Disparità di accesso
di SKA su ControInformazione il 25 Febbraio 2008
Come in ogni tornata elettorale la nostra povera Italia è costretta a sorbirsi vagonate di interviste, messaggi autogestiti, presenzialismi sfrenati da parte degli esponenti politici in tutti i mezzi d’informazione esistenti. In particolar modo la televisione, costretta a sua volta nelle ferre maglie dell’ormai arcinota Par Condicio.
La normativa in questione è rivolta a garantire la parità di accesso ai mezzi di informazione da parte dei partiti politici.
Succede però che nei giorni scorsi i capigruppo Morri e Lainati, rispettivamente di Pd e Fi, presentino un emendamento – approvato da Paolo Brutti in commissione parlamentare di Vigilanza – che modifica l’art. 3 del regolamento.
Quello che i radicali definiscono come “golpe mediatico” modifica radicalmente proprio quella parità di accesso sancita dalla legge 28 del 2000.
In parole povere: la torta dell’accesso mediatico viene così spezzata in 2 tronconi del 50% a discapito dei piccoli partiti ed in netto favore delle coalizioni maggiori, quindi PD e PDL. Il primo 50% viene diviso in maniera proporzionale tra 28-29 formazioni politiche “minori” mentre l’altro 50% “sarà suddiviso in maniera paritaria solo tra una ventina di formazioni presenti attualmente in Parlamento: quelle che hanno un gruppo parlamentare alla Camera o al Senato.”
Nel contempo la RAI si trova difatto svincolata da obblighi di parità di trattamento, negli inviti ai partiti, in tutte le trasmissioni che si occuperanno di politica e non saranno costrette ad invitare i 28-29 partiti minori. Con un evidente sbilanciamento dell’asse informativo, paritario e pluralista sino ad oggi caldeggiato principalmente dal centro-sinistra.
Due pesi e due misure personalmente inaccettabili.
Fonti:
– Regolamento per la “par condicio” – Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
– Rai, sulla par condicio i giganti hanno la meglio sui nanetti – IlTempo
– Legge 28/2000
26 Febbraio 2008 alle Feb 26, 08 | 12:45
Non a caso è per questo che la chiamano dittatura della maggioranza. Soprattutto se sono loro a farsi le regole del gioco.
25 Febbraio 2008 alle Feb 25, 08 | 19:14
Questa “chicca”, confesso, mi mancava anche se ormai fatico a stupirmi ancora difronte a questa gente. Personalmente comunque ho una parcondicio automatica sul telecomando; quando li vedo, cambio canale direttamente! 😉
Buona settimana (per quel che il tempo ci regalerà)
26 Febbraio 2008 alle Feb 26, 08 | 11:51
E’ giusto: i partiti piccoli, non valendo un cavolo e prendendo fior fior di quattrini, non devono neanche avere diritto di parola.
Facessero una grande coalizione e poi potranno aprire bocca. Sai che palle se la Santanchè o Ferrando avessero la stessa possibilità di parlare al pari di Veltroni e di Berlusconi.