Discorso agli Ateniesi – Pericle, 461 a.c.

di SKA su Satira il 19 Febbraio 2013, 18:07

Mi è stato chiesto via mail di recuperare un testo che parlava della democrazia ad Atene quasi un secolo prima della nascita di Cristo.
Il testo in questione è famoso e lo ripubblico volentieri. Si tratta del “Discorso agli Ateniesi” di Pericle, 461 a.c., scritto da Tucidide

Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al
nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Nota a margine: questo testo scritto da Tucidide è diventanto famoso in Italia per essere stato ripreso da Paolo Rossi, ma censurato in RAI. Leggi qui.

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Borsellini elettorali

di SKA su Cose dette da altri il 30 Gennaio 2013, 17:48

Lei ha mai parlato con suo fratello della Boccassini?
«A volte è difficile interpretare cose dette in contesti colloquiali. La verità è che Paolo è morto. In teoria io potrei dire qualsiasi cosa senza essere smentito. Per questo non si dovrebbe parlarne. Per questo avevo raccomandato a Ingroia di non tirare fuori il nome di mio fratello in questa campagna elettorale. Perché mio fratello non è mai entrato nelle campagne elettorali, non c’è mai voluto entrare e non ci vorrebbe certo entrare da morto»

Intervista completa qua

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La scorta del pm antimafia Vella

di SKA su Antimafia, Cose dette da altri il 20 Gennaio 2013, 14:56

E così, senza clamore, seppellita dalla campagna elettorale e dalla spolverata berlusconiana alla sedia di Marco Travaglio, la notizia che un magistrato antimafia rimanga, da un giorno all’altro, senza lo straccio di una protezione, viene dimenticata in lavastoviglie, chiusa al sicuro tra i piatti sporchi.
Il pm Salvatore Vella è l’uomo dello Stato che negli ultimi anni ha spalancato le finestre nella provincia di Agrigento, riuscendo a decapitare i mandamenti provinciali e facendo irrompere, in una parte di Sicilia soffocata da cosa nostra, un freschissimo profumo di libertà. Dall’8 gennaio scorso a Vella è stato revocato ogni tipo di protezione, dall’auto blindata ai carabinieri che lo proteggevano h24. Per il ministero dell’Interno e per la Prefettura il rischio per lui è cessato.
E allora voglio spiegarvi di chi stiamo parlando.

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Su Aaron Swartz

di SKA su Cose dette da altri il 17 Gennaio 2013, 10:19

di Eva Milan

La storia di Aaron Swartz, della sua persecuzione giudiziaria culminata con il suicidio, è LA NOSTRA STORIA. Un giovane talento informatico che ha dedicato, realizzato, infine sacrificato, la sua vita alla cultura libera, alla rete, alla filosofia dei Commons; allievo di Lessig e co-ideatore del Creative Commons oltre a moltissime altre piattaforme open, un hacker, un hacktivist, un fuorilegge secondo l’ordine costituito, una personalità riconosciuta nell’ambiente della programmazione Open e delle avanguardie intellettuali della rete.

”Uno di noi” per coloro che nella rete hanno trovato forme di lotta e comunicazione alternative, per i reduci di Seattle e Genova, per i blogger delle rivoluzioni arabe, per i giovani “Occupy”, per gli appassionati dell’open source, di Linux, del Copyleft, per gli artisti del Creative Commons.

”Uno di noi” per chi pensa che oggi la ribellione contro l’ordine costituito passa obbligatoriamente attraverso le lotte contro tutte le forme di egemonia culturale del Dio mercato e il suo dogma proprietario, repressivo e colonizzatore di territori, di corpi, di menti e luoghi della comunicazione. Luoghi reali e virtuali che hanno assunto un ruolo determinante come strumento di difesa e riproduzione del pensiero unico e della sua macchina del profitto, tanto da trasformare la rete in quel campo di battaglia profetizzato da Marshall McLuhan, l’Information Guerrilla, in cui tutti concorrono più o meno consapevolmente al sostegno di quella fortezza sociale, o “trappola”, come l’ha definita Richard Stallman, alle cui maglie si può sfuggire soltanto con la diserzione del conosciuto e la contemporanea creazione dell’”Altrove”, che è sinonimo di autogestione, di autogoverno, di biocentrismo. 

E’ così che oggi il potere giudiziario, insieme a quello della repressione poliziesca, è lo strumento di difesa dei poteri che governano il turbocapitalismo tanto nel reale che nel virtuale, fino a perseguire un attivista dei diritti digitali come un criminale, ed equiparare la sottrazione di informazioni a scopo divulgativo a una frode con scopo di lucro, poiché soltanto questo è LO scopo contemplato dalla gestione mercantile del mondo, e quindi della Rete.     

