Il femminicidio di Elisa Pomarelli: quando i media oltraggiano la vittima – Valigia Blu
di SKA su Cose dette da altri, Notizie Commentate il 9 Settembre 2019
Una particolare forma di vilipendio di cadavere cui purtroppo tocca periodicamente assistere è quella che alcuni media riservano ai casi di femminicidio. Meglio ancora se accompagnata con l’apologia dell’imputato o del reo confesso, e tutta una serie di aggettivazioni e attribuzioni tese a riconoscergli delle attenuanti che, se inesistenti in fase processuale, di sicuro funzionano sul piano culturale agli occhi dell’opinione pubblica.
È il caso dell’omicidio di Elisa Pomarelli, per il quale è stato arrestato Massimo Sebastiani, 45enne che ha confessato l’omicidio (si ipotizza lo strangolamento) e l’occultamento del cadavere, dopo essersi nascosto per circa 15 giorni, circostanza per cui il padre di una sua ex compagna è stato indagato e arrestato con l‘accusa di favoreggiamento – avrebbe aiutato Sebastiani a nascondersi. Un delitto che si inserisce in un quadro di atteggiamenti ossessivi e persecutori, quell’attrito pericoloso tra attenzioni insistenti e incapacità di accettare rifiuti, con l’uomo che continuava a considerare la vittima come propria fidanzata, a dispetto di resistenze e dinieghi, fino alla decisione di uccidere e poi di nascondere il cadavere. Come ricostruito sul Corriere da Martina Pennisi ed Elena Tebano, secondo un’amica la vittima era lesbica, perciò il quadro di pressioni, insistenze e persecuzioni maturato nel femminicidio avrebbe anche una componente omofoba.
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