Il Vortice di Trump

di SKA su Cultura, Notizie Commentate il 17 Novembre 2024, 16:30

Diciamocelo subito, perché questa è una di quelle cose che vanno messe sul tavolo immediatamente, come il bicchiere di vino che lo zio conservatore americano passa a cena del Ringraziamento, convinto che chiunque sappia leggere un giornale sappia anche “cosa sta succedendo al Paese”. La rielezione di Donald Trump, nel 2024, non è sorprendente. E non perché fosse inevitabile (nessuna vittoria elettorale lo è mai), ma perché è il culmine di qualcosa che stava fermentando da molto tempo, e che una larga parte della società americana ha ignorato così a lungo che ora si ritrova di fronte al risultato con un misto di stupore e disorientamento. Tipo quei funghi neri che crescono nel bagno di uno studente universitario: li noti solo quando è troppo tardi.

La domanda, però, non è perché Trump abbia vinto. La vera domanda, quella più viscerale e difficile da formulare, è questa: perché c’è qualcosa nella cultura americana che sembra desiderare questa vittoria? Non tanto gli individui che postano ironicamente foto dei loro gatti su Instagram e si indignano nei commenti di “The Atlantic”, ma la collettività americana, quella nebulosa disorganizzata che prende forma alle urne e nelle strade, una massa fluida che si chiama “popolo”.

Ci sono molte risposte facili, e quasi tutte sono sbagliate. Si può dire che sia colpa della disinformazione su Facebook, delle camere d’eco dei media conservatori, della polarizzazione crescente, e queste spiegazioni non sarebbero completamente fuori strada. Ma sono troppo superficiali. La verità è più complicata e, come quasi sempre, più deprimente.

John Stuart Mill scrisse che “il prezzo della libertà è la vigilanza eterna,” il che sembra una di quelle frasi che i professori di liceo incorniciano nei loro uffici per ricordarti di leggere il giornale. Ma Mill non aveva previsto che, nel XXI secolo, “vigilanza” significasse subire un flusso infinito di notifiche, notizie, tweet, meme, e post clickbait che promettono di spiegarti “perché il mondo sta andando in pezzi” in meno di trenta secondi. Non c’è vigilanza nel caos. E Trump, che lo si voglia o meno, ha capito qualcosa che altre figure politiche non hanno saputo cogliere: il caos funziona. Non perché sia vero, o giusto, ma perché cattura l’attenzione, tiene incollate le persone agli schermi e dà l’illusione che qualcosa stia accadendo, anche se quel qualcosa è distruttivo.

Trump, in questo senso, è il personaggio perfetto per un mondo che sembra aver abdicato all’idea di verità come fondamento della politica. Non perché gli americani non ci tengano alla verità – molti di loro ci tengono ancora – ma perché la verità, quella vera e complicata, non si adatta ai cicli di notizie di 24 ore o ai meme da sei parole. Trump non è un errore del sistema americano: è una sua funzione principale.

Ma c’è qualcosa di ancora più profondo e scomodo da considerare. Trump non è solo un simbolo del declino intellettuale e culturale dell’America (anche se, certo, lo è). È anche un sintomo di qualcosa di umano, e quindi universale: la disperata sete di significato. La sua retorica – per quanto brutale, divisiva e talvolta palesemente assurda – non è mai vuota. Ha un ritmo, una visione (distorta, certo, ma una visione), e, soprattutto, una promessa. Make America Great Again non è solo uno slogan: è un sogno confezionato per un pubblico che, visceralmente, si sente alienato, derubato e – diciamolo – inutile.

La vittoria di Trump riflette una crisi non solo politica, ma culturale. L’America contemporanea sembra intrappolata in un ciclo di consumo compulsivo: di beni, esperienze, e soprattutto di informazioni. E il problema del consumo, che si tratti di cibo, media o ideologia, è che non sazia mai. La rielezione di Trump è il riflesso di una società affamata: di sentirsi vista, di appartenere a qualcosa, di avere un leader che dia voce alla rabbia e alla paura.

Ma qui emerge il punto centrale: anche se è Trump a incarnare questo fenomeno, la sua figura non è l’unico problema. Non basta immaginare che un “altro Trump” – magari più educato o più liberale – sarebbe migliore. E non è sufficiente costruire messaggi politici più accattivanti o tecnicamente impeccabili. La vera sfida è creare una società in cui le persone non abbiano bisogno di un Trump.

E cosa significa? Significa affrontare le profonde disuguaglianze che affliggono il tessuto sociale americano. Significa costruire spazi in cui le persone possano parlare davvero e ascoltare, anziché limitarsi a gridare contro uno schermo. Significa accettare che guarire le ferite di un paese diviso richiede tempo e impegno, e non c’è soluzione rapida o slogan che possa sostituirlo. E sì, significa spegnere gli schermi, ogni tanto, per ricordare che esiste una realtà al di fuori della prossima breaking news o dell’ultimo tweet del Presidente.

La rielezione di Donald Trump, vista dall’Europa, appare sia come un monito che come un’occasione. È un monito del fatto che le contraddizioni culturali e politiche dell’America si stanno intensificando, trascinando il resto del mondo in un vortice di instabilità. Ma è anche un’opportunità per osservare più da vicino le dinamiche che hanno portato a questo risultato e interrogarsi su cosa queste significhino non solo per gli Stati Uniti, ma per ogni società che si considera moderna e democratica.

La lezione è dolorosamente semplice: non si può risolvere una crisi culturale con una soluzione politica. E mentre l’America si confronta con le conseguenze della sua scelta, il resto del mondo può solo osservare, imparare e, sperabilmente, evitare di cadere nello stesso vortice. Guardando Trump, non si guarda solo un uomo o un movimento, ma il riflesso di ciò che accade quando la sete di significato diventa una sete che niente può spegnere. E se c’è una soluzione, sarà lunga, lenta e terribilmente noiosa. Che è forse la cosa più difficile da accettare.

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Il lato nascosto della costola

di Reverendo SenzaDio su L'ora di religione il 13 Novembre 2024, 21:07

Da dove iniziare quando si parla di Genesi, traduzioni sbagliate e patriarcato? Forse dal principio, perché è lì che tutto diventa caotico in modo sorprendentemente sistematico. La storia della creazione di Eva, che secondo il racconto biblico sarebbe nata dalla costola di Adamo, è uno di quei miti fondanti che hanno lasciato impronte così profonde nella cultura occidentale da sembrare parte del nostro DNA culturale. Ma ecco il colpo di scena: sembra che ci sia stato un errore di traduzione. O meglio, più che errore, potremmo definirlo una scelta linguistica poco accurata, che però ha avuto conseguenze monumentali.

Il termine ebraico tzela (צלע), tradizionalmente reso come “costola”, non significa necessariamente una singola costola anatomica. In molti contesti biblici, come nel libro dell’Esodo, tzela è usato per indicare un “lato” o una “metà”. Ad esempio, l’arca dell’alleanza è descritta come dotata di “lati” (tzelaot), a dimostrazione che il termine ha una portata semantica ben più ampia della mera anatomia. E allora perché “costola”? È possibile che i primi traduttori abbiano scelto un’immagine concreta, facilmente comprensibile, sacrificando però un significato potenzialmente più simbolico e profondo. Forse non immaginavano che la loro interpretazione avrebbe influenzato la costruzione di una società dove le donne sono state considerate, per secoli, derivazioni secondarie dell’uomo.

Se accettiamo l’idea che tzela significhi “metà”, il racconto della creazione assume un tono completamente diverso. Eva non sarebbe stata “ricavata” da una piccola parte del corpo di Adamo, ma creata come sua metà esatta, pari in valore e dignità. La parità tra uomo e donna, quindi, sarebbe stata insita nel testo biblico fin dalle sue origini. Tuttavia, questa lettura non è quella che ha prevalso, e ciò ci porta a un punto più ampio: come le traduzioni, le interpretazioni e le scelte linguistiche possono plasmare intere strutture culturali.

E qui entra il parallelo ironico: questa è una storia di editing, ma non nel senso creativo. È la storia di un piccolo errore interpretativo che ha avuto l’impatto di un bestseller mondiale, ma senza i diritti d’autore. Pensateci: un’errata traduzione di tre lettere ebraiche ha contribuito a rafforzare un sistema patriarcale che, nei secoli, ha limitato le donne a ruoli subordinati, giustificando il tutto con una metafora anatomica che, letteralmente, non regge.

Se vogliamo approfondire questa dinamica, la letteratura è piena di esempi di narrazioni che sembrano solide e indiscutibili, ma che crollano sotto l’analisi critica. Uno di questi è Sapiens di Yuval Noah Harari, che sottolinea come molte delle strutture sociali che consideriamo “naturali” siano, in realtà, costruzioni culturali. Il patriarcato, argomenta Harari, non è una necessità biologica, ma una narrazione che le società hanno perpetuato. E cosa c’è di più potente di una narrazione che ha Dio stesso come autore?

Questa questione non è solo accademica. Ha implicazioni reali, tangibili. Le interpretazioni patriarcali della Bibbia sono state usate per giustificare disuguaglianze, oppressioni e stereotipi di genere per secoli. La donna come “costola” dell’uomo è diventata un simbolo culturale di subordinazione, un modo per relegare la figura femminile a un ruolo derivativo, marginale. Se invece Eva fosse stata creata come metà, come lato, allora il racconto sarebbe un manifesto precoce di parità. E la storia culturale dell’Occidente avrebbe potuto essere radicalmente diversa.

Qui, però, entra in gioco la questione più ampia: anche se sappiamo che la traduzione di tzela potrebbe essere sbagliata, cosa facciamo con questa informazione? Come rielaboriamo un’intera visione del mondo costruita su una base traballante? La verità è che molte persone non vogliono sapere che ciò che considerano sacro potrebbe essere stato influenzato da traduttori che lavoravano con dizionari incompleti e un contesto culturale totalmente diverso.