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L’apertura delle sale poker in Italia

di Camerata Stizza su Propaganda il 7 Gennaio 2013, 16:29

Uno dei punti della legge di stabilità firmata dall’ormai ex (per poco) Presidente del Consiglio Monti che sembra essere passato un po’ in sordina è quello che regolamenta e dà il via libera all’apertura di circa 1000 nuove sale da poker sul territorio nazionale.

L’apertura era già prevista, ma tramite proroga la tempistica per l’apertura delle nuove sale sarebbe slittato almeno al 2014. Un subemendamento presentato dal Pdl cancella invece lo slittamento iniziale previsto dai relatori e consente l’apertura delle sale già da gennaio 2013.

La questione è questa: in Italia, fino ad ora, non esistono sale da poker in cui è legale il gioco “dal vivo”, cioè uno o più giocatori contro gli altri attorno allo stesso tavolo. I giocatori del paese per giocare liberamente devono interfacciarsi con uno dei tanti casino online italiani oppure dirigersi verso casinò o circoli privati in cui il gioco è consentito.

Chi si è espresso negativamente sulla questione è il – anch’esso ormai ex – Ministro della Salute Renato Balduzzi che si è detto “molto preoccupato per questi emendamenti notturni sul gioco d’azzardo, che ha un impatto sanitario oltre che un impatto sulla vita delle persone drammatico. “

Anche il ministro per la Cooperazione e per l’Integrazione Andea Riccardi ha espresso il proprio parere negativo “Mi sembra incredibile che in un momento di difficoltà economica del Paese, in cui tante famiglie in difficoltà si rovinano nella speranza di una vincita miracolosa, si approvino emendamenti in Commissione per anticipare l’apertura di nuove sale da poker, come se già non bastasse la sterminata offerta di giochi a premi.“

Una nota dell’AAMS ha chiarificato però il punto della situazione: l’apertura delle mille sale da poker non sarebbe “imminente” – sarebbe effettivamente un’invasione – ma esiste tuttavia la possibilità, dal primo gennaio 2013, di indire gare d’appalto. Per tali gare c’è comunque bisogno di un regolamento attuativo che disciplini con precisione il gioco e fissi le imposte dovute allo Stato.

Al momento questo regolamento non esiste, ma siamo abbastanza sicuri che ad elezioni fatte ci ritroveremo di nuovo con qualche subemendamento notturno che ne darà un’accelerata.

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Instagram (e Facebook) venderanno le vostre foto

di SKA su Notizie Commentate il 18 Dicembre 2012, 15:49

Cito direttamente la fonte, che è Paolo Attivissimo, per far notare una nuova norma di Instagram (proprietà di Facebook Inc.) che recita testualmente:

you agree that a business or other entity may pay us to display your username, likeness, photos (along with any associated metadata), and/or actions you take, in connection with paid or sponsored content or promotions, without any compensation to you.

Che tradotto significa – per semplicità utilizzo sempre la traduzione di Attivissimo:

per mostrare il vostro nome utente, la vostra immagine, le vostre foto (insieme ad eventuali metadati associati) e/o le azioni che effettuate, in relazione a promozioni o contenuti pagati o sponsorizzati, senza alcun compenso a voi.

Potenzialmente quindi, tutte le foto scattate a parenti, amici, piatti del giorno – a giudicare dalla mole di foto a piatti viene da pensare che Instagram sia nato per questo – e paesaggi potranno essere utilizzati a scopi commerciali. Il Paolo Antibufala dice “in pratica li avete venduti. In realtà non è così, in pratica li avete regalati ad una società quotata in borsa che può farne ciò che vuole a fini commerciali.

Se pur con moltissime criticità di ragionamento, il discorso che fece Wu Ming 1 in questo articolo – almeno nella parte in cui si parla del lavoro invisibile degli utenti dei social network – non è così difforme dalla realtà.
Senza andare a scomodare Marx, stiamo realmente parlando di sfruttamento – nel senso più etimologicamente stretto – di una manovalanza digitale che produce contenuti gratuiti in favore di società quotate in borsa e quindi per natura intrinseca rivolte al capitale.

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Tutta la Trattativa Stato-Mafia in un sito

di SKA su Antimafia il 7 Dicembre 2012, 15:00

Breve segnalazione di un progetto fondamentale: è stato creato un sito dedicato alla Trattativa Stato-Mafia in cui si tiene puntuale controllo dei documenti, processi, indagati e storia.

