I privilegi della Chiesa Cattolica
di Reverendo SenzaDio su L'ora di religione il 1 Settembre 2007
In questi ultimi giorni si è fatto un gran parlare dei privilegi economici e fiscali della Chiesa Cattolica, soprattutto per la richiesta di “informazioni supplementari” da parte dell’Unione Europea. Il tutto ha avuto culmine con le parole di Betori che dichiara “Qualcuno vuole buttare fango sulla Chiesa facendo credere che la Chiesa goda di privilegi. Questo è assolutamente falso”.
A Bertone, ricordando l’8° Comandamento che recita “Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.”, ricordiamo anche tutti i privilegi di cui gode tranquillamente la Chiesa Cattolica e che sono spesso oggetto di un dilagante e colpevole, a mia detta, silenzio.
Partiamo dalla Costituzione Italiana per porre le basi del discorso “Stato e chiesa cattolica sono ciascuno, nel proprio
ordine, indipendenti e sovrani”. Quindi si presume che lo debbano essere anche economicamente.
Ne avevo parlato qualche tempo fa con l’articolo “La multinazionale chiamata Chiesa Cattolica” in cui si faceva un rapido excursus del potere economico acquisito dalla Chiesa, spesso a discapito dello Stato stesso.
Qui parliamo invece dei veri e propri privilegi economici e tributari.
8 per Mille
E’ l’argomento di cui più spesso si parla, credendo di saperne quasi tutto. Riprendendo ciò che era scritto nell’articolo precedente. L'”8 per mille” è una percentuale detratta dal gettito dell’IRPEF. Grazie ad esso la Chiesa riceve attualmente circa un miliardo di euro. Una cifra non destinata ad opere di carità come vorrebbero farci credere. In base ai dati della CEI relative al trienni 2002-2004 i fondi sono destinati per il 20% a interventi caritativi, 34% al sostentamento del clero e 46% per esigenze di culto.
E siccome “In caso si scelte non espresse da parte dei contribuenti, la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse”, soltanto un terzo degli Italiani sceglie a chi devolvere l’8 per mille, quindi l’85% va ogni anno alla Chiesa Cattolica.
L’8 per Mille inoltre, come molti credono, non va direttamente allo Stato Vaticano, ma direttamente nelle casse della Conferenza Episcopale Italiana.
ICI (Imposta Comunale sugli Immobili) *
La Chiesa Cattolica gode dell’esenzione totale dell’ICI relativamente ai fabbricati destinati in via esclusiva all’esercizio del culto e le relative pertinenze. Dal 2007 (con la finanziaria del centro-sinistra)è invece prevista anche l’esenzione dell’Ici per gli immobili adibiti a scopi commerciali per la Chiesa, basta “che sia mantenuta una piccola struttura destinata ad attivitá religiose.”
Il mancato gettito annuale per i comuni é stato calcolato nell’ordine dei 300 milioni di euro (la Repubblica, 8/10/2005).
Anche se in realtà il gettito mancante calcolato sarebbe di 2 miliardi e 250 milioni di euro, circa, complessivi.
IRES (Imposta sul reddito delle società) *
È previsto per la Chiesa l’abbattimento dell’Ires del 50% nei confronti degli enti di assistenza e beneficenza e gli altri enti il cui fine è equiparato per legge ai fini di assistenza ed istruzione.
IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive) *
La legge Italiana stabilisce che le retribuzioni corrisposte ai sacerdoti non costituiscono base imponibili ai fini dell’IRAP.
Tasse immobiliari e doganali
Gli immobili della Chiesa da qualsiasi tipo di tributo, verso lo Stato o qualsiasi altro ente.
Mentre le merci provenienti dall’estero (anche dall’Italia) e dirette verso Città del Vaticano o ad uffici della Santa Sede sono sempre ammesse e non sono soggette diritti doganali e dazi, quindi completamente esenti.
Tra il 2004 e 2005 le finanziarie di quegli anni hanno stanziato circa 50 milioni di euro destinati all’Università Campus Bio-Medico che si autodefinisce “opera apostolica della Prelatura dell’Opus Dei che intende operare in piena fedeltà al Magistero della Chiesa Cattolica, che è garante del valido fondamento del sapere umano, poichè l’autentico progresso scientifico non può mai entrare in opposizione con la Fede, giacchè la ragione e la fede hanno origine nello stesso Dio, fonte di ogni verità”
Finanziaria 2005 : 15 milioni di euro per il Centro San Raffaele del Monte Tabor.
Legge n.293/2003: riconoscimento legislativo all’Istituto di studi politici San Pio V con relativo finanziamento previsto di 1,5 milioni di euro annui.