Forse, la vera sfida è accettare che il significato di una storia non sta solo nel testo, ma in come scegliamo di interpretarlo. L’avvento della meritocrazia di Michael Young, un romanzo distopico che esplora le conseguenze di una società basata esclusivamente sul “merito”, ci offre una lezione simile. Anche se il libro voleva essere una critica, molte persone lo interpretarono come un elogio del sistema meritocratico. Le storie, una volta raccontate, sfuggono al controllo degli autori, e questo vale anche per la Bibbia.

Riconoscere che Eva potrebbe essere stata la metà di Adamo, e non una sua derivazione secondaria, non cambia solo il modo in cui leggiamo la Genesi. Cambia il modo in cui pensiamo alla nostra storia collettiva, alle strutture che abbiamo costruito e alle ingiustizie che abbiamo giustificato. E, forse, ci spinge a interrogarci su quante altre “costole” nascondono, in realtà, interi lati mai visti.

Alla fine, la storia di tzela non è solo una questione di traduzione. È un monito su quanto sia facile accettare una narrazione senza metterla in discussione, e su quanto sia difficile, ma necessario, riscriverla. Come ci insegna la letteratura, la nostra capacità di reinterpretare le storie – sacre o meno – è ciò che ci rende davvero umani. E se dobbiamo iniziare da qualche parte, perché non da una costola che potrebbe essere un lato?

Fonti: 

https://www.gliscritti.it/blog/entry/2332

https://www.branham.it/joomla/studiobiblico/FU%20PROPRIO%20UNA%20COSTOLA.pdf

https://www.biblistica.it/wp-content/uploads/2016/10/2.-La-costola-di-Adamo.pdf

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Le Dimensioni Ideali per Immagini sui Social Media e Newsletter nel 2024: Guida Completa

di SKA su Marketing il 12 Novembre 2024, 17:21

Nel mondo del marketing digitale, le immagini di qualità sono fondamentali per catturare l’attenzione del pubblico e migliorare l’engagement. Tuttavia, ogni piattaforma ha requisiti specifici per le dimensioni delle immagini, e ottimizzarle non solo migliora la resa visiva, ma garantisce anche tempi di caricamento rapidi e un’esperienza utente fluida.

In questo articolo, troverai una guida dettagliata e aggiornata al 2024 con le dimensioni ideali per immagini su Facebook, Instagram, LinkedIn, YouTube, TikTok, Pinterest, e anche per le newsletter. Inoltre, scoprirai le specifiche per le immagini delle campagne pubblicitarie, ottimizzate per gli schermi Retina e le ultime tendenze SEO. Preparati a creare contenuti visivamente impeccabili per desktop e dispositivi mobili.

Dimensioni delle immagini per desktop (L x A)

  1. Immagine di sfondo (Background image):

    • Standard: 1920 x 1080 px
    • Retina: 3840 x 2160 px
    • Per schermi ultrawide: 2560 x 1440 px o superiore.
    • Formato consigliato: JPEG per bilanciare qualità e dimensione. PNG se l’immagine contiene trasparenze. WebP per il miglior compromesso tra qualità e compressione.
  2. Hero Image (immagine principale a tutta larghezza):

    • Standard: 1920 x 1080 px
    • Retina: 3840 x 2160 px
    • Formato consigliato: JPEG o WebP.
  3. Banner di sito web:

    • Standard: 1600 x 600 px
    • Retina: 3200 x 1200 px
    • Formato consigliato: WebP o PNG.
  4. Immagine di blog:

    • Standard: 1200 x 630 px (proporzioni 1.91:1)
    • Retina: 2400 x 1260 px
    • Formato consigliato: JPEG o WebP.
  5. Miniature (Thumbnails):

    • Standard: 150 x 150 px
    • Retina: 300 x 300 px
    • Formato consigliato: WebP o JPEG.

Dimensioni delle immagini per dispositivi mobili (L x A)

  1. Immagine di sfondo (Background image):

    • Standard: 828 x 1792 px (iPhone 13)
    • Retina: 1668 x 2388 px o maggiore.
    • Formato consigliato: WebP o JPEG.
  2. Hero Image:

    • Standard: 828 x 1792 px
    • Retina: 1668 x 2388 px
    • Formato consigliato: JPEG o WebP.
  3. Banner per siti mobili:

    • Standard: 640 x 360 px
    • Retina: 1280 x 720 px
    • Formato consigliato: PNG o WebP.
  4. Immagine di blog:

    • Standard: 640 x 480 px
    • Retina: 1280 x 960 px
    • Formato consigliato: JPEG o WebP.
  5. Miniature (Thumbnails):

    • Standard: 150 x 150 px
    • Retina: 300 x 300 px
    • Formato consigliato: WebP o JPEG.

Altri tipi di immagini

  1. Icone o loghi:

    • Dimensioni: 512 x 512 px o 1024 x 1024 px per alta qualità.
    • Formato consigliato: SVG (scalabile senza perdita di qualità) o PNG.
  2. Immagini per social media:

    • Post quadrati: 1080 x 1080 px (Retina: 2160 x 2160 px).
    • Storie o verticali: 1080 x 1920 px (Retina: 2160 x 3840 px).
    • Formato consigliato: JPEG, WebP, o PNG.
  3. Caroselli (slider):

    • Desktop: 1920 x 1080 px
    • Mobile: 720 x 1280 px
    • Formato consigliato: JPEG o WebP.
  4. Infografiche:

    • Standard: 800 x 2000 px (proporzioni verticali).
    • Retina: 1600 x 4000 px.
    • Formato consigliato: PNG o WebP.

Estensioni immagine consigliate

  1. WebP (consigliata): Supporta alta qualità con compressione avanzata. Perfetta per il web.
  2. JPEG: Compatibile universalmente, ottimo per fotografie e immagini con gradienti.
  3. PNG: Usare per immagini con trasparenze o dettagli fini (es. loghi).
  4. SVG: Per grafica vettoriale (icone, loghi).

Ecco una guida completa alle dimensioni ottimali delle immagini per newsletter, principali social media e campagne pubblicitarie, aggiornata al 2024.

Newsletter

  • Larghezza consigliata per le immagini: 600 px
  • Altezza: variabile in base al contenuto
  • Formato consigliato: JPEG o PNG
  • Peso massimo del file: < 1 MB

Facebook

  • Immagine del profilo:
    • 170 x 170 px (desktop)
    • 128 x 128 px (mobile)
  • Immagine di copertina:
    • 820 x 312 px (desktop)
    • 640 x 360 px (mobile)
  • Immagini dei post:
    • 1200 x 630 px
  • Storie:
    • 1080 x 1920 px
  • Immagine evento:
    • 1200 x 628 px
  • Annunci pubblicitari:
    • Immagine singola: 1200 x 628 px
    • Carosello: 1080 x 1080 px per immagine
    • Storie: 1080 x 1920 px

Instagram

  • Immagine del profilo:
    • 320 x 320 px
  • Post nel feed:
    • Quadrato: 1080 x 1080 px
    • Verticale: 1080 x 1350 px
    • Orizzontale: 1080 x 566 px
  • Storie e Reels:
    • 1080 x 1920 px
  • Annunci pubblicitari:
    • Feed: 1080 x 1080 px
    • Storie: 1080 x 1920 px
    • Carosello: 1080 x 1080 px per immagine

LinkedIn

  • Immagine del profilo personale:
    • 400 x 400 px
  • Immagine di copertina personale:
    • 1584 x 396 px
  • Logo della pagina aziendale:
    • 300 x 300 px
  • Immagine di copertina della pagina aziendale:
    • 1128 x 191 px
  • Immagini dei post:
    • 1200 x 627 px
  • Annunci pubblicitari:
    • Contenuto sponsorizzato: 1200 x 627 px
    • Annunci con immagine singola: 1200 x 627 px
    • Annunci carosello: 1080 x 1080 px per immagine

YouTube

  • Immagine del profilo:
    • 800 x 800 px
  • Banner del canale:
    • 2560 x 1440 px
  • Miniatura del video:
    • 1280 x 720 px
  • Annunci pubblicitari:
    • Annunci display: 300 x 250 px o 300 x 60 px
    • Overlay: 480 x 70 px
    • Annunci video skippabili e non skippabili: 1920 x 1080 px

TikTok

  • Immagine del profilo:
    • 200 x 200 px
  • Video:
    • 1080 x 1920 px
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    • In-Feed: 1080 x 1920 px
    • TopView: 1080 x 1920 px
    • Brand Takeover: 1080 x 1920 px

Pinterest

  • Immagine del profilo:
    • 165 x 165 px
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    • 800 x 450 px
  • Pin standard:
    • 1000 x 1500 px (rapporto 2:3)
  • Pin quadrato:
    • 1000 x 1000 px
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    • Pin sponsorizzati: 1000 x 1500 px
    • Carosello: 1000 x 1000 px per immagine

X (ex Twitter)

  • Immagine del profilo:
    • 400 x 400 px
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    • 1500 x 500 px
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    • 1200 x 675 px
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    • Immagine singola: 1200 x 675 px
    • Carosello: 800 x 800 px per immagine

Nota: Le dimensioni indicate sono consigliate per garantire una visualizzazione ottimale su ciascuna piattaforma. È importante considerare che le specifiche possono variare nel tempo; pertanto, è consigliabile consultare le linee guida ufficiali delle piattaforme per eventuali aggiornamenti.

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E-commerce: i settori più in crescita in Italia

di SKA su Marketing il 25 Giugno 2024, 19:13

Negli ultimi anni, l’e-commerce ha conosciuto una crescita esponenziale in Italia, trasformando radicalmente le abitudini di acquisto dei consumatori. La comodità di poter comprare prodotti online, la vasta gamma di opzioni disponibili e la possibilità di confrontare facilmente i prezzi hanno reso lo shopping online una scelta sempre più popolare. Questo fenomeno è stato ulteriormente accelerato dalla pandemia di COVID-19, che ha visto un aumento significativo del numero di persone che si affidano alle piattaforme digitali per i loro acquisti quotidiani.

Settore cosmetico e beauty

Uno dei settori che ha sperimentato una notevole crescita nell’e-commerce è quello della cosmetica e del beauty. La vendita di prodotti di bellezza online è aumentata in modo significativo, grazie alla crescente domanda di cosmetici di alta qualità e alla comodità di riceverli direttamente a casa.