L’argomento Trattativa Stato-Mafia mi sta molto a cuore e l’ho anche trattato più volte, anche se altrove.
Non si può quindi non apprezzare e ringraziare i curatori del sito.

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Dichiaro quanto segue: siete dei fessi

di SKA su ControInformazione il 20 Ottobre 2012, 23:28

Avevo scritto un titolo molto più garbato inizialmente, ma alla fine non ho resistito. Non me ne vogliano coloro i quali – in maniera sincera, ma ingenua – credono un po’ a tutto ciò che gli viene proposto ed agiscono senza pensare. Nell’era dell’iper-informazione e di Facebook il classico passaparola da bar, la leggenda metropolitana che diventa realtà raccontata al liceo, vengono sostituiti dalle bacheche altrui.

Continua a circolare – da mesi ormai – un messaggio ben scritto, con una finta infarinatura normativa e fornendo una buona dose di carica emotivo-revanchista per creduloni e complottisti dell’ultimo minuto. L’avrete visto (o scritto, quindi mi rivolgo a voi) molte volte in queste ultime settimane e recita queste parole:

“Dichiaro quanto segue: Qualsiasi persona o ente o agente o agenzia di qualsiasi governo, struttura governativa o privata, utilizzando o il monitoraggio di questo sito o qualsiasi dei suoi siti associati, non ha il mio permesso di utilizzare informazioni sul mio profilo, o qualsiasi parte del suo contenuto compaia nel presente, compreso ma non limitato alle mie foto, o commenti sulle mie foto o qualsiasi altra «immagine» pubblicata nel mio profilo o diario. Sono informato che a tali strutture è strettamente proibito divulgare, copiare, distribuire, diffondere o raccogliere informazioni o intraprendere qualsiasi altra azione riguardante o contro di me tramite questo profilo e il contenuto dello stesso. Divieti precedenti si applicano anche ai dipendenti, stagisti, agenti o qualsiasi personale sotto la direzione o il controllo di dette entità. Il contenuto di questo profilo è privato e le informazioni in esso contenute sono riservate al circolo di persone alle quali esso è destinato. La violazione della mia privacy è punita dalla legge. UCC – 1 – 308 – 1-103. Facebook è ora un’entità quotata in borsa. Tutti sono incoraggiati a pubblicare un bando come questo, o se preferite, è possibile copiare e incollare questa versione. Non pubblicare tale dichiarazione almeno una volta, indirettamente permette l’uso di oggetti quali immagini e informazioni nei vostri aggiornamenti di stato pubblici.”

Ne girano alcune versioni, all’incirca con le stesse parole, anche se negli ultimi giorni alcuni utenti arrivati “in ritardo” ne stanno privilegiando quella con dei fastidiosissimi MAIUSCOLI, che dovrebbero rimarcare con ancora più forza a Facebook che NON POSSONO privarci della NOSTRA privacy. Un modo per sommare fastidio su fastidio.

Basterebbe fare un paio di ricerche in rete – quindi uscire da Facebook e godere dei miliardi di altre pagine esistenti sul web – per trovare chi ne ha già parlato, capire la bufala ed evitarvi brutte figure coi vostri amici.

Il gioco che vorrei fare però è un altro. Provare per qualche minuto a prendere sul serio il testo, analizzarlo e sbugiardarlo su basi concrete.Internet, serious business.

Partiamo dalla legge citata. La UCC – 1 – 308 – 1-103 esiste (Uniform Commercial Code), ma con la privacy o con il social networking non ha veramente nulla a che fare. Lo UCC è una delle leggi modello, nello specifico un modello di legge in materia di contratti commerciali, disciplina il contratto di vendita, della garanzia per il bene venduto, dell’agenzia e del contratto d’appalto.

In aggiunta: si tratta di una legge statunitense e – anche volendo – non può essere applicata in Italia. Volendo parlare di proprietà intellettuale, quella di una immagine o di un testo nasce con la creazione del prodotto stesso. In Italia è la Siae (fino ad oggi in esclusiva) a garantire la tutela del diritto di copia, che è, come ogni altro diritto di proprietà, cedibile: pubblicando testi, immagini o altri contenuti su Facebook, il diritto di copia viene ceduto al social network, come da contratto, diventando de facto di sua proprietà (perlomeno fino a quando non sarà il singolo utente a volerli rimuovere assieme al proprio profilo). Qualche informazione in più sul dove vanno a finire e come vengono utilizzati i nostri dati in Facebook.

