Costi di Ricarica : anomalia italiana

di SKA su ControInformazione il 4 Giugno 2006

Alcuni direbbero che arriviamo tardi, invece no.
E cmq, repetita iuvant.

Sono infatti di ieri le notizie sull’avvio delle indagini da parte dell”Autorità delle Comunicazioni e l’Antitrust in relazione ai cosiddetti “costi fissi” sostenuti dagli utenti per le carte telefoniche ricaricabili.

Le associazioni dei consumatori fino ad oggi hanno fatto orecchie da mercante, c’è voluto l’intervento di uno studente, Andrea D’Ambra che ha spedito la denuncia di questa truffa nei nostri confronti direttamente alla Commissione Europea.

Per primi si sono accodati all’iniziativa Punto Informatico e successivamente Beppe Grillo, che hanno dato la giusta rilevanza alla Petizione per l’abolizione dei costi di ricarica.

Le indagini sono rivolte a scoprire se le compagnie telefoniche (Tim, Vodafone, Wind, 3) abbiano ormai blindato questo sistema di costi fissi con un’unità di intenti che prefigura un cartello, operazione in pieno contrasto con le normative Europee ed Italiane sulla concorrenza.

Soprattutto perchè i costi fissi non sono una tassa o un’imposta governativa.
Sono solo un sovrapprezzo perpetrato nei nostri confronti dalle compagnie telefoniche italiane.
All’Estero non esistono costi di ricarica.

Tutta la documentazione la trovate su Aboliamoli.eu.
Per chi ancora non lo sapesse ora lo sa.

P.s. non ne ho parlato prima per una sentita diffidenza nei confronti di iniziative di questo genere, spesso populistiche e fine a sè stesse.

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1 Commento a “Costi di Ricarica : anomalia italiana”

  1. Commenti Faciolo

    sai che sono rimasto sorpreso l’altro giorno nel sentire questa notizia? Perchè come hai giustamente sottolineato, era una petizione che circolava per internet e con poche probabilità di successo (sembrava la solita email “non fate questo, non fate quello”)… e invece sembra che per una volta la catena di S.Antonio abbia funzionato!

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Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.