Le piattaforme di e-commerce dedicate ai prodotti di bellezza offrono un’ampia gamma di articoli, dai trattamenti per la pelle all’ombretto per occhi, permettendo ai consumatori di scegliere tra vari marchi e prodotti. Questo ha reso più facile per gli utenti scoprire nuovi prodotti e tendenze, pensiamo all’ombretto rosso, spesso guidati da recensioni dettagliate e tutorial online.

Le aziende di cosmetici hanno investito molto in strategie di marketing digitale, utilizzando social media e influencer per raggiungere un pubblico più ampio.

Moda e abbigliamento

Il settore della moda e dell’abbigliamento rappresenta un altro pilastro dell’e-commerce in Italia. Le vendite online di abbigliamento, accessori e calzature sono cresciute costantemente, grazie alla possibilità di esplorare un vasto catalogo di prodotti e alla convenienza delle politiche di reso facili e gratuite.

I consumatori italiani sono sempre più propensi a fare acquisti di moda online, attratti da offerte esclusive e dalla possibilità di accedere a marchi internazionali che potrebbero non essere disponibili nei negozi fisici locali. Le piattaforme di moda e-commerce offrono spesso strumenti avanzati di ricerca e raccomandazione, che aiutano gli utenti a trovare facilmente ciò che cercano, migliorando l’esperienza di acquisto complessiva.

Un altro fattore che ha contribuito alla crescita di questo settore è l’uso diffuso dei social media come vetrine digitali. Brand e designer utilizzano Instagram, Facebook e altre piattaforme per presentare le loro collezioni, interagire con i clienti e promuovere le vendite online.

Alimentari e prodotti di largo consumo

Il settore degli alimentari e dei prodotti di largo consumo è forse quello che ha visto la trasformazione più drastica. Prima della pandemia, fare la spesa online era un’abitudine di nicchia, ma le restrizioni e le preoccupazioni per la salute pubblica hanno spinto sempre più persone a rivolgersi ai supermercati online.

L’e-commerce di alimentari ha visto un aumento vertiginoso delle vendite, con i consumatori che apprezzano la possibilità di ricevere a domicilio una vasta gamma di prodotti, dagli alimenti freschi ai beni di prima necessità. Le piattaforme di consegna di cibo hanno ampliato il loro servizio per includere non solo ristoranti e fast food, ma anche supermercati, permettendo ai consumatori di fare la spesa completa senza uscire di casa.

Questa tendenza ha portato a un incremento degli investimenti nella logistica e nelle infrastrutture da parte delle aziende di e-commerce, per garantire consegne rapide ed efficienti. Inoltre, molti rivenditori hanno migliorato le loro piattaforme online, offrendo interfacce user-friendly e opzioni di pagamento sicure per attirare e mantenere i clienti.

Tecnologia ed elettronica

Un altro settore che ha visto una crescita impressionante nell’e-commerce è quello della tecnologia e dell’elettronica. La crescente domanda di dispositivi elettronici, come smartphone, computer portatili, tablet e gadget smart, ha alimentato le vendite online.

I consumatori sono attratti dalle offerte competitive e dalla possibilità di leggere recensioni e confrontare i prodotti prima di effettuare un acquisto. Le piattaforme di e-commerce di tecnologia spesso offrono sconti significativi e promozioni speciali, rendendo l’acquisto online un’opzione più conveniente rispetto ai negozi fisici.

Inoltre, l’e-commerce ha reso più accessibili le ultime innovazioni tecnologiche, permettendo ai consumatori di acquistare prodotti high-tech direttamente dai produttori o dai rivenditori specializzati. Questo ha contribuito a un aumento della fiducia nelle piattaforme di e-commerce, visto che i consumatori possono facilmente restituire o sostituire i prodotti in caso di problemi.

Arredamento e design per la casa

Il settore dell’arredamento e del design per la casa è un altro campo che ha beneficiato enormemente dall’e-commerce. La possibilità di esplorare un vasto assortimento di mobili e articoli di design per la casa online ha rivoluzionato il modo in cui i consumatori arredano i loro spazi.

Le piattaforme di e-commerce per l’arredamento offrono una varietà di opzioni, dai mobili di alta gamma agli articoli più economici, permettendo ai consumatori di trovare soluzioni adatte a ogni budget. Inoltre, molte di queste piattaforme offrono servizi aggiuntivi, come la progettazione personalizzata e la consegna a domicilio, migliorando l’esperienza di acquisto complessiva.

L’acquisto di mobili online è reso più facile grazie alle descrizioni dettagliate dei prodotti, alle immagini ad alta risoluzione e alle recensioni dei clienti. Questo permette ai consumatori di fare scelte informate e di essere sicuri della qualità dei prodotti che acquistano.

La crescita esponenziale dell’e-commerce in Italia è un fenomeno che ha toccato diversi settori, portando a un cambiamento significativo nelle abitudini di acquisto dei consumatori. Dalla cosmetica alla moda, dagli alimentari alla tecnologia, fino all’arredamento, ogni settore ha visto aumentare la propria presenza online, grazie alla comodità e alla vasta gamma di opzioni offerte dalle piattaforme di e-commerce.

La continua evoluzione delle tecnologie digitali e delle strategie di marketing promette di sostenere ulteriormente questa crescita, rendendo l’e-commerce un componente sempre più centrale nel panorama commerciale italiano.

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La deplezione dell’Io

di SKA su Cultura il 19 Giugno 2024, 21:16

La deplezione dell’Io è un fenomeno psicologico discusso ampiamente da Daniel Kahneman nel suo libro “Pensieri lenti e veloci”. Questo concetto si riferisce all’esaurimento delle risorse mentali necessarie per esercitare l’autocontrollo e prendere decisioni razionali. Secondo Kahneman, la mente umana opera attraverso due sistemi distinti: il Sistema 1, rapido e intuitivo, e il Sistema 2, lento e deliberato. La deplezione dell’Io si verifica quando il Sistema 2 viene sovraccaricato e non riesce più a funzionare efficacemente, portando a decisioni impulsive e meno razionali.

La metafora del muscolo viene spesso utilizzata per spiegare la deplezione dell’Io. Proprio come un muscolo che si affatica con l’uso, anche la forza di volontà si esaurisce con l’uso continuo. Studi condotti da Roy Baumeister e colleghi hanno dimostrato che l’autocontrollo è una risorsa limitata. In uno degli esperimenti, i partecipanti che dovevano resistere alla tentazione di mangiare biscotti al cioccolato mostravano una minore capacità di persistere in compiti successivi che richiedevano autocontrollo, rispetto a quelli che non dovevano resistere a tale tentazione (Baumeister et al., 1998).

Questi studi suggeriscono che la capacità di esercitare l’autocontrollo diminuisce con l’uso, portando a una maggiore probabilità di comportamenti impulsivi e scelte meno ponderate man mano che la giornata procede. La deplezione dell’Io ha implicazioni significative per la comprensione del comportamento umano, specialmente in contesti di alta pressione e stress, dove l’autocontrollo è costantemente messo alla prova.

La società moderna, con le sue richieste incessanti e il culto della produttività, amplifica questo fenomeno. La continua necessità di prendere decisioni, mantenere l’autocontrollo e resistere a distrazioni e tentazioni quotidiane porta a un esaurimento rapido delle risorse mentali. Questo effetto è ulteriormente aggravato dall’iperconnessione digitale e dall’overload informativo, che sovraccaricano il Sistema 2 e riducono la capacità di mantenere un autocontrollo efficace.

La deplezione dell’Io non ha solo ripercussioni individuali ma può anche avere effetti significativi sulla società civile. La riduzione della capacità decisionale tra i cittadini può influenzare le loro scelte politiche, civili e amministrative. Quando le risorse mentali sono esaurite, gli individui sono meno inclini a impegnarsi in processi di pensiero complessi e critici, optando invece per soluzioni rapide e intuitive che possono non essere le migliori a lungo termine.

Ad esempio, uno studio condotto da Shai Danziger, Jonathan Levav e Liora Avnaim-Pesso nel 2011 ha evidenziato come la deplezione dell’Io influenzi le decisioni giudiziarie. I giudici, dopo aver preso decisioni complesse per diverse ore, tendevano a optare per la scelta più semplice e meno impegnativa, come negare la libertà condizionale, man mano che la giornata progrediva. Questo studio suggerisce che la deplezione delle risorse mentali può portare a decisioni meno ponderate e più conservatrici.

Allo stesso modo, i cittadini esausti mentalmente potrebbero affidarsi a scorciatoie cognitive, come il voto basato su slogan semplicistici o la fiducia cieca in figure autoritarie, piuttosto che impegnarsi in un’analisi critica delle politiche e dei candidati. Questo fenomeno può minare i processi democratici, poiché decisioni importanti vengono prese in modo meno informato e ponderato, aumentando il rischio di polarizzazione e instabilità politica.

Inoltre, la capacità ridotta di prendere decisioni ponderate può portare a un coinvolgimento civico diminuito. Quando le persone sono mentalmente esauste, sono meno propense a partecipare attivamente a dibattiti pubblici, campagne elettorali o iniziative civiche, indebolendo così la partecipazione democratica e la coesione sociale.

La deplezione dell’Io rappresenta una sfida non solo per gli individui, ma anche per la società nel suo complesso. Comprendere questo fenomeno e le sue implicazioni può aiutare a sviluppare strategie per sostenere la capacità decisionale dei cittadini, promuovendo una partecipazione più consapevole e attiva nella vita politica e civile.

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L’illusione della meritocrazia

di SKA su Cultura il 2 Giugno 2024, 16:54

La questione del merito continua a ritornare prepotente nella conversazione politica – e non solo – in Italia: si adatta perfettamente a quella storia che vorrebbe i meritevoli del nostro paese schiacciati e allontanati dai luoghi di potere. È un mantra recitato con fervore quasi religioso, invocato per giustificare riforme, politiche e, spesso, per mascherare altrettante ingiustizie. Ma di quale merito parliamo? Chi lo misura, questo merito? Chi lo certifica? In che modo? E come, il merito, si può per esempio parametrare rispetto alle condizioni di partenza?

