Troppa politica fa male alle gengive
di SKA su La dimanche des crabes il 19 Novembre 2006
Terzo occhio oggi sciopera.
C’è un momento in cui arrivi ad un punto di non ritorno e bisogna fermarsi a ragionare.
Questa notte mi sono posto delle domande alle quali non sono riuscito a trovare delle risposte esaurienti, ed è per questo che lo scrivo qua. Per pormi delle domande e cercare delle risposte.
Che non è detto vi si riesca, anzi.
Ho pensato al perchè di questo sito, di un blog che vorrebbe dirsi “impegnato”, che gioca con l’arte del giornalismo ormai quasi del tutto dimenticata in Italia. Che prova, con un termine quantomai presuntuoso, a fare “controinformazione” insinuandosi nelle crepe lacunose dell’informazione vera. Quella che ci arriva dai grandi media, asservita ai poteri economici e che si palesa più come bollettini, che altro.
Non sono un giornalista e non faccio controinformazione.
Buttarsi a capofitto nelle argomentazioni politiche, nello spulciare attentamente relazioni, documenti, leggi solo per il gusto di farlo è solo un modo per non occuparsi dei propri problemi.
Pensate sia più facile prendersela con Berlusconi e Prodi, spulciando le carte, o farsi la domanda Come sto?.
Sapete già la risposta, esatto.
Tutto il tempo dedicato dietro al sito, ed è molto, ha solo due significati : non avere niente di meglio da fare o scappare da sè stessi.
Sapete già la risposta, esatto.
Sto sovvertendo ancora una volta le regole implicite del blog : non si parla di fatti personali. E me ne scuso, ma non avevo alternative.
In questo marasma di auto-incensatori, di individualismi sfrenati, valanghe di storie personali che passano tra il faceto, l’effimero e l’inutile non v’era di certo la necessità di aggiungerne un’altra. Eppure, ecco qua il mio sconforto.
Quando arrivi a ricomporre un periodo della tua vita in termini di post, significa che hai raggiunto veramente il punto di non ritorno.
Ma non sono un blogger però.
Non seguo le regole del perfetto blogger, commento poco nei blog del vicinato, aggrego quando mi ricordo, non tento di vendere anche il culo per diventare una blogstar.
E questa difficoltà ad avere un senso di appartenenza a qualcosa, talvolta pesa.
Non sono un militante della destra, ma neanche della sinistra.
Sono uno di sinistra, ma di sfuggita.
Sono un semi-studente, non sono un giornalista, trovo difficoltà a trovare una città o un paese di cui possa sentirmi parte attiva, sono dentro alcune comunità del web, ma partecipo sporadicamente.
Non credo in nessun Dio
Giocavo a calcio e non gioco più.
Cantavo in gruppo e ci siamo sciolti.
No. Fermi. Non pensate mi stia piangendo addosso.
Questa è solo una sequela di eventi, dettagli, che hanno solo lo scopo di essere tali.
La mia vita non è una merda, non è allo scatafascio, non mi sento una nullità , non affogo i miei dispiaceri nell’alcool o nelle droghe.
Magari per sentirmi figo da sopra un palco nel recitare la mia personale tragedia melodrammatica, che tutti faranno finta di ascoltare per poi dimenticarsene quando avranno finito di fare “sì sì” con la testa e dirti, con gli occhi stracolmi di compassione, che loro sì, loro sanno, loro “hanno capito”.
E invece no, non hanno capito un bel niente.
Abbiamo tutti bisogno di una spalla su cui versare tutte le nostre lacrime, abbiamo tutti bisogno di qualcuno che ci dica “sì sì” con la testa.
E diciamocelo, poco ci interessa se abbia capito veramente-veramente.
A noi interessa la sua spalla, piangergli addosso tutto il nostro dolore e poi tornare alla vita di tutti i giorni. Con la speranza che quella spalla sia sempre lì ad aspettare e se non lo fa, è la scusa migliore per potergli dare dell’egoista.
Mentre gli egoisti siamo noi, ma non fa piacere a nessuno ammetterlo.
La mia vita è solo così, ed ha i suoi momenti di sconforto. Niente di più
Domani tornerò alla normale routine editoriale.
Oggi però avevo bisogno della spalla di questo blog e della spalla dei pochi lettori interessati, che poi premeranno la “X” e se ne torneranno alla loro di routine.
