Liste pulite
di SKA su ControInformazione il 4 Aprile 2007
In vista delle prossime elezioni amministrative del 27-28 Maggio (13-14 in Sicilia) la Commissione Antimafia vota all’unanimità una mozione in cui si invitano tutti i partiti, le formazioni politiche e le liste civiche ad escludere tutti i potenziali candidati che hanno già ricevuto condanne definitive o che siano rinviati in giudizio.
Francesco Forgione, presidente dell’Antimafia lancia un duro invito “ai partiti, alle formazioni politiche e alle liste civiche di sottoscrivere un codice di autoregolamentazione per escludere non solo, com’è già previsto oggi grazie al testo unico sugli enti locali di 7 anni fa (18 Agosto 2000) tutti i potenziali candidati che abbiano già subito condanne definitive, ma anche quelli rinviati a giudizio.”
A chi è finito davanti al giudice per reati gravi come l’associazione mafiosa, l’estorsione, l’usura, il riciclaggio e l’impiego di denaro di provenienza illecita, il trasferimento fraudolento di valori, il traffico illecito di rifiuti, dovrà essere non solo chiesto, ma imposto, di non candidarsi.
Il Testo Unico delle leggi sull’ ordinamento degli Enti Locali cui si riferisce Forgione, promulgato il 18 Agosto 2000, specifica a chiare lettere tutte le “Cause ostative alla candidature” all’Art 58 e le opzioni di “Sospensione e decadenze di diritto” all’Art.59, citando pedissequamente tutti i reati ed i casi di imputazione previsti.
Ovviamente non a caso, succede che anche il Leader de L’Italia dei Valori presenta in Senato un disegno di legge (in linea con il programma) in cui chiede semplicemente di bloccare tutte le candidature per quanti abbiano subito condanne definitive e la sospensione immediata per coloro che ricevono la pronuncia finale della Cassazione ad elezione avvenuta.
Oltre ai Senatori IDV arrivano singolari firme in favore del disegno di legge, ci sono Barbato (Udeur), gli ormai famosi Rossi e Turigliatto (ex Pdci ed ex Rifondazione), Pallaro, ma anche i senatori a vita Montalcini, Colombo ed il più divertente Andreotti.
Banale ricordare la posizione del più illustre dei condannati, Cesare Previti, condannato a sei anni per corruzione nel processo Imi-Sir, attualmente affidato ai servizi sociali, eppure ancora comodamente seduto nel proprio seggio. Inaccettabile.
Il fatto che la proposta venga direttamente, e all’unanimità, dalla Commissione Antimafia dovrebbe essere visto come la volontà di cambiamento e non becero giustizialismo, parola utilizzata sovente dai portatori tout court della politica del “volemose bene”.
Soprattutto se poi la richiesta è ancora più banale : il rispetto di una normativa ormai in vigore da 7 anni.
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4 Aprile 2007 alle Apr 04, 07 | 14:00
Un passo fondamentale verso una democrazia che va oltre gli interessi dei cosche mafiose però credo che questo provvedimento debba essere applicato anche a tutti quei politici in carica con un processo a carico.