Giova ricordare che “meritocrazia” è un termine inventato da un sociologo, Michael Young, che ha scritto un romanzo distopico, “L’avvento della meritocrazia”. Giova anche ricordare che nel libro di Young la meritocrazia – un sistema di governo che regola la posizione delle persone nella società in base a quoziente intellettivo e attitudine al lavoro – si traduce in una società classista, di casta, «in cui la grande maggioranza è umiliata ancora più sottilmente».

Per iniziare, dobbiamo confrontarci con il fatto che il merito è, per sua natura, un concetto sfuggente. Chi decide cosa costituisce il merito? È il punteggio di un test, una valutazione di performance, un risultato accademico? E, ancora più importante, chi costruisce questi test, chi assegna le valutazioni, chi stabilisce i criteri di eccellenza? È impossibile sfuggire all’idea che ogni misura del merito sia, in ultima analisi, un costrutto umano e, come tale, intriso di pregiudizi, aspettative e, inevitabilmente, potere.

Consideriamo l’esempio delle scuole e delle università. Sì, ci sono esami e voti, ma chi può negare che il background socioeconomico, l’accesso a risorse educative, il supporto familiare e un’infinità di altri fattori influenzino i risultati? La meritocrazia, in questo contesto, rischia di diventare semplicemente una giustificazione per perpetuare il privilegio: un sistema che finge di premiare il merito, ma in realtà premia il punto di partenza.

La visione distopica di Young ci avverte che un sistema meritocratico, lungi dall’essere un paradiso equo e giusto, può degenerare in una società ancora più ingiusta. La promessa di un riconoscimento basato esclusivamente sulle capacità individuali ignora deliberatamente il contesto sociale, storico e culturale in cui queste capacità si sviluppano. Le persone sono valutate e premiate non solo per ciò che fanno, ma per le opportunità che hanno avuto di fare.

In questo scenario, coloro che falliscono sono non solo svantaggiati, ma anche colpevolizzati. La meritocrazia crea una narrativa in cui il fallimento non è più un prodotto di circostanze sfavorevoli, ma una mancanza personale. Questo è il lato oscuro della meritocrazia: umilia sottilmente e persistentemente coloro che non riescono a soddisfare i suoi standard arbitrari.

Immaginiamo la vita quotidiana in una società veramente meritocratica. Ogni interazione, ogni decisione, ogni opportunità è rigorosamente misurata e valutata. La pressione di performare continuamente secondo standard elevati crea un ambiente di competizione costante, dove l’umanità e la compassione sono sacrificate sull’altare dell’efficienza e del rendimento. La meritocrazia, da utopia, si trasforma in una distopia dove il valore umano è ridotto a una serie di metriche impersonali.

E qui risiede l’ironia più profonda: in un mondo ossessionato dal merito, rischiamo di perdere di vista ciò che realmente conta. La creatività, l’empatia, l’integrità – tutte queste qualità intrinseche sfuggono alla rigida misurazione del merito. In una società che misura il valore umano esclusivamente in termini di risultati tangibili, perdiamo la ricchezza della diversità umana e la profondità delle esperienze che non possono essere quantificate.

Alla fine, la meritocrazia ci invita a riflettere sulla natura del successo e della giustizia. Forse, invece di inseguire un’ideale di merito puro e immacolato, dovremmo concentrarci su come creare una società che valorizzi veramente tutti i suoi membri, riconoscendo e supportando le diverse forme di talento e capacità. Invece di cercare di misurare e classificare ogni aspetto della vita umana, potremmo cercare di creare opportunità autentiche e inclusive per tutti.

Perché, alla fine, il merito non dovrebbe essere un bastone con cui colpire chi non è riuscito a raggiungere un ideale astratto, ma una bussola che ci guida verso una società più giusta ed equa.

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Internet al centro di tutto: i motivi del successo

di Camerata Stizza su Marketing il 22 Febbraio 2024, 16:37

L’avvento di Internet ha segnato un’epoca di straordinaria trasformazione, influenzando profondamente ogni aspetto della vita quotidiana e del tessuto sociale su scala globale. La sua capacità di collegare persone, facilitare lo scambio di informazioni, e rivoluzionare settori interi lo ha reso un pilastro fondamentale della società moderna. In un mondo sempre più interconnesso, Internet ha assunto un ruolo centrale, diventando un elemento indispensabile per individui e organizzazioni.

La democratizzazione dell’accesso all’informazione

Il primo e forse più significativo impatto di Internet è stato la democratizzazione dell’accesso all’informazione. Prima della sua diffusione, le conoscenze erano spesso circoscritte a chi aveva accesso a biblioteche ben fornite, istituzioni accademiche o a reti professionali esclusive. L’introduzione di Internet ha spazzato via queste barriere, rendendo l’informazione disponibile a chiunque con una connessione a rete. La portata di questa rivoluzione è immensa: studenti in aree remote possono accedere a lezioni di università prestigiose, appassionati di ogni campo possono approfondire le loro conoscenze senza limiti, e le notizie circolano liberamente, superando confini geografici e politici. Questa apertura ha favorito un’era di illuminazione digitale, dove il sapere non è più un privilegio ma un diritto accessibile a tutti.

Rivoluzione nello shopping online

Parallelamente, il commercio elettronico ha trasformato radicalmente il modo in cui consumiamo. La possibilità di acquistare prodotti e servizi senza lasciare la comodità della propria abitazione ha rivoluzionato le abitudini di acquisto. Le donne, ad esempio, possono ora navigare attraverso un’infinita varietà di prodotti di bellezza, dai blush migliori alle ultime novità in fatto di cosmetici, come i blush in crema, trovando esattamente ciò che cercano. Questa esperienza personalizzata si estende oltre i confini del genere: gli uomini possono facilmente esplorare attrezzature sportive, gadget tecnologici o abbigliamento, beneficiando della stessa facilità di accesso e personalizzazione. Il commercio elettronico non solo ha ampliato il raggio di scelta disponibile per i consumatori ma ha anche stimolato la competitività tra i produttori, migliorando la qualità e riducendo i costi.

La trasformazione del mondo del lavoro

Sul fronte professionale, Internet ha introdotto cambiamenti rivoluzionari, rendendo il telelavoro una realtà per un numero crescente di professionisti e aprendo le porte all’economia gig. Questa flessibilità lavorativa ha migliorato l’equilibrio tra vita professionale e personale per molti, offrendo nuove opportunità di carriera indipendentemente dalla posizione geografica. Aziende di ogni dimensione sfruttano ora le potenzialità del digitale per operare su scala globale, reclutando talenti da ogni angolo del pianeta e promuovendo un ambiente lavorativo più inclusivo e diversificato. Questa evoluzione continua a sfidare le tradizionali nozioni di ufficio, orario di lavoro e persino di carriera, stimolando una costante innovazione nel modo in cui concepiamo e organizziamo il lavoro.

Innovazioni nei servizi finanziari

Nel settore finanziario, l’avvento di Internet ha portato a innovazioni senza precedenti. Il banking online, le criptovalute, e le piattaforme di investimento digitale hanno reso le transazioni finanziarie più veloci, sicure e accessibili. Questi servizi hanno abbattuto le barriere all’ingresso per gli investitori individuali e hanno offerto nuove modalità per gestire le finanze personali e aziendali. L’ascesa del fintech ha stimolato le banche tradizionali a innovare, migliorando l’esperienza utente e ampliando la gamma di servizi offerti. Questo ambiente in rapida evoluzione promette di rendere il mondo finanziario sempre più integrato, efficiente e democratico.

L’impatto sulla comunicazione e sui media

Infine, ma non meno importante, Internet ha rivoluzionato la comunicazione e i media. I social media hanno dato voce a miliardi di persone, permettendo la condivisione di idee, opinioni e storie su scala globale. Questa piattaforma globale ha reso la comunicazione più diretta e personale, collegando individui di diverse culture e sfondi in modi prima inimmaginabili. Allo stesso tempo, i media tradizionali si sono trasformati, adattandosi all’era digitale con contenuti online, giornalismo partecipativo e nuovi modelli di business. Questa trasformazione continua a sfidare le nostre percezioni di privacy, verità e responsabilità sociale, mentre navighiamo in un mondo dove le informazioni sono sempre disponibili e immediatamente condivisibili.

La rivoluzione digitale guidata da Internet è lungi dall’essere conclusa. Ogni giorno emergono nuove tecnologie, applicazioni e servizi che continuano a plasmare il nostro modo di vivere, lavorare e interagire. L’accesso universale a questa potente risorsa rimane una priorità, poiché promette di elevare ulteriormente il potenziale umano, stimolare l’innovazione e costruire una società più connessa e informata. La storia di Internet è ancora in fase di scrittura, e il suo vero impatto sulla società umana si dispiegherà nei decenni a venire.

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Gran Premio d’Italia: non perdere l’occasione di vedere la Formula 1 dal vivo

di SKA su Marketing il 11 Dicembre 2023, 16:17

Che dire, la Formula 1 è uno di quegli sport che continua ad appassionare i tifosi di tutto il mondo. Si basti pensare che in Italia è il secondo sport più seguito, preceduto soltanto dal calcio, un rivale difficile da battere nel nostro Paese.

Il Gran Premio d’Italia si svolgerà a Monza tra l’1 e il 3 settembre 2023, quindi perché non approfittare di questo evento per vedere da vicino i più famosi bolidi della velocità?

Stagione 2023/2024: top e flop dopo metà campionato

Nella stagione attuale di Formula 1 sarà difficile se non impossibile che qualcuno possa battere l’attuale leader della classifica: Max Verstappen. Il pilota olandese con la sua imbattibile (per il momento) Red Bull, sta facendo sognare i suoi connazionali dei Paesi Bassi. A soli 25 anni – tra poco più di un mese ne compirà 26 -, questo campione sta dimostrando da qualche anno di voler abbattere ogni record, e di voler diventare il miglior pilota di Formula 1 di sempre.
Questa stagione sembra essergli particolarmente favorevole, e con i suoi 314 punti sembra ormai già irraggiungibile per qualunque altro pilota.
Se volete vedere questo fenomeno correre dal vivo, affrettatevi ad accaparrarvi i vostri Biglietti F1.