Vero anche il presupposto di Facebook che è diventata una società quotata in borsa (publicly traded company), come sanno anche i sassi, ma non ci sono stati radicali cambiamenti sul come la società utilizzi o tratti i dati personali degli utenti. La società è sempre all’opera per fare dei ritocchi sulle Terms and Conditions che ogni utente accetta spontaneamente all’iscrizione e/o restando iscritti al social network, ma è anche costretta per legge ad informare ogni volta che avvengono modifiche rilevanti nella normativa generale, privacy e trattamento dei dati.

La considerazione viene da sé: può uno status scritto dentro Facebook – con nessuna natura legale – fornire un qualche tipo di immunità nei confronti della società? No. Non è un magico talismano legale o uno scudo protettivo.
Per gli amanti dell’esoterico e del fantascientifico però c’è chi vi può fornire spiegazioni alternative. Circolano queste singolari teorie ultra-complottiste che disegnano gli utenti come “cavie da laboratorio”, vittime di armi di distrazioni di massa, controllo totale da parte di super-esperti del marketing che ci usano come burattini. Questo del post in bacheca sarebbe soltanto uno degli esperimenti di cui saremmo vittime (sic). Anche qua, ognuno è libero di credere in ciò che ritiene opportuno. Il Vaticano si basa sugli stessi princìpi.

Ritornando al punto e con un Repetita iuvant: quando vi iscrivete a Facebook (o per estensione qualsiasi altro servizio web) ne accettate esplicitamente anche i termini e le condizioni, che includono anche la normativa sulla privacy e l’utilizzo dei dati. Un vostro status privato non cambia in alcun modo l’accettazione iniziale.
Se non accettate le condizioni del servizio l’unica vera azione che potete mettere in atto per la tutela dei vostri dati è andare qui.

(N.B. Ironico il fatto che Facebook in primis ha avviato un’iniziativa volta ad informare gli utenti sulle proposte di modifica della governance e al contempo farli partecipare attivamente per sottoporre o votare per accettare o meno le modifiche in atto.)

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La crisi colpisce tutti, anche lui

di SKA su Notizie Commentate il 22 Giugno 2012, 18:59

Il discorso sarebbe molto semplice. Non dovrebbe avere più senso parlare di un cadavere ancora caldo – politicamente eh – come quello di Silvio Berlusconi.
Ma a quanto pare l’armata mediatica si è rimessa in moto per riportarlo il più velocemente possibile sulla bocca e sulla penna dei giornali. Il giochino funziona da un ventennio: sia che i lettori siano pro-cavaliere che contro-cavaliere il risultato è che restiamo irrimediabilmente affascinati dall’eroe anti-eroe Berlusconi.
Un cappello inutile per tornare a parlare di Spin Doctors e lo faccio citando l’articolo dell’Agi, riportato da Affaritaliani – e poi a macchia d’olio, as usual – secondo il quale il povero Silvio sarebbe costretto a fare dei tagli, dei sacrifici economici, perché spenderebbe troppo. Su nonleggerlo un riassuntino di tutte le spese. Sarebbe facile fare dell’ironia, la lasciamo però alle considerazioni dei più in favore di una breve riflessione, se possibile forse ancora più banale.

Gli Spin Doctors del cavaliere stanno lavorando alacremente dal momento in cui si è deciso che non è il caso di lasciare l’eredità del PdL in mano all’immagine sbiadita di Alfano. B. serve ancora, perché non c’è un altro leader adatto, soprattutto dopo l’avanzata di un Grillo che ha più punti in comuni con lo psiconano di quanti si possa immaginare. Ed ovviamente a B. serve ancora la politica per tenersi lontano dalle beghe giudiziare, in tutto questo tempo non hanno ancora trovato un modo alternativo per evitare le aule. Già con la faccenda del giocatore Thiago Silva se n’era avuto sentore, ma ormai la strategia mediatica sta prendendo la strada definitiva dell’uomo che si sacrifica per i cittadini e per il paese, che è sì ricco sfondato, ma anche lui ha “i nostri stessi problemi” che se posizionati su piani retorici adeguati possono sortire lo stesso effetto di un cassaintegrato che sa come pagare l’affitto. “Se deve pagare 100 milioni l’anno come farà a portare avanti le sue aziende? E il Milan? E la situazione familiare?”. L’idea che vogliono instillare nei confronti del ceto borghese moderato a cui si rivolge il PdL è questa, pulendo quanto più possibile l’immagine del leader e posizionandolo – secondo i dettami della narrativa emotiva – come martire, vittima e successivamente salvatore. Ci hanno già provato molte volte, ma l’immagine del cialtrone arricchito e volgare ha sempre prevalso e al tempo stesso vinto. Nell’era post-Monti quella vecchia immagine non potrà mai più funzionare.