Nel 2003 si è definito ancora più specificatamente il ruolo degli insegnanti di religione cattolica, scelti dai vescovi e pagati dallo Stato Italiano. Nell’Agosto 2003 è stata infatti varata la legge per l’immissione in ruolo degl insegnanti di religione, circa 35.000, con un costo complessivo che supera il miliardo di euro.
Dal 2000, con la legge n.62/2000, sono state parificate le scuole private a quelle pubbliche e pertanto le scuole private (in larga parte cattoliche) entrano a far parte in pieno titolo del sistema di istruzione nazionale e vengono trattate alla pari anche sul piano economico. La legge istituiva 300 miliardi annui delle vecchie lire per le scuole private.
Nel 2005 il Ministro Moratti specifica che lo Stato Italiano debba svolgere “partecipazione alle spese delle scuole secondarie paritarie”.
Sempre secondo i dati del 2005 i fondi elargiti alle “scuole secondarie non statali” ammontavano a 500 milioni e 500 mila euro (circolare ministeriale n.38 del 22 Marzo 2005).
Ricordiamo anche che i funzionari della Chiesa sono stipendiati dallo Stato Italiano in base all’Art. 11 del Concordato con la Chiesa Cattolica, che in pratica al primo comma stabilisce la libertà religiosa all’interno dei corpi delle Forze Armate ed altri enti statali. Al comma 2 però si stabilisce che l’assistenza spirituale a quegli stessi enti è assicurata da ecclesiastici nominati dalle autorità italiane competenti e su designazione dell’autorità ecclesiastica. Con una serie di accordi caso per caso si stabilisce che su indicazione della Chiesa lo Stato Italiano debba pagare una retribuzione per la libertà di culto.
Per ulteriori cifre relative ai privilegi della Chiesa leggete anche “La multinazionale chiamata Chiesa Cattolica”.
Fonti utili:
Articolo de Il Sole 24 Ore
Privilegî economici e fiscali della Chiesa cattolica – Relazione di Silvio Manzati al convegno nazionale sulla laicità tenuto a Verona il 14 ottobre 2006
I Privilegi della Chiesa Cattolica – CalogeroMartorana.it
Patti Lateranensi
Testi integrali delle varie versioni dei Concordati Lateranensi
1 Settembre 2007 alle Set 01, 07 | 17:52
Ecco perché la Kiesa ha tolto di mezzo il limbo: “1500-2000 mq in meno di Ici da pagare qualora un giorno (oggi) scattasse un controllo!”
3 Settembre 2007 alle Set 03, 07 | 18:54
troppo forte il commento di Tetris ahahahah
6 Settembre 2007 alle Set 06, 07 | 11:54
Noto con piacere il sollevamento del tiro che hai fatto: Da Casini alla Chiesa.
Bravo, però non ti scordare del pierfe, che con la chiesa ha fatto il patto del diavolo:
http://prcvaldelsa.altervista.org/blog/index.php?entry=entry070905-120818
3 Settembre 2007 alle Set 03, 07 | 9:06
Io sapevo che l’esenzione dall’Ici per edifici commerciali equiparati a ‘centri di culto’ fosse antecedente alla finanziaria 2007. Vabbè…
Comunque, aldilà di questa o quella colpa di questo o quel partito rimane uno scandaloso status di “intoccabilità”. Che schifo!
21 Settembre 2007 alle Set 21, 07 | 21:13
Sicuro che solo la Chiesa goda dell’8 per mille? Credevo si potessero avere più scelte?
Sicuro che gli immobili commerciali di proprietà della Chiesa non paghino l’Ici? Chiedi bene al tuo commercialista?
Sicuro che il San Raffaele sia ancora di proprietà della Chiesa? Sicuro che tutte le scuole private siano della Chiesa cattolica? Sicuro che l’abbattimento del 50% dell’Ires sia solo per la Chiesa? Confonderai mica gli Enti non commerciali con la Chiesa?
E qui mi fermo.
D’accordo che molte scuole private sono cattoliche, molti enti non commerciali sono della Chiesa, ma i vantaggi non sono solo per la Chiesa. Oggi soprattutto. Oggi politicamente nessuno è favorito come le cooperative; altro che la Chiesa! Se devi iniziare un’attività solo con le coop riesci ad ottenere finanziamenti a fondo perduto. Però scagliarsi contro la Chiesa fa fine…
Prima di dare arroganti lezioni alla Cei e a Bertone sul non pronunciare falsa testimonianza, fai un esame di coscienza e verifica anche la prova contraria. Non vorrei che ti ritrovassi anche tu col naso di Pinocchio.