Una piacevole sorpresa per questa stagione è Fernando Alonso, che all’alba dei suoi 42 anni sta facendo sognare i tifosi dell’Aston Martin.

Hamilton per ora non si è visto molto, è al momento quarto in classifica con 148 punti e forse pensa già a quando dovrà lasciare il mondo dei motori, dedicandosi definitivamente alle sue molte attività esterne allo sport. Come sapete già, infatti, è un maestro di web marketing, e gli esperti di cui si è circondato negli ultimi anni lo supporteranno in tutto e per tutto anche dopo la fine della sua carriera automobilistica.

C’è poi Oscar Piastri, una piacevole sorpresa questo rookie, che sembra trovarsi sempre meglio con la sua McLaren; al contrario dell’amico olandese Nyck De Vries, addirittura licenziato dalla scuderia Alpha Tauri.
Se non altro questo evento ci dà la possibilità di rivedere il sempre sorridente Daniel Ricciardo, l’australiano che fino a poche settimane fa sedeva nel box Red Bull attendendo il momento buono per farsi rivedere al volante.

Anche Logan Sargeant per ora non si è visto molto, ma la stagione è ancora lunga e, come dimostrato dalla McLaren, i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo.

La classifica della Formula 1 ha un solo leader al momento, e forse la prima è l’unica posizione che non cambierà nel resto della stagione. Ma la lotta per il secondo e terzo posto è completamente aperta, e con un po’ di lavoro e fortuna, forse anche le nostre Ferrari riusciranno a partecipare a questa battaglia.

La corsa ai biglietti

Come sapete ci saranno tifosi provenienti da tutto il mondo, e se avete una curva o un rettilineo preferiti, non perdete l’opportunità di prenotare i vostri biglietti online proprio in quel settore, così da godervi appieno l’esperienza della Formula 1.

Non ci resta che augurarvi buona corsa, in tutti i sensi!

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L’angelo oscuro: Un Thriller Noir per ragazzi da non perdere

di SKA su Cultura, Marketing il 6 Novembre 2023, 16:21

Cari lettori appassionati di romanzi avvincenti, siete pronti per un’avventura straordinaria? “L’angelo oscuro” è un thriller per ragazzi che non potete permettervi di perdere. Scritto da Fabio Mascagna e illustrato da Valeria Troncarelli, questo romanzo pubblicato da Chiaredizioni è destinato a catturare il vostro cuore e la vostra immaginazione.

Un Thriller per Ragazzi e Non Solo

“Un grande classico della letteratura noir di Edgar Wallace rielaborato in chiave contemporanea. Una storia in bilico tra realtà e finzione che attinge da episodi realmente accaduti. Lydia e Thomas sono due ragazzi di 17 anni, amici da sempre, che si trovano nel mezzo di un verdetto in tribunale: il ricco padre di Thomas viene considerato colpevole di omicidio e condannato all’ergastolo. Ma dietro questa sentenza c’è lo zampino di una donna bellissima e senza scrupoli, Jane Blackwood, che tesse una trama per appropriarsi dell’eredità dei Meredith. Ci riuscirà?”

Mentre il genere noir solitamente evoca immagini di trame complesse e intrighi misteriosi, “L’angelo oscuro” aggiunge un tocco fresco al mix, portando questo stile appassionante direttamente ai lettori adolescenti. Il libro è una rivisitazione contemporanea di un classico della letteratura noir di Edgar Wallace, con una storia che oscilla tra realtà e finzione, attingendo da episodi realmente accaduti.

Ma c’è di più. Il romanzo parla dell’avventura di tre ragazzi, Lydia, Thomas, mentre cercano di affrontare le sfide dell’età adulta. È un racconto che si muove tra vicende realmente accadute e narrazioni finzionali, tutto intrecciato in un’esperienza che richiama emozioni autentiche.

Un capitolo di impegno e passione

“Chiaredizioni” è l’editore che ha reso possibile questo progetto, parte integrante di Gruppo Editoriale IlViandante-Chiaredizioni. Il loro supporto è stato fondamentale nel dare vita a questa storia.

Un Mondo di Contrasti

Il romanzo esplora temi profondi, quali la solitudine, la ricerca di amicizie autentiche e l’approccio cauto a un mondo che talvolta ci costringe a guardarlo con diffidenza, anche quando desideriamo abbracciarlo con occhi pieni di speranza.

Il meglio deve ancora arrivare

Mentre “L’angelo oscuro” fa il suo ingresso nel mondo, ci auguriamo il meglio possibile per questa avventura letteraria. Sia che siate un adolescente in cerca di una storia coinvolgente o un adulto desideroso di scoprire un nuovo thriller con una prospettiva fresca, questo libro ha qualcosa di speciale da offrire.

Il libro è disponibile per l’acquisto su Amazon dal link sottostante.

In alternativa è possibile andare sul sito di Chiaredizioni, IBS, Mondadori, Feltrinelli o nel vostro store online preferito.

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Acquisti online: il successo del mondo beauty

di Camerata Stizza su Marketing il 24 Settembre 2023, 12:05

Nel ventunesimo secolo, la digitalizzazione ha portato un’evoluzione in molte aree della nostra vita quotidiana. Dal modo in cui ci connettiamo con gli altri, al modo in cui consumiamo notizie, fino alle nostre abitudini di shopping. L’industria della bellezza, in particolare, ha visto una straordinaria crescita nell’ambito dello shopping online. Questo settore, una volta dominato dai negozi fisici e dalle visite personalizzate ai punti vendita, oggi è profondamente influenzato dalle piattaforme online.

Il mondo beauty e la crescita esponenziale del commercio online

Il settore della bellezza ha sempre avuto un fascino particolare. La cura di sé e la ricerca della bellezza sono elementi innati in molti di noi. Con l’avvento di Internet, il mondo beauty ha ampliato i suoi orizzonti, permettendo alle persone di esplorare e acquistare prodotti da tutto il mondo. La facilità di accesso a recensioni, tutorial e consigli ha dato una nuova dimensione all’esperienza di acquisto.

Nel mare infinito delle proposte online, marche come “Nishane profumi” hanno guadagnato un posto d’onore tra gli appassionati. Questa marca, con la sua vasta gamma di fragranze, abbraccia sia note tradizionali che contemporanee.

Di particolare interesse è l’estratto profumato unisex Nishane Ani, ampiamente apprezzato nella comunità online per la sua distintiva essenza.

Le tendenze chiave nell’acquisto online di prodotti di bellezza

Esistono alcune tendenze chiave che hanno guidato la crescita dello shopping online nel settore della bellezza:

Personalizzazione

Le piattaforme online offrono esperienze personalizzate basate sulle preferenze e sul comportamento di acquisto degli utenti. Attraverso algoritmi intelligenti, suggeriscono prodotti che potrebbero interessare l’utente, migliorando così l’esperienza di shopping.

Virtual Try-On

La tecnologia ha permesso ai consumatori di provare virtualmente prodotti di bellezza come il trucco. Questo ha eliminato uno degli ostacoli principali allo shopping online per la bellezza: la capacità di vedere come un prodotto appare su di sé.

Sostenibilità

Molti consumatori online sono ora più consapevoli dell’ambiente e cercano marche sostenibili. L’industria della bellezza online ha risposto a questa crescente domanda fornendo opzioni ecologiche e sostenibili.

Sfide e opportunità nello shopping online per il mondo beauty

Nonostante la popolarità e la crescita, ci sono anche alcune sfide. La prima e più ovvia è la mancanza di contatto fisico con il prodotto. Per i prodotti di bellezza, in particolare, dove la consistenza, il colore e l’odore sono cruciali, questa può essere una grande barriera.

Tuttavia, ciò ha anche portato a nuove opportunità. Le aziende stanno sfruttando la tecnologia per colmare questo divario. Ad esempio, la realtà aumentata permette ora ai consumatori di provare virtualmente prodotti sul loro viso utilizzando solo la fotocamera del loro dispositivo.

Il futuro dello shopping online nel settore della bellezza

Guardando al futuro, l’industria della bellezza continuerà a evolversi e ad adattarsi alle nuove tendenze e tecnologie. La chiave del successo sarà l’abilità delle aziende di bilanciare l’innovazione tecnologica con l’autenticità e la genuinità, mantenendo sempre il cliente al centro dell’attenzione.

L’importanza della connessione emotiva con i clienti non può essere sottovalutata. Mentre la tecnologia può offrire nuove modalità di interazione, la base dell’industria della bellezza rimane la capacità di far sentire i consumatori belli, confidenti e speciali. In un mercato in continua evoluzione, le marche che riusciranno a combinare efficacemente tecnologia e empatia avranno sicuramente successo.

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La civiltà è un femore rotto

di SKA su Cultura il 30 Giugno 2023, 11:18

Un giorno, un giovane studente, colmo di curiosità e attese, si rivolse all’antropologa Margaret Mead con una domanda apparentemente semplice, ma ricca di implicazioni profonde: “Qual è il primo segno di civiltà che emerge in una cultura?” Il giovane, come molti di noi probabilmente avrebbero fatto, si aspettava risposte tangibili, legate a strumenti tecnologici primitivi come ami da pesca, vasi d’argilla o macine per il grano, simboli concreti di progresso.

Ma la risposta di Mead fu sorprendente e controintuitiva. Affermò che il primo segno di civiltà in una cultura antica era rappresentato da un femore rotto e poi guarito. A prima vista, questa risposta può sembrare sconcertante. Tuttavia, racchiude una profondità di significato che ci invita a riflettere su cosa significhi veramente essere civilizzati.

Nel regno animale, se una creatura si rompe una gamba, è destinata a morte certa. Incapace di sfuggire ai predatori o di raggiungere le risorse vitali, diventa una preda facile. Nessun animale sopravvive abbastanza a lungo con una frattura da consentire la guarigione dell’osso. La brutalità della natura non permette margini di errore o di vulnerabilità.

