Psicocinesi mediata
di SKA su La dimanche des crabes il 12 Giugno 2008
Il vecchio saggio cinese Fang descritto da Benni in “Terra!” aveva dei forti poteri psichici, poteva leggere il pensiero e mettersi in contatto con gli altri senza neanche aprire bocca. Tra i possibili poteri psichici dell’uomo viene spesso citata la suggestiva psicocinesi, o telecinesi che dir si voglia, la possibilità ossia di spostare o muovere oggetti con la sola forza del pensiero.
Le teorie, ma soprattutto le dimostrazioni, che avvalorino l’effettiva esistenza di una capacità psichica di questo tipo sono molto labili, spesso discordanti ed affatto convincenti. Basti pensare all’ultimo caso riconosciuto, quello di Nina Kulagina, una medium su cui erano stati effettuati degli studi da parte dell’ex URSS in piena guerra fredda. Quindi tutt’altro che attendibili.
Ma la psicocinesi è il futuro che ci aspetta, se mai ci arriveremo. Non un potere psichico che si autosviluppi nelle nostre sempre più aumentate capacità cerebrali, ma una “forza” mediata dalle macchine. Per questo parlerò di Psicocinesi mediata. Tutto parte dall’osservazione di uno studio effettuato dal professor Junichi Ushiba che fornisce la possibilità di muovere il proprio avatar su Second Life tramite impulsi cerebrali (vedi qui e qui. Alcuni scettici credono si tratti di una bufala, il che è probabile. Ma il punto non è tanto quello che c’è ora, ma ciò che è potenzialmente possibile: mappare gli impulsi cerebrali, codificarli e darli in pasto a supporto tecnologici extracorporei.
Le possibilità sarebbero numerose, soprattutto per utenti disabili. Penso ad esempio ad una persona con difficoltà verbali e motorie che possa comunicare liberamente tramite un word processor collegato al cervello. O alla possibilità di muovere una carrozzina nello spazio fisico. Ma anche cose banalissime per i cosiddetti normodotati, scrivere senza una tastiera, cambiare canale in tv o far partire il programma caffè dalla macchinetta. Come aprire una porta o l’anta di un armadio.
Basterebbe un dispositivo wi-fi simile ad un qualsiasi auricolare che già utilizziamo per i nostri cellulari.
Qui siamo in un contesto non scientifico, da persone terra-terra e quindi parlo di banalità. Ma potenzialmente le possibilità, anche commerciali, sarebbero illimitate.
E perchè no, leggere il pensiero? Se si riesce a tradurre un impulso da dare in pasto ad un word-processor, perchè non farlo tra supporti dello stesso tipo come delle cuffie? Gli screen-reader per il web esistono già, due persone in una stessa stanza potrebbero comunicare senza bisogno di parlare, con una voce robotizzata che sintetizza l’impulso inviato.
Poi però verrebbero le armi-a-pensiero. L’introduzione di veri e propri psicoreati, ipotizzati in maniera differente da Orwell in 1984. Le intercettazioni ambientali sul pensiero. Il servizi 2.0 pensiero-oriented.
Il caffè continuo a farmelo con la vecchia moka.
12 Giugno 2008 alle Giu 12, 08 | 23:49
mi sa che il caffè te lo sei anche corretto.
Ma con i Trasformers ci hai già parlato o aspetti di prenderci più confidenza;)