23 Settembre 2007 alle Set 23, 07 | 18:52
Gent.le Televideo,
rispondo molto volentieri alle sue domande retoriche e prive di fonti con cui affermare o confutare le proprie affermazioni.
“Sicuro che solo la Chiesa goda dell’8 per mille? Credevo si potessero avere più scelte?”
No, infatti non è così. L’8 per mille può anche essere devoluto ad altri enti e confessioni come descritto nella legislazione Italiana ed esattamente tra 7 opzioni: Stato, Chiesa cattolica, Avventisti, Assemblee di Dio, Valdesi, Luterani, Ebrei. Non era questo l’oggetto dell’articolo però. E’ semplicemente un fatto che alla Chiesa Cattolica arrivi circa l’87,25% del gettito proveniente dall’8 per mille. Questo proviene dal “particolare” meccanismo descritto negli articoli presenti su questo sito o nelle fonti esterne: in caso di scelte NON espresse dai contribuenti, la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse. Essendo le scelte espresse in maggioranza verso la Chiesa Cattolica, ad essa vanno anche quelle non espresse. E si arriva all’altissima percentuale scritta. Altre informazioni sul funzionamento dell’8 per mille le si possono trovare alla voce di Wikipedia. Sempre che si abbia l’onestà intellettuale di leggerle.
“Sicuro che gli immobili commerciali di proprietà della Chiesa non paghino l’Ici? Chiedi bene al tuo commercialista?”
Non ho un commercialista. E la risposta oltre ad essere già contenuta nell’articolo e nelle fonti citate è contenuta nella normativa descritta della Finanziaria in oggetto. Purchè vi sia un luogo di culto, l’esenzione dell’ICI si applica ora anche ai locali commerciali. Questo da aggiungersi, ovviamente, alla vergognosa esenzione dell’ICI di cui la Chiesa Cattolica e la CEI godono per tutti gli altri locali di loro proprietà. Di questo nel suo commento se n’è dimenticato, ma crediamo ovviamente in un lapsus.
(segue…)
23 Settembre 2007 alle Set 23, 07 | 18:58
“Sicuro che il San Raffaele sia ancora di proprietà della Chiesa? Sicuro che tutte le scuole private siano della Chiesa cattolica? Sicuro che l’abbattimento del 50% dell’Ires sia solo per la Chiesa? Confonderai mica gli Enti non commerciali con la Chiesa?”
1. Il San Raffaele è di proprietà della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di cui è Presidente Don Luigi Maria Verzè. E fa parte delle costruzioni a carattere cristiano, ricevendo sostentamenti dallo Stato. E’ stato inserito nell’esposizione per pura informazione, senza alcun giudizio di merito. A parer mio fondazioni di questo tipo andrebbero sostentate ogni anno, magari senza discriminare le altre fondazioni laiche.
2. Una domanda che non ha senso: nessuno ha detto che “tutte le scuole private siano della Chiesa Cattolica”. Tant’è che nella trattazione si è scritto, prudentemente, “le scuole private (in larga parte cattoliche)”. Semplicemente perchè è questa la realtà di fatto.
3. Un’altra domanda senza senso. Stiamo parlando dei privilegi della Chiesa, per cui ci limitiamo a parlare di questi. Ossia che per la Chiesa è previsto l’abbattimento del 50% dell’IRES per le motivazioni sopra esposte. Quando parleremo dei privilegi di altri enti si farà una trattazione specifica. Ad esempio quando si è parlato dei sindacati. Prevalentemente di sinistra, peraltro. Perchè tanto è questo il punto su cui batte il Sig. Televideo.
“E qui mi fermo. ”
Ecco, meglio.
E’ insopportabile l’arroganza di accostare ad una trattazione il “marcio” che c’è da un’altra parte. Come se i privilegi dati alle cooperative scagionassero o giustificassero quelli dati alla Chiesa Cattolica. Non vi è motivo alcun per cui in questo contesto ci si debba occupare delle cooperative. Sono due argomenti assolutamente differenti, non contrapposti, ed uno non esclude l’altro.
Se vorrà controbattere ulteriormente la invito a portare a supporto delle sue affermazioni fonti e documentazioni tangibili su cui poter studiare. Altrimenti la sua idea in merito avrà la capacità di perdere qualsiasi consistenza.
Ed inoltre: la invito ad inviarmi una relazione riguardante i privilegi delle cooperative (bianche o rosse che siano), se lei reputa che questo argomento sia di pubblico interesse.
Le posso assicurare che in questo spazio c’è posto per tutte le opinioni, purchè argomentate.