Al contrario, un femore rotto che guarisce rappresenta una testimonianza di cura e supporto. Significa che qualcuno è rimasto al fianco di colui che si è ferito, lo ha protetto, lo ha aiutato e sostenuto durante il processo di guarigione. Questa cura reciproca, questa solidarietà, costituisce, secondo Mead, il vero punto di partenza di ogni civiltà.

La visione di Mead ci costringe a riconsiderare le nostre metriche di civiltà. Nella società contemporanea, spesso misuriamo il progresso attraverso l’accumulo di beni materiali e tecnologici. Ma che valore hanno questi progressi se non siamo capaci di prendersi cura gli uni degli altri? Se la nostra civiltà non riesce a guarire e a sostenere i suoi membri più vulnerabili, possiamo davvero definirci civilizzati?

Il concetto di civiltà di Mead mette in discussione le fondamenta stesse del nostro pensiero. Ci invita a guardare oltre le superficialità del progresso materiale e a porre l’accento su empatia, amore e cura. In un’epoca segnata dal consumismo sfrenato e dallo sfruttamento delle risorse, queste parole suonano come una critica tagliente e, al tempo stesso, una guida per un futuro migliore.

Riflettendo su queste idee, emergono domande filosofiche profonde. Cosa significa essere veramente civilizzati? È possibile costruire una società sostenibile basata sulla cura reciproca anziché sulla competizione sfrenata? In un mondo sempre più frammentato e polarizzato, come possiamo coltivare la gentilezza e la compassione come tratti distintivi della nostra civiltà?

Queste domande richiedono un impegno sia personale che collettivo. Come individui, dobbiamo considerare il nostro ruolo nella costruzione di una società che abbracci i valori di cura e guarigione. Come comunità, dobbiamo lavorare insieme per creare spazi di supporto e solidarietà, promuovendo una cultura della cura che abbracci tutti i membri, senza eccezione.

Immaginiamo il femore rotto come una situazione di crisi o di sofferenza che può colpire chiunque in una comunità. È attraverso la risposta della società a questa situazione che emergono gli elementi essenziali della civiltà. Se la comunità riesce ad affrontare la situazione con empatia, supporto e cura, lavorando insieme per guarire il membro ferito, allora dimostra la sua civiltà autentica.

La guarigione del femore rotto rappresenta la possibilità di superare le divisioni e le barriere, di costruire connessioni significative e di creare un ambiente in cui ogni individuo è sostenuto e valorizzato. La metafora del femore rotto ci ricorda che la civiltà non si basa solo sulle realizzazioni materiali, ma sulla nostra capacità di prendersi cura gli uni degli altri e di guarire insieme.

In questa prospettiva, la società è vista come un organismo vivo, in cui ogni individuo è un membro importante che contribuisce alla salute e al benessere collettivo. La guarigione del femore rotto rappresenta la possibilità di trasformare le sfide e le difficoltà in opportunità di crescita e di sviluppo, sia per l’individuo che per l’intera comunità.

Attraverso la metafora del femore rotto, Margaret Mead ci invita a riflettere sul ruolo fondamentale della cura reciproca nella costruzione di una civiltà autentica. Ci spinge a considerare la guarigione non solo come un processo fisico, ma come un impegno sociale ed emotivo verso gli altri. La metafora ci ricorda che solo abbracciando la nostra vulnerabilità e coltivando la cura e l’empatia possiamo veramente costruire una società che valorizza la dignità e il benessere di tutti i suoi membri.

La visione di Mead ci offre un paradigma diverso per misurare il progresso e la civiltà. Ci invita a ripensare le nostre priorità e a riconoscere che la vera civiltà si manifesta nella capacità di una società di prendersi cura dei suoi membri, di sostenere i più deboli e di guarire insieme. 

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Berlusconi e l’Italia: ritratto di un magnate che ha privatizzato una democrazia

di SKA su Cose dette da altri, Notizie Commentate il 14 Giugno 2023, 12:45

Silvio Berlusconi avrebbe sicuramente adorato la copertura mediatica della sua morte. Anche perché non è proprio una “copertura”, ma una canonizzazione catodica a reti unificate.

La processione di volti, filmati, aneddoti, elogi e ricordi è martellante in qualsiasi rete, a qualsiasi ora. Il ritratto che emerge è quello di un santo poliedrico, che è stato contemporaneamente un imprenditore geniale, un uomo di famiglia amorevole, un innovatore, un arci-italiano, un rivoluzionario politico, uno statista, un padre della patria e un gigante della storia.

Come ogni santo, ripetono i fedeli, anche Berlusconi è stato perseguitato in vita: dalle “toghe rosse” che l’hanno “aggredito” incessantemente perché mosse dall’invidia; e più in generale da chiunque non lo amasse incondizionatamente.

In sostanza, l’agiografia post-mortem ha scolpito nella pietra tutti i capisaldi della propaganda berlusconiana. Per certi versi, è come trovarsi di fronte alla brochure dal retrogusto nordcoreano che veniva inviata per posta – amplificata però all’ennesima potenza.

Il revisionismo è talmente plateale da risultare straniante: quella di Berlusconi risulta infatti una vita immacolata, priva di sbavature, scevra di contraddizioni e senza la minima ombra.

Ma sappiamo che non è assolutamente così. E visto che la memoria in questo paese è sempre repentina e selettiva, vale la pena fare un breve ripasso della figura imprenditoriale, politica e culturale di Berlusconi.

Anzitutto, com’è accertato in varie sedi, il suo impero economico e mediatico è stato costruito con capitali di provenienza opaca (per usare un eufemismo), reati finanziari, frodi fiscali, pagamenti a Cosa Nostra, iscrizioni a logge massoniche eversivecorruzione di pubblici ufficiali e intrallazzi con la politica – su tutti Bettino Craxi.

Non a caso, i suoi più stretti collaboratori hanno commesso reati piuttosto gravi. Giusto per fare due esempi: Marcello Dell’Utri è stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa; e Cesare Previti per corruzione in atti giudiziari.

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Shopping online: quali sono i settori che performano meglio?

di SKA su Marketing il 25 Maggio 2023, 10:57

Il settore dell’e-commerce sta vivendo un periodo di crescita e di espansione senza precedenti. Questa evoluzione è dovuta a una serie di fattori tra cui la crescente familiarità con la tecnologia da parte dei consumatori, la comodità di fare acquisti senza uscire di casa, e l’abilità degli operatori del settore di fornire un’esperienza di shopping online sempre più personalizzata e accattivante. In questo contesto, alcuni settori si stanno dimostrando particolarmente vivaci e attivi, dando vita a tendenze interessanti e importanti da monitorare.

I settori leader dell’e-commerce

Tra i settori che stanno guidando la crescita dell’e-commerce, spicca quello della moda. Abbigliamento e accessori, infatti, costituiscono da sempre una delle categorie di prodotti più acquistate online. La possibilità di sfogliare un vasto assortimento di articoli, confrontare i prezzi e leggere le recensioni dei clienti ha reso lo shopping online di moda una scelta sempre più popolare per i consumatori di tutto il mondo.

L’e-commerce nel settore della cosmesi

Un altro settore che sta mostrando una forte crescita nel panorama dell’e-commerce è quello della cosmesi. Il desiderio dei consumatori di prendersi cura della propria persona, combinato con la comodità di fare acquisti da casa, ha contribuito a rendere la vendita online di prodotti cosmetici uno dei settori più dinamici. Ad esempio, i profumi Davidoff sono molto ricercati online, grazie alla reputazione di qualità e stile che il marchio ha costruito nel corso degli anni.

I prodotti di bellezza più richiesti online

Tra i prodotti di bellezza più richiesti online, spiccano i profumi. Questi prodotti rappresentano un acquisto di lusso accessibile per molti consumatori, che apprezzano la possibilità di scegliere tra una vasta gamma di fragranze senza dover uscire di casa. Un esempio di un profumo popolare acquistato online è Davidoff Cool Water Woman, che con la sua fresca fragranza è diventato un vero e proprio simbolo di femminilità moderna.

L’e-commerce nel settore dell’elettronica

Il settore dell’elettronica è un altro pilastro dell’e-commerce. Dalla più recente tecnologia per lo streaming video ai dispositivi per la smart home, l’acquisto online di prodotti elettronici è diventato la norma per molti consumatori. Anche in questo caso, la vastità di scelta, i prezzi competitivi e la comodità della consegna a domicilio sono elementi che contribuiscono al successo dell’e-commerce in questo settore.

Tendenze emergenti nel commercio elettronico

Oltre ai settori che hanno dimostrato un’evidente crescita e popolarità, è importante tener d’occhio le nuove tendenze che emergono nel panorama dell’e-commerce. Ad esempio, il settore dell’arredamento e dell’oggettistica per la casa sta vivendo una crescita significativa, probabilmente alimentata dall’aumento del telelavoro e dalla conseguente necessità di creare ambienti domestici più funzionali e confortevoli.

Inoltre, il settore dell’alimentazione e delle bevande sta assistendo a un incremento dell’e-commerce, con un numero sempre maggiore di consumatori che scelgono di fare la spesa online o di ordinare cibo e bevande per la consegna a domicilio. Anche il settore del fitness sta sperimentando un boom di vendite online, con attrezzature per l’esercizio fisico, integratori alimentari e abbigliamento sportivo tra i prodotti più richiesti.

Guardando al futuro, l’e-commerce si preannuncia come un settore in continua crescita e trasformazione. L’innovazione tecnologica e l’evoluzione delle abitudini dei consumatori continueranno a influenzare e modellare il modo in cui facciamo acquisti online.

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Come organizzare una gita in moto a basso impatto ambientale

di Reverendo SenzaDio su Marketing il 16 Maggio 2023, 09:49

Le gite in moto hanno diversi vantaggi, tra cui le prerogative del mezzo stesso: a cavallo di una due ruote ci si sente immersi completamente nel paesaggio. Ecco perché le gite in moto si organizzano nei paesaggi più belli e affascinanti, dai passi alpini alle strade costiere – tutte località caratterizzate tra l’altro da bellissimi tornanti e punti panoramici. Anche una gita in moto può essere la scusa per organizzare un viaggio planet friendly, con le giuste accortezze. In questa guida vedremo come pianificare un viaggio a basso impatto ambientale a cavallo di una moto.

