Bloggers solitari
di SKA su Notizie Commentate il 17 Ottobre 2006
Il fenomeno Blog è divenuto ormai di portata universale, questo è un dato innegabile.
I “grandi media” parlano di blog, di bloggers e di community ogni giorno e spesso si appropriano del fenomeno come fosse cosa loro.
Dietro la parola “blog”, nella sua reale accezione, ci sono sempre dei privati cittadini, ragazzi con la voglia di esprimere, spesso di cazzeggiare e basta, oppure provano a dare una visione personale di ciò che capita attorno a loro, a noi.
Talvolta c’è anche chi prova ad impegnarsi un po’ di più, a fare quello che non fanno normalmente i “media” ormai asserviti al potere economico/commerciale.
Informazioni indipendenti, cercate, scambiate, rielaborate, commentate e liberamente distribuite.
Per un accesso all’informazione totalmente libero, indipendente e quindi scevro da compromessi editoriali, economici o politici.
Il che non significa accantonare un proprio ideale, ma non esserne schiavo.
Fatte queste considerazioni.
Noi bloggers siamo sulla bocca di tutti, ma in realtà ai grandi gruppi non interessa minimamente cos’abbiamo da dire veramente.
Una sorta di sfogo questo provato dopo la lettura di un articolo pubblicato su Megachip, intitolato Allarme tra i blogger, tratto da Il Manifesto.
In questo articolo si parla dei Bloggers senza citarne nessuno.
Si parla della modifica dell’art.65 della legge 633/41 contenuta nell’art.32 del decreto legge collegato alla Finanziaria 2007, senza alcuna fonte, ne tantomeno il vero putiferio scatenato tra i Bloggers.
Come se i Bloggers fossero dei soggetti passivi, indifferenti a cosa gli succeda attorno.
Un fenomeno di tendenza, piuttosto che persone con delle teste pensanti.
A tal proposito vorrei ricordare l’intervento su BlogGoverno,
Navarrini, Minotti, Wittgenstein oppure il mio modestissimo articolo, che chiariva da subito la posizione sulle rassegne stampa.
Ne cito pochissimi, il Tam-Tam ha fatto eco in tutta la blogosfera.
Non siamo nè stupidi nè male informati.
Abbiamo però lo “svantaggio” di non essere prezzolati o facenti parte di testate giornalistiche, per cui il lavoro di giorni interi cade nell’oblio, scavalcati da articoletti che parlano del nulla, non informano ne spiegano alcunchè. Ma ci passano sopra per il loro “valore”.
Come quello della Frediani.
In realtà però, pensandoci bene, preferisco che tutto rimanga così.
Aggiornamento :
il sempre ottimo Giulietto Chiesa scrive un nuovo articolo in cui potrebbe chiarire la situazione, ed invece prende la palla al balzo per sparare a zero senza argomentazione alcuna.
E Beppe Grillo, ovviamente, lo segue a ruota.
D’altronde quando c’è da fare populismo Chiesa e Grillo sono sempre in prima linea.
E’ più facile puntare il dito, anzichè informarsi
17 Ottobre 2006 alle Ott 17, 06 | 21:18
Come diceva qualcuno: “Meglio soli che male accompagnati”
17 Ottobre 2006 alle Ott 17, 06 | 21:30
Infatti, hai perfettamente ragione … molte volte tra i blog si trovano notizie molto + chiare e limpide che sui giornali! Blog davvero interessante, complimenti!
17 Ottobre 2006 alle Ott 17, 06 | 23:53
Negli Stati Uniti i bloggers hanno un loro peso anche quando si parla di politica. Bisogna vedere quanto e’ effettivamente questo peso. E ci si deve chiedere anche se, una volta riconosciuta una certa importanza a qualche blogger in particolare, anche il suo blog non possa diventare improvvisamente piu’ accondiscendente.
18 Ottobre 2006 alle Ott 18, 06 | 8:11
L’informazione dei blog potra’ anche essere “indipendente”, ma e’ spesso anche meno affidabile, perche’ fa riferimento a notizie ansa, a voci, a tam-tam.
Non e’ difficile creare una bufala e spacciarla in rete come vera, poiche’tanti di noi faranno a gara per darla per primi e cominceranno a discuterne senza verificarla.
Per me il blog e’ uno strumento per discutere e non per fare (contro)informazione.
18 Ottobre 2006 alle Ott 18, 06 | 14:18
Sono d’accordo con te Emmebi, il blog come ho già scritto altrove non è fonte primaria di informazione, ma di riflessione e/o comunque un mezzo per mettere in risalto notizie che sui media tradizionali non trovano il giusto spazio per le ragioni pìu disparate.
19 Ottobre 2006 alle Ott 19, 06 | 11:33
Ha ragione Emmebi nel dire che i blog non possono essere strumento di contro/in-formazione, ma questo vale in senso assoluto.
In Italia ci vuole veramente poco per raccogliere delle informazioni che vengono solitamente cassate dai grandi gruppi. Da questo ne deriva che un’informazione corretta, divulgata tramite un mezzo indipendente (senza virgolette), diventi contro-informazione.
Se in Italia ci fosse un’informazione corretta, non avremmo motivo di discutere di questo d’altronde.
Un saluto