Stringiamo la cinghia insieme, Silvio.

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I dati sul gioco online del 2012

di Camerata Stizza su Propaganda il 31 Maggio 2012, 11:52

La parola Crisi viene dal latino Crìsis e dal greco Krisis, derivazione diretta di Krino ossia “separo” ed il momento che separa una serie di fenomeni da altra differente, è il momento decisivo di un cambiamento radicale in bene o in male. La crisi – di qualsiasi specie sia – non dovrebbe quindi protrarsi per un periodo eccessivamente lungo, nel caso di quella economica il momento di rottura c’è già stato e c’è chi prova a riprendersi dalla botta subìta.

Il caso degl italiani e dell’Italia è curioso: nonostante sembri che le nostre tasche siano sempre più vuote, la spesa totale e pro capite dedicata al gioco aumenta ogni anno. I dati del 2011 parlano di 76,5 miliardi di euro complessivo, mentre i dati del 2012 denotano una tendenza ad una crescita costante.
Nei primi due mesi del 2012 sono stati raccolti 22,8 miliardi di euro, un trend positivo del 26,7% rispetto al medesimo periodo del 2011 (18 miliardi). Nel solo mese di marzo la raccolta dell’intero settore gaming è stata di 7,717 miliardi, con un incremento di circa 700 milioni rispetto al mese di febbraio.
Più della metà di questo incremento è dovuta alla risalita di NewSlot e Vlt. Viviamo in un periodo tecnologico nel quale il successo del casinò live online si è ormai affermando, lo dimostra sia il numero crescente di giocatori, che i dati sopra esposti.

Il gioco online è uno dei pochi settori che non solo non ha sofferto la crisi economica, ma che si trova in continua espansione, al punto che i migliori siti cercano sempre nuove strategie per creare divertimento e vincite online.

Una delle strategie più interessanti degli ultimi mesi riguarda il gioco a premi Affari Tuoi online curato da 888.it, il famoso gioco con i pacchi a sorpresa che da alcuni mesi è diventato online. Il vantaggio del gioco è nella sua disponibilità, si può giocare in qualsiasi momento della giornata ed il sito è attivo tutti i giorni 24 ore su 24.

Lo scorso mese 888.it ha lanciato in TV una campagna pubblicitaria che offre 5.000 Euro di bonus al mese per quattro anni. Lo spot pubblicitario (video in calce) apre le porte a tutti coloro che vogliono provare la fortuna dei pacchi online.  Per coloro che preferiscono il gioco classico ed in diretta il sito offre la possibilità di giocare direttamente al Blackjack, alla Roulette o al Baccarat con dei croupier veri.

Ovviamente il sito ha regolare licenza AAMS ed aderisce alle direttive del gioco responsabile.

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Terremoto 2.0

di SKA su Notizie Commentate il 31 Maggio 2012, 11:42

Su Terremotoemiliaromagna.it creato da Simone Busoli la mappa interattiva ed aggiornata in tempo reale basata sui dati forniti da Ingv.it, con annesso grafico.

P.s. Interessante notare come ancora una volta un istituto con pochi soldi e tenuto in piedi da ricercatori precari sia il fulcro informativo dell’intera nazione.

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Facebook non è Amazon

di SKA su Notizie Commentate il 22 Maggio 2012, 12:47

Continuo a leggere di paragoni tra le quotazioni in borsa di Facebook e Amazon: il parallelismo “confortante” dovrebbe essere dato dal fatto che Amazon – come FB – nelle prime settimane ha perso molto ed il valore delle sue azioni è stato per molto tempo inferiore al suo prezzo di collocamento. Poi, quasi per magia – secondo i meravigliosi cronisti dell’ultim’ora – il titolo di Amazon si è quadruplicato. L’azzardato paragone tra Facebook e Amazon è dato dal fatto che entrambi “lavorano sul web” e fanno parte del settore IT.
Ed questa è la cazzata più grossa.
Il titolo di Amazon si è quadruplicato perché Amazon produce qualcosa di tangibile: sentito mai parlare di Kindle? l’e-reader diventato leader del settore in pochi anni? Amazon ha magazzini interi pieni di roba vera e tangibile: libri, cd, materiale tecnologico, abbigliamento persino. Laddove non possiede magazzini con il materiale da spedire, ha accordi commerciali con magazzini che spediscono conto terzi e te lo spediscono direttamente a casa.
E del mastodontico mercato degli e-book venutosi a creare negli ultimi 3 anni? Investimenti reali.
Per Amazon il sito web è solo – se pur l’unico – canale di accesso per l’acquisto di merce vera, che è invece il business reale che sta alle spalle della società di Seattle.
Facebook cosa produce? Il modello di business alle spalle del più popolare social network di massa si basa su due basi fondamentali: la forza dei numeri dei propri utenti – 900 milioni – e gli introiti pubblicitari. Non produce nulla di realmente tangibile che possa funzionare da cuscino nel caso di una nuova bolla e/o fallimento della stessa FB.
A meno che non si decida che è possibile fare compravendita diretta degli utenti (già avviene in maniera indiretta con gli sponsor personalizzati) FB non è minimamente paragonabile ad Amazon. Sul come andranno le quotazioni non ne ho idea, ma se fossi un investitore dell’IT guarderei altrove.