Moto elettriche e altre diavolerie

Quello della mobilità elettrica è un mercato in fortissima ascesa. Probabilmente è la cartina tornasole del progresso che avanza, dato che al momento e uno dei pochi settori che cresce senza sosta e con il benestare (almeno apparente) dei governi mondiali. Non tutti lo sanno, ma oltre alle auto elettriche, nel mercato sono disponibili anche numerosi modelli di moto elettriche. Le moto alimentate da un motore elettrico funzionano esattamente come quelle tradizionali, con le stesse performance tecniche e le stesse tecnologie per la sicurezza. Anche gli obblighi di legge per guidare le moto elettriche sono identici: sulla moto è obbligatorio indossare il casco integrale. Inoltre, i motociclisti sono chiamati a munirsi dell’attrezzatura adatta, per esempio le protezioni di plastica per la schiena e per il collo. A prescindere dalla stagione, per i viaggi in moto è raccomandato un abbigliamento coprente: una giacca, pantaloni lunghi, scarpe chiuse e guanti se necessario. L’abbigliamento e gli accessori per la moto devono essere scelti con la giusta cura, in modo che siano resistenti ed effettivamente in grado di proteggere dalle intemperie e ridurre sensibilmente il rischio di fratture in caso di incidente.

Alberghi ecosostenibili
I viaggi eco-friendly in moto non possono che comprendere il soggiorno in un albergo a basso impatto ambientale. Alcune strutture ricettive sono addirittura certificate, e assicurano ai propri ospiti un’esperienza ecosostenibile, sia dal punto di vista dei consumi che in termini di riciclo, arredi e forniture. Molti hotel ecocompatibili sorgono in mezzo alla natura, e sono stati costruiti con largo impiego del legno naturale, sia negli esterni che negli interni. Alcune strutture sono specializzate nell’accoglienza a una determinata categoria di viaggiatori, come gli escursionisti, gli sciatori e gli appassionati di mountain bike.

Ristoranti a km 0

Nel tuo viaggio a basso impatto ambientale non può mancare una sosta in un bel ristorante tipico. Che tu sia in Piemonte, in Alto Adige, sulla costiera amalfitana o in Sardegna, i ristoranti tipici rifletteranno la cultura della zona e i prodotti che storicamente caratterizzano i banchetti dei residenti. I ristoranti più eco-friendly in assoluto sono quelli che coltivano (e allevano, in alcuni casi) le proprie materie prime. Dai pomodori ai carciofi, dall’insalata alle zucche, l’orto può essere per l’esercizio commerciale anche una preziosa fonte di risparmio. Ma non è obbligatorio per potersi considerare amici dell’ambiente: è sufficiente acquistare le materie prime dai produttori locali, riducendo così le emissioni nocive relative al trasporto.

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Gli e-commerce trainano la ripresa del turismo in Italia

di SKA su Marketing il 12 Maggio 2023, 14:47

È il settore del commercio online a trainare la ripresa del turismo nel nostro Paese. Ad affermarlo è stata una ricerca condotta dall’Istituto di Ricerca IRCM, secondo cui nel solo 2022 il canale del turismo online avrebbe generato oltre 28 miliardi di euro di ricavi in Italia: un balzo del 4% rispetto al 2019, che fu l’ultima stagione segnata dalla crescita del turismo prima del collasso provocato dalla pandemia. A confermare il successo dei viaggi acquistati tramite il web è il trend del 2023, che secondo le proiezioni dovrebbe chiudere addirittura con un +11% rispetto al 2022, garantendo introiti pari a 31 miliardi di euro (circa il 15% in più rispetto al 2019).

Il settore degli e-commerce è in crescita ma è necessario affidarsi a veri professionisti

Per affermarsi in un universo così competitivo e gestire un portale e-commerce in grado di fatturare esattamente come previsto in fase di pianificazione degli obiettivi, è fondamentale affidarsi a professionisti in grado di creare e manutenere un sito web nel migliore dei modi. Tra le aziende più interessanti del panorama italiano figura Evisole, una digital agency con 20 anni d’esperienza alle spalle e un bagaglio di conoscenze davvero elevato. Passione e ambizione contraddistinguono l’operato dei componenti di un gruppo giovane e dinamico, che crede ciecamente nel web e nella sua capacità di creare economia e migliorare la quotidianità delle persone. Evisole è specializzata nella realizzazione di siti web ed e-commerce, nella gestione dei social media aziendali, nella migrazione di siti già esistenti, nella pianificazione delle campagne di posizionamento. Inoltre, offre consulenze e formazione digitale. Un e-commerce raggiunge la sua massima utilità soltanto quando integrato con software gestionali e siti di vendita online già affermati. Ecco spiegato il motivo per cui Evisole elenca tra le proprie strategie anche l’integrazione degli shop online sia con il gestionale che con realtà come Ecommerce in rampa di lancio o negozi destinati a soddisfare le esigenze del mercato italiano.

La ripresa del turismo e il ruolo di Internet

In base ai dati forniti dall’analisi di IRCM, tra le tendenze in atto prevale la propensione a valutare e ad acquistare i viaggi online: il 74% di chi si sposta per lavoro o per piacere utilizza esclusivamente il web, sia per trarre ispirazione in termini di alloggi e destinazioni da visitare, sia per prenotare quanto scelto. Solo il 4% dei viaggiatori, invece, usa ancora i canali offline, mentre il 22% è solito impiegare sia gli e-commerce che i canali offline. Dalla ricerca è emerso anche come i turisti che pianificano viaggi e soggiorni su Internet preferiscano i siti web alle app. Queste ultime sono spesso penalizzate dalla necessità di scaricarle prima di poterle usare, ma soprattutto dalla frequente mancanza di memoria libera nei dispositivi mobili in uso. In ogni caso, i viaggiatori di oggi sono altamente digitalizzati, tanto da preferire la prenotazione online alle soluzioni tradizionali: ad usare esclusivamente il web è il 65% dei turisti italiani. Per quanto riguarda i trasporti, la percentuale di chi usa soltanto i canali online raggiunge il 69%, mentre per gli alloggi la quota si attesta intorno al 61%.

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Tutti gli incredibili benefici della vitamina C per la pelle

di Reverendo SenzaDio su Marketing il 18 Aprile 2023, 18:47

 

Tutti conoscono i benefici della vitamina C per combattere i sintomi d’influenza e raffreddore. Non tutti sanno, però, che questo prezioso principio attivo è anche un alleato per la cura e bellezza della pelle. Sempre più usata in cosmetica, la vitamina C è un potente antiossidante che aiuta a neutralizzare i radicali liberi, contrasta gli effetti dannosi dell’esposizione ai raggi UV e all’inquinamento mantenendo la pelle liscia e luminosa. Scopriamo i motivi per cui tutti dovrebbero inserire la vitamina C nella propria skin-care quotidiana.

Vitamina C: un prodigio per la pelle

Iniziamo col dire che la vitamina C è un potente antiossidante che combatte i radicali liberi aiutando la pelle a rimanere giovane. Il nostro organismo, però, non la produce e dobbiamo assumerla attraverso una dieta varia ed equilibrata che comprenda alimenti ricchi di vitamina C come verdure a foglie verdi, pomodori, peperoni rossi, fragole arance e kiwi. Ed è qui che nasce un problema perché i nutrienti assunti con la dieta non arrivano nella parte più esterna dell’epidermide. La buona notizia? La vitamina C si può applicare in forma pura direttamente sulla pelle regalando risultati rapidi e immediatamente visibili. In commercio esistono sieri e creme con formulazioni e concentrazioni differenti. Le formule con vitamina C e acido ialuronico, ad esempio, sono perfette per ridurre rughe e segni d’espressione, quelle che contengono acqua termale danno una piacevole sensazione di freschezza e leggerezza, esistono poi quelle specifiche per contorno occhi e pelli sensibili. Dove acquistare i prodotti che contengono questo prodigioso ingrediente? Anche in questo caso la tecnologia ci viene incontro con piattaforme e-pharma come redcare che offrono a prezzi sempre vantaggiosi ampi cataloghi di creme e sieri a base di vitamina C per dare alla pelle un pieno di vitalità ed energia. Ma continuiamo con gli incredibili effetti benefici della la vitamina C. La vitamina C protegge dagli effetti nocivi dell’inquinamento, ha un effetto antinfiammatorio ed esfoliante che riduce i segni di acne e cicatrici, protegge la pelle dai danni provocati dai raggi UV schiarendo le macchie solari e la pigmentazione. Se ancora non bastasse, la vitamina C aumenta la produzione di collagene, sostanza fondamentale per contrastare i segni del tempo, e favorisce la produzione di ceramidi e lipidi che migliorano la naturale funzione di barriera della pelle mantenendola sana elastica e luminosa.

Beauty-routine alla vitamina C per una pelle giovane e luminosa

Quando si parla di skin-care con effetto antietà non si può fare a meno di parlare della vitamina C. Questa molecola, infatti, oltre a essere uno dei più potenti agenti antiossidanti inseriti nei cosmetici, ha un effetto immediato rivelando una pelle sorprendentemente luminosa già dopo poche applicazioni. Siero e crema alla vitamina C sono facili e veloci da applicare per questo non dovrebbero mai mancare nella beauty-routine quotidiana. Unica precauzione tenere il prodotto lontano da fonti di calore e luce. Per riscoprire la sensazione di una pelle tonica e luminosa, basta picchiettare delicatamente il siero sulla pelle pulita fino al suo completo assorbimento e poi semplicemente procedere con il make-up.