Avevo bisogno di inondarvi ed inondarmi di parole, un po’ come lacrime che rotolano sui paragrafi.
Un po’ come una testa mozzata che scivola da un burrone di lettere.
Domani torneranno la politica, la satira a metà e la controinformazione a singulti.
Oggi mi sono ripreso la scena.
Ma ora, con un inchino richiudo il sipario e torno dietro le quinte.
applausi
David Bowie - The man who sold the world
20 Novembre 2006 alle Nov 20, 06 | 22:26
Hey SKA, complimenti per il post!!!
Ad un certo punto avevo quasi pensato che volessi chiudere il blog !!! 🙂
Comunque io avrei un idea per lasciarti più tempo libero a scapito della gestione del blog, scrivere sul mio !!!!?!
Ciao
21 Novembre 2006 alle Nov 21, 06 | 0:31
succede a tutti di avere una giornata di merda o avere l’idea di essere una merda!normale routine che nessuno può evitare e nessuno può tentare di salvare qualcun altro.
come hai detto te, ci vuole solamente una spalla su cui piangere, una persona con cui sfogarsi e chiedere sostegno.
Perchè non è aiuto che ci serve, visto che una persona non può fare le veci di un’altra in questi casi. Ma un sostegno, quello si, lo si può dare.
Sai le spalle amiche che puoi avere, anche perchè io ne ho trovate un paio (o un poker, mettendoci quelle di una persona di sesso femminile che ti ama tanto) quando non ero al massimo del mio spirito.
Succede.
Ma non perchè questo succeda, significa che deve piacerti.
Oggi facciamo questo sciopero insieme (visto che avevo un argomento da proporre) ma da domani rimetti(amo) benzina a questo Terzoocchio!
bella lì!
21 Novembre 2006 alle Nov 21, 06 | 12:19
Il bello del blog, rispetto ad una rubrica è proprio questo. Fai bene a non straromperci quotidianamente con le tue vicende amorose o le tue insicurezze tardissimamente adolescenziali come fa il 90% dei blogger (ormai forse nemmeno più), ma quando ne hai voglia, puoi farlo, puoi sempre ritagliarti un pezzettino di blog tutto per te e ti dirò la verità , quando leggo questi post di blogger che mi piacciono, li leggo sempre molto volentieri. Io una volta ogni tanto un post in cui mi piango addosso ce lo metto.
Quanto a te, ricordati che non fai “controinformazione”, fai informazione come fanno i giornali, le TV, io e gli altri blogger, semplicemente a differenza di molti altri, la fai bene.
21 Novembre 2006 alle Nov 21, 06 | 8:05
tu non sai quanto senta mio anche questo post…
moltissimo…
Capisco in pieno le tue perplessità … ne sono pervaso tutti i giorni.
grazie per l’outing
21 Novembre 2006 alle Nov 21, 06 | 13:59
…potrei dirti che ti capisco, ma questo lo sai gia. Potrei dirti di aver passato la stessa cosa senza aver mai giocato a pallone e senza aver mai cantato in una band, ma questo non ti importerebbe. L’unica cosa che mi viene da dire (l’unica metafora che ho in mente) è quella di dirti che tutti hanno bisogno di un Kaiser Soze io l’ho trovato solo di recente, tu sicuramente prima di me. Potrebbe sembrare stupido ai più ma forse tu capirai. Le somme si tirano alla fine e bisogna arrivare alla contraddizione per comprendere qualcosa in più di se stessi.
Io sono finito a Mc per capire che tutto quello di cui avevo bisogno era cambiare me stesso, ho cambiato i miei piani all’ultimo minuto, io che non mi sentivo all’altezza.
Questa crisi è solo una delle tante, sia passate e sia future, e poi le maledette/benedette regole sono fatte per essere sovvertite ed infrante.
Saluti Ska.
Raf.
21 Novembre 2006 alle Nov 21, 06 | 19:35
Di una cosa mi assumo le responsabilità : di questo commento.
Come ti ho detto ieri sera, per quanto possa contare il mio parere, ti capisco. Ti capisco perfettamente…
Una spalla su cui piangere è di vitale importanza e se ne avverte la mancanza quando essa non c’è. Una spalla sulla quale scaricare perfino le proprie frustrazioni…
Scusami per essermi intromessa in questo tuo spazio personale.
Ciao Ska.
22 Novembre 2006 alle Nov 22, 06 | 10:33
Grazie a tutti, indistintamente e di cuore