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Carlo Ruta assolto in cassazione

di SKA su Notizie Commentate il 11 Maggio 2012, 11:49

A settembre del 2008 mi trovai davanti ad una notizia della quale sembrava importare poco in giro per il web, negli anni successivi sarebbe diventato invece un argomento di dibattito attualissimo. Sto parlando della vicenda di Carlo Ruta che l’8 maggio 2008 venne condannato per il reato di stampa clandestina

previsto dall’art. 16 della legge sulla stampa del 1947 per non aver eseguito la registrazione del proprio sito web www.accadeinsicilia.net presso la cancelleria del tribunale come previsto dall’art.5 della succitata legge. Ruta è stato condannato al pagamento di una pena pecuniaria di 150 euro (ridotta con le attenuanti generiche) più il pagamento delle spese processuali che ammontano a 5000 euro.

Ruta ha portato avanti la propria battaglia sino ad arrivare in Cassazione e la sentenza è arrivata ieri: assolto perché il fatto non susssiste.
Un precedente che conferma il fatto – è triste che ci fosse bisogno di una sentenza a sancirlo e non la semplice logica – che i blog “non rientrano nei prodotti editoriali della legge sull’editoria, non devono essere registrati e non sono stampa clandestina.”

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Piove, Google ladro

di SKA su Notizie Commentate il 6 Maggio 2012, 15:35

Tramite Mantellini leggo una riflessione sui soliti discorsi dei grandi gruppi editoriali italiani. La parte che mi ha più colpito è, nel 2012, il livore opportunista contro google che non corrisponde diritti d’autore sui contenuti giornalistici prodotti. Detto dalla voce di Rcs che distingue la versione online via desktop con quella mobile, obbligando il pagamento della seconda, fa abbastanza ridere (p.s. basta cambiare user agent !!1!).
Ma la soluzione è semplice : non vuoi regalare i tuoi contenuti al cattivo google? Non farlo.
Ed il codice a cui si riferisce anche mantellini è basilare per chi lavora nel web.
User-agent: Googlebot
Disallow: /

Ed il problema è risolto. Un crawler non ruba niente, raccoglie solo ciò che trova. Mettetelo in azione da domani e poi riparliamo di raccolta pubblicitaria.

Edit: c’è chi mi ha chiesto via mail, seriamente, dove vada messo quel codice. Ho dimenticato di specificare che va messo nel robots.txt.

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“Il Casalese”: storia di un sequestro mancato

di SKA su Notizie Commentate il 28 Aprile 2012, 15:55

Da leggere tutto d’un fiato questo articolo di Giuseppe Parente su Notte Criminale in cui si narrano le vicende del libro “Il casalese. Ascesa e tramonto di un leader politico di Terra di lavoro” scritto da nove giornalisti campani, per le edizioni Cento Autori. Il libro che ha come protagonista Giovanni Cosentino “amministratore unico dell’Aversana Petroli e della Ip service, fratello del deputato del Popolo delle libertà Nicola Cosentino, già sottosegretario all’economia nel governo Berlusconi III ed ex coordinatore regionale del popolo delle libertà in Campania” ha rischiato di venire sequestrato e distrutto in blocco su richiesta in tribunale di Cosentino:

Sequestro immediato e distruzione di tutte le copie attualmente in vendita nelle migliori librerie italiane, oltre al risarcimento di un milione e 200 mila euro.

E invece niente.

Il giudice del tribunale civile di Napoli, Angela Carbone ha respinto la richiesta dei legali di Giovanni Cosentino, di procedere ex articolo 700 per il sequestro del libro, rinviando la decisione al giudizio di merito.

