I Diari del Cilicio

di SKA su Satira il 19 Ottobre 2009

Scaricabile 22Scritto per ScaricaBile 22 con vignetta di STE

Caro diario,
seduta sul mio letto di lana di vetro provo a scriverti con quanto sgomento e dolore io ricordi gli episodi di queste ultime settimane che in qualche modo mi hanno vista protagonista sui mezzi di comunicazione italiani.

Sto provando a liberarmi da questo fardello cercando di condividere per quanto mi è possibile le sofferenze patite da Cristo nostro Signore, mortifico me stessa per superare la mortificazione dettata dagli altri. Ma questa faccenda della sessione parlamentare sull’introduzione dell’aggravante di omofobia nel codice penale è veramente ridicola, e mi fa soffrire.
Magari sarà anche per le frustate ed il doppio cilicio, però soffro. Anche spesso.

Fortunatamente quello scempio legislativo presentato dalla Concia poi non è passato, ma abbiamo rischiato grosso. Pensa, si voleva introdurre per iscritto che pestare un gay fosse più grave che pestare uno che non fa della sodomia e della devianza una ragione di vita. Siamo all’assurdo: la discriminazione dei normali in favore degli intrinsecamente disordinati. Mi piacerebbe ricordare a questi nobili liberali senza Dio che l’omosessualità fino a qualche anno fa era classificata come patologia, poi i poteri forti comandati dai froci sono riusciti a sovvertire questa realtà oggettiva.
Dico io, non bastava trovare un vaccino?

Dai diari del cilicioE’ evidente inoltre la grave limitazione della libertà di espressione di alcuni di noi. Credo sia una forma di discriminazione bella e buona contro determinate persone che esprimono valutazioni morali nella sfera della sessualità: non avrei potuto più dire, ad esempio, che tendenze omosessuali fortemente radicate portino direttamente alla pedofilia. Per dire.

Ecco caro diario, in tutto questo mi sembra ovvia quanto evidente la minaccia alla libertà di magistero della Chiesa, da sempre impegnata nella riaffermazione di una visione antropologica dell’uomo conforme al disegno del Creatore: l’uomo sopra, la donna sotto e i froci all’inferno.

E’ un po’ come con il colore della pelle. Fino a qualche tempo fa tutti a sventolare de Gobineau per dimostrare che – cosa innegabilmente vera – noi bianchi siamo superiori, ora invece sembra essere diventata una moda, questa di essere negri. Una volta significava essere schiavi ed inferiori, ora la lobby dei negri è riuscita a far dimenticare anche questa realtà oggettiva, è inconcepibile. Se vanno tutti nelle posizioni di potere poi chi ci mandiamo a giocare a basket?

Sia chiaro comunque, non sono contraria alle persone omosessuali, ho simpatia per loro. Non sporcano, non fanno la pipì in giro e se gli lanci una palla te la riportano. Ah, e sono anche degli ottimi presentatori tv.
Se si passa sopra ai loro incontrollabili istinti sessuali magari riesci anche a farti arredare casa.

Poi, veramente, non vedo perché si debba parlare tanto di discriminazioni. Io ad esempio non ne faccio: trans e omosessuali andrebbero presi a calci nel culo nella stessa maniera.
La discriminazione sessuale ha una sua radice storica e culturale ben piantata nel substrato cattolico ed europeo e quindi mi chiedo: chi siamo noi per sentirci al di sopra della storia e della cultura? Chi siamo noi per schierarci contro le sacre scritture? E se da domani qualcuno ci dicesse che pulirsi il culo dopo aver cagato non è più necessario, noi lo faremmo?

Ora però non vorrei che qualcuno mi attaccasse sul campo delle violenze ed i pestaggi. E’ chiaro che io sono contro la violenza in genere, anche quella che si sta facendo alla mia persona. Però se un gay decidesse di punire se stesso attraverso la mortificazione corporea, chi siamo noi per vietarglielo? Come diceva un mio amico dell’Opus Dei, “l’unico omosessuale buono è l’omosessuale flagellato”. Magari potrebbe diventare un’esperienza sessualmente appagante.
Per me lo è.

Share

I commenti sono disabilitati.


extra

WTF?

Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.