Seattle, chiamandolo 15th Avenue E Coffee and Tea.

Questo “Starbucks nascosto”, come lo chiamavano tutti, era arredato in uno stile “originale e unico”. I clienti erano invitati a portare la loro musica preferita da trasmettere nel locale e a far conoscere le cause sociali a cui tenevano di più: tutto per contribuire a creare quella che l’azienda ha definito “una personalità collettiva”. I clienti dovevano sforzarsi per riuscire a trovare la scritta in piccolo sui menù: “Un’idea di Starbucks”. Tim Pfeiffer, uno dei vicepresidenti dell’azienda, ha spiegato che, a differenza dello Starbucks che occupava prima gli stessi locali, quello era “proprio un piccolo caffè di quartiere”. Dopo che per vent’anni aveva cercato di mettere il suo logo su sedicimila punti vendita in tutto il mondo, Starbucks stava cercando di sfuggire al suo marchio.

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extra

WTF?

Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.