Andate a leggerlo per farvi una bella panoramica sui Cosentino.
(Via Xaaraan)

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Blog autodisciplinanti

di SKA su Notizie Commentate il 26 Aprile 2012, 22:40

Scrivo velocemente per motivi tecnici e di tempo. Vi consiglio di leggere l’articolo de il Nichilista in merito all’ennesima discussione su regolamentazione dei blog con normative di dubbia fattispecie. L’avete letto? Perfetto. Ne abbiamo già parlato molte volte qui sopra e sarebbe ridondante se non fosse che ci si avvita sempre sulle stesse argomentazioni.
I blog non hanno bisogno di alcuna regolamentazione. Perchè se le motivazioni favorevoli o contrarie ad una qualche forma di decreto o comma sono quelle della diffamazione o calunnia stiamo in un territorio già regolamentato dalla legge, che salvaguardia le eventuali persone offese. Quando la Severino parla di autodisciplina ha ragione, nel senso che chi scrive in pubblico e per un pubblico (più o meno vasto che sia) dovrebbe già sapere i rischi penali e/o civili in cui può incorrere in caso di diffamazione, calunnia o falso.
Per regolamentare la libertà di espressione di opinioni e notizie (vere) basta e avanza l’art. 21.
Se poi parliamo di blog in quanto strumento informatico, ma utilizzato da società editoriali stiamo già parlando di prodotti editoriali che prevedono regolare registrazione e a cascata tutte le norme concernenti editoria, ordine dei giornalisti e deontologia professionale.
Va benissimo tenere gli occhi aperti su possibili limitazioni delle libertà individuali, bisognerebbe farlo quando ce n’è realmente bisogno però.

 

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Accise sui carburanti: quanto incidono sui prezzi

di SKA su ControInformazione il 26 Aprile 2012, 11:42

Un titolo semplice per un articolo semplice, che serva da specchietto aggiornato al 2012 e per farsi un’idea dei motivi che fanno – e hanno fatto – salire alle stelle i prezzi di benzina e diesel (sì, anche GPL, ma lì è una storia a sé).

UN TESTO CONSIGLIATO
Le accise sui prodotti energetici e sull’elettricità

Ne parlammo già nel lontano 2006 nell’articolo “La verità su caro benzina e gasolio”, i toni erano giustificatamente allarmistici e delineavano il quadro reale della situazione prezzi-carburante. A guardare oggi quei dati mi piacerebbe poter tornare ai prezzi dell’epoca: si parlava di 56.7 euro di pieno benzina per un’auto di media cilindrata. La stessa auto a benzina che avevo nel 2006 oggi mette circa 80 euro di pieno. Tanto per iniziare a scrivere qualche cifra.

All’epoca segnalai il sito web stopaccise.com – gestito dall’Istituto Bruno Leoni – che ancora resiste, ma è fermo ai dati del 2006.

Elenco delle accise statali.

(Accise ufficiali, con prezzi ancora in lire e rapportati in euro. Tutti dati facilmente reperibili, ma che riepilogo per semplicità d’esposizione.)

1,90 lire (0,00103 euro) per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935-1936;
14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
10 lire (0,00516 euro) per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963;
10 lire (0,00516 euro) per il finanziamento dell’alluvione di Firenze del 1966;
10 lire (0,00516 euro) per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968;
99 lire (0,0511 euro) per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976;
75 lire (0,0387 euro) per il finanziamento del terremoto dell’Irpinia del 1980;
205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
0,04 euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011;
0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
0,112 Euro sul diesel e 0,082 Euro per la benzina in seguito al Decreto Legge 6 dicembre 2011 n. 201 «Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici» del governo Monti.

Totale accise : 0,48 euro.
Vanno aggiunti:
– imposta di fabbricazione sui carburanti : +70,42 cents/euro benzina / +59,32 cents/euro gasolio
– IVA 21% : +15 cents/euro benzina / +12 cents/euro gasolio
dal 1999 esiste anche un’accisa regionale opzionale (applicata in Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Abruzzo, Lazio, Campania, Molise, Puglia e Calabria)

Media nazionale a Febbraio 2012 (basata su un prezzo medio di 1,801 per la verde, ad oggi siamo a circa 1840)
0,7070 benzina
0,5820 gasolio

Le accise incidono per il 58% sul prezzo finale di benzina e gasolio.

Nell’infografica qui sotto a cura della redazione de Linkiesta e pubblicata integralmente su Yahoo si può vedere nel dettaglio quanto incidano i costi statali sul prezzo finale.
Infografica Benzina Linkiesta

Ok, sono indignato e protestero’ con veemenza. Ma mi serve l’auto: come faccio a risparmiare un po’?

Prendere di più i mezzi pubblici potrebbe essere la soluzione migliore.
Altrimenti esiste il già segnalatissimo Pompe Bianche che indica i distributori indipendenti che teoricamente dovrebbero avere prezzi più bassi nei confronti dei grandi marchi. Per esperienza personale però vi dirò di verificare e confrontare più distributori attorno alla vostra zona, perché gli indipendenti – le pompe bianche per l’appunto – non sempre hanno prezzi vantaggiosi.

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Prescritto e mazziato

di SKA su Notizie Commentate il 25 Febbraio 2012, 20:35

Non è nè assolto nè colpevole, è prescritto. Tutto come da prassi insomma. Ma la questione fondamentale è: chi se ne fotte?
Su questo punto leggete questo pezzo de linkiesta che non riesco a linkare per menomazioni tecniche.

http://linkiesta.it/mills-berlusconi-prescrizione

Se invece non potete fare a meno dei dettagli giudiziari, andare di qua
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/25/processo-mills-giudici-camera-consiglio-oggi-sentenza-silvio-berlusconi/193773/

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Il giocatore imberbe

di Camerata Stizza su Propaganda il 6 Febbraio 2012, 14:40

Che allo Stato piaccia fare cassa sulle spalle delle categorie sociali più deboli, purtroppo sembra ormai un dato di fatto. L’AAMS, i Monopoli di Stato, ha però superato il limite: inebriati dagli introiti fiscali del 2011 hanno realizzato, insieme all’agenzia Civicamente, una campagna di prevenzione della dipendenza dal gioco d’azzardo “Giovani e Gioco” rivolta ai ragazzi delle scuole superiori, il risultato però è quasi propagandistico.

La campagna prevedeva la distribuzione nelle scuole di alcuni DVD che, secondo gli obiettivi dell’AAMS avrebbero dovuto “sensibilizzare e stimolare i ragazzi ad una conoscenza del gioco pubblico sotto il profilo di principi positivi quali la legalità, l’equilibrio e la responsabilità”. I filmati però, oltre a dimenticare che il gioco d’azzardo – di qualunque genere, dal gratta e vinci al casinò gambling online – è vietato per legge a tutti i minori di 18 anni, nascondevano dietro al tentativo di informare elementi fin troppo “stimolanti”:

Evolve chi si prende una giusta dose di rischio, mentre è punito chi non rischia mai o chi rischia troppo.
È divertente, gratificante e ti fa guadagnare un bel po’ di soldi senza fatica (riferito al gioco d’azzardo)
Ci si attacca alla rete, al cellulare, alle slot machine o ai videopoker parcheggiati nei bar per dare risposta al primordiale bisogno di vincita che l’essere umano ha in sé.

Più che informazione è reclutamento giocatori, l’ha pensata giustamente così Conagga, associazione dedicata alla lotta alla dipendenza da gioco, che ha richiesto l’immediata sospensione della campagna invocando l’intervento del primo ministro Monti.

L’AAMS intanto si nasconde dietro un semplice “passo falso” comunicativo, che comunque non gli ha impedito di mandare in onda nelle tv nazionali un altro orrore di comunicazione: lo spot “La prima volta non si dimentica mai”. Naturalmente si parla di gioco non di sesso, a sottolinearlo è la tagline finale “Innamorati del gioco, legale e responsabile”. Il video per fortuna ha avuto vita breve, tra le urla di associazioni e gruppi di parlamentari l’AAMS lo ha dovuto ritirare dalla circolazione.

Alla luce di ciò sarebbe consigliabile o cambiare agenzia di comunicazione, o affidare le campagne di sensibilizzazione a chi non ha interessi economici da difendere, come le associazioni di cittadini o, a livello istituzionale, a commissioni ministeriali.

Lo Spot “La prima volta non si dimentica mai”

Servizio su Giovani e Gioco

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Mail che meritano #1

di SKA su Il Terzo Occhio il 2 Febbraio 2012, 17:41

Alcune volte arrivano in “redazione” alcune mail fenomenali, le leggo sempre tutte, alcune volte rispondo, ma altre volte le archivio per personale sollazzo. E’ giusto invece che più persone possibili possano goderne.

Ciao,

ho letto i tuoi post e devo dire che sono interessanti. Vorrei poter collaborare, visto che sono un giornalista abbastanza affermato. Vorrei dire la mia sui fatti che accadono ogni giorno e vorrei farlo senza dichiarare il mio nome, in modo da potermi sfogare contro lo schifo che succede ogni giorno. Magari posso inviarti dei pezzi che ho scritto su alcuni miei colleghi che hanno il membro che puzza di pesce lesso, oppure una serie di osservazioni che ho scritto sullo smegma. Fammi sapere.

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extra

WTF?

Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.