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Tik Tok e i problemi con la privacy

di SKA su Notizie Commentate il 24 Febbraio 2023, 12:50

Un dato di fatto: l’app e il social media di maggior successo al mondo, attualmente, è cinese. TikTok è un’applicazione che ha conquistato milioni di utenti in tutto il mondo, grazie ai suoi video divertenti, creativi e coinvolgenti. Tant’è che si parla più di un’app orientata all’intrattenimento, più che di social media. Ma il successo di TikTok è stato accompagnato da molte controversie e preoccupazioni sulla privacy e la sicurezza dei dati degli utenti.

Una delle principali preoccupazioni è che TikTok in quanto azienda privata cinese potrebbe essere soggetta al controllo del governo – e quindi del partito – cinese. Non è un segreto che la Cina abbia investito molte risorse per tenere fuori dai propri confini ed estromettere dal mercato le altre applicazioni concorrenti per consentire la crescita dei propri. Così come non è un segreto che il governo cinese abbia una forte influenza, per usare un eufemismo, nei confronti delle società private: tante altre aziende subiscono le ingerenze del partito o sono sotto controllo diretto. La storia di AliBaba e Jack Ma e la sua estromissione dall’azienda hanno fatto scattare più di qualche campanello d’allarme nella parte del mondo in cui domina il libero mercato.

Questo ha portato a preoccupazioni riguardanti la raccolta di dati degli utenti e il loro utilizzo da parte del governo cinese. Alcuni governi, come gli Stati Uniti e l’India, hanno addirittura vietato l’applicazione a causa di preoccupazioni sulla sicurezza nazionale. La notizia di queste ore è che anche la Commissione Europea e il Consiglio Europeo hanno vietato a tutti i dipendenti di tenere installata l’app di Tik Tok sul telefono: l’app dovrà essere disinstallata sia dai dispositivi aziendali che quelli personali. Il timore è che con quell’applicazione possano recuperare informazioni sensibili sui dipendenti.

Le aziende private cinesi, come TikTok, sono obbligate per legge a rispettare le richieste del governo cinese in materia di sicurezza nazionale e di informazioni sulle attività degli utenti. Ciò significa che se il governo cinese richiedesse informazioni sugli utenti di TikTok, l’azienda sarebbe obbligata a fornirle. È già successo: ByteDance, l’azienda che controlla l’app, ha ammesso di aver usato i dati per far localizzare giornalisti che avevano scritto articoli sgraditi alla piattaforma.

Se andiamo a leggere le policy sulla privacy di Tik Tok scopriamo che l’applicazione utilizza in modo molto spregiudicato i dati di chi lo utilizza.

“Il nostro sistema raccoglie automaticamente informazioni sull’utilizzo che fai dell’applicazione TikTok, tra cui il tuo indirizzo IP, le informazioni sul dispositivo (compreso il modello del dispositivo, il sistema operativo e la versione dell’applicazione), l’attività dell’applicazione, le informazioni sull’operatore mobile, il tempo trascorso nell’applicazione e l’utilizzo delle funzioni dell’applicazione.”

La privacy policy di TikTok indica inoltre che l’applicazione può raccogliere informazioni sulle tue interazioni con altri utenti, come i commenti, i messaggi diretti e i contenuti generati dall’utente.

Problema: in base a queste premesse la preoccupazione è che il governo cinese potrebbe utilizzare tutte quelle informazioni, a partire dalla localizzazione geografica, come strumento di spionaggio e sorveglianza. Pur avendo fornito delle blande rassicurazioni di fatto non risponde a nessuna legge o criterio della privacy delle persone.

Anche le altre applicazioni che utilizziamo – non solo social media – utilizzano i nostri dati, ma sono più funzionali a scopi di marketing e di advertising interne. Ma soprattutto, in particolare in Europa e negli Stati Uniti, esistono leggi e organismi, parlamenti che non – e non possono avere – controllo o ingerenze dirette su quelle aziende e su quei dati.

In Europa, le leggi sulla privacy sono forti e mirano a proteggere i dati personali degli utenti. La principale legge sulla privacy in Europa è il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), che è entrato in vigore nel 2018. Il GDPR impone alle aziende che raccolgono e utilizzano i dati personali degli utenti di rispettare una serie di norme rigorose, tra cui il consenso esplicito degli utenti per la raccolta e l’utilizzo dei dati, il diritto degli utenti di accedere ai loro dati personali e di richiederne la cancellazione.

Tuttavia, non tutti sono soddisfatti della protezione dei dati offerta dal GDPR. Alcuni sostengono che non sia abbastanza forte per proteggere completamente i dati personali degli utenti, mentre altri ritengono che le sanzioni per le violazioni della privacy non siano sufficientemente severe.

In ogni caso, è importante che gli utenti di TikTok e di altre applicazioni di social media siano consapevoli dei rischi per la privacy e che esercitino il loro diritto alla privacy e alla protezione dei dati. Il consiglio che viene dato in questi casi è quello di “leggere attentamente i termini di servizio”, ma viviamo nel mondo reale: chi li legge veramente? Fate attenzione a quello che viene condiviso e se non vi sentite a vostro agio nel fornire dati personali, disinstallate l’app. Si sopravvive lo stesso.

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Il marketing nel settore del make-up: come la pubblicità influisce sugli acquisti

di Camerata Stizza su Marketing il 26 Gennaio 2023, 13:57

Il settore del make-up è in continua evoluzione e la pubblicità gioca un ruolo fondamentale nella scelta degli acquisti dei consumatori. La pubblicità è uno strumento potente che permette di influire sui desideri e sulle esigenze dei consumatori, creando una domanda per i prodotti in questione. In questo articolo, esploreremo come la pubblicità influisce sugli acquisti di fondotinta e fondotinta coprente.

Perché la pubblicità è importante nel settore del make-up

La pubblicità è un’importante forma di comunicazione tra l’azienda e il consumatore. Attraverso la pubblicità, le aziende possono presentare i loro prodotti e le loro caratteristiche, mostrando come essi possono rispondere alle esigenze e ai desideri dei consumatori. Inoltre, la pubblicità consente alle aziende di creare un’immagine positiva per i loro prodotti, aumentando la loro reputazione e la loro visibilità sul mercato.

La pubblicità ha un notevole impatto sugli acquisti di prodotti come fondotinta, creme viso, correttori, cipria e tanto altro. Attraverso la pubblicità, le aziende possono presentare i loro prodotti come soluzioni perfette per coprire le imperfezioni della pelle e per ottenere un aspetto naturale e sano. Inoltre, la pubblicità può mostrare come i prodotti possono essere utilizzati per ottenere un determinato look, come ad esempio un trucco da giorno o un trucco da sera.

Social media e pubblicità

Le campagne pubblicitarie sui social media sono una forma efficace di promuovere i prodotti del make-up e raggiungere un pubblico ampio e mirato. I brand utilizzano i social media per creare campagne pubblicitarie che presentano i loro prodotti come soluzioni perfette per le esigenze e i desideri dei consumatori.

Le campagne pubblicitarie sui social media possono essere utilizzate per promuovere nuovi prodotti o per rilanciare prodotti esistenti. Ad esempio, un brand può creare una campagna pubblicitaria per presentare un nuovo fondotinta coprente come una soluzione ideale per coprire le imperfezioni della pelle e ottenere un aspetto naturale e sano. Oppure, un brand può creare una campagna pubblicitaria per rilanciare un fondotinta esistente, mostrando come esso può essere utilizzato per ottenere un determinato look, come ad esempio un trucco da giorno o un trucco da sera.

Le campagne pubblicitarie sui social media possono anche essere utilizzate per raggiungere un determinato target di consumatori. Ad esempio, un brand può creare una campagna pubblicitaria per raggiungere le donne di una certa età o di un certo gruppo etnico, presentando i loro prodotti come la soluzione ideale per le esigenze specifiche di questo target di consumatori.

I brand possono anche utilizzare i social media per creare campagne pubblicitarie interattive, come ad esempio concorsi e sondaggi, per incoraggiare i consumatori a partecipare e aumentare l’engagement con i loro prodotti. Inoltre, i brand possono utilizzare i social media per creare campagne pubblicitarie in tempo reale, come ad esempio durante un evento importante del settore del make-up, come ad esempio una sfilata di moda o un premio di bellezza, per catturare l’attenzione dei consumatori e creare un’immagine positiva per i loro prodotti.

Inoltre, i brand utilizzano spesso le piattaforme di social media per creare contenuti sponsorizzati, come video tutorial e post di blog, per mostrare come utilizzare i loro prodotti e creare un’immagine positiva per essi. Questi contenuti possono essere condivisi sui profili dei brand e sui profili degli influencer e testimonial, per raggiungere un pubblico ancora più ampio.

In generale, le campagne pubblicitarie sui social media sono un’efficace forma di promuovere i prodotti del make-up e raggiungere un pubblico mirato. I brand utilizzano queste campagne per presentare i loro prodotti come soluzioni perfette per le esigenze e i desideri dei consumatori, raggiungere un determinato target di consumatori, creare contenuti interattivi e sponsorizzati, e catturare l’attenzione dei consumatori durante eventi importanti del settore.

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Nel solco tra nozionismo e cultura c’è una cosa più importante: imparare a pensare

di SKA su Cultura il 25 Gennaio 2023, 11:07

“La cultura non è ciò che si sa, ma ciò che si fa.” – Erich Fromm

“La cultura è un’educazione al pensiero, alla comprensione, alla creatività, alla capacità di apprendere e di apprendere ancora.” – Paolo Freire

Mi ricordo di un episodio accaduto quando ero uno studente in erba. Molto entusiasta solamente per le cose che mi interessavano, anche se non lo davo a vedere perché più interessato a dare di me un’immagine da anticonformista scapestrato. Mi ero preparato per una lezione di storia con una lista di nozioni da imparare a memoria. Quando sono arrivato in classe, ho capito che non mi sarebbero servite a nulla ed ho iniziato un percorso di introspezione allo studio che fosse adeguato al mio modo di vedere il mondo (sbagliando, perché la maggior parte dei professori vuole delle nozioni imparate a memoria e basta.)

Questo approccio l’ho riscoperto molto più avanti durante uno dei primi corsi di tecniche del giornalismo che ho frequentato all’università. Il professore, invece di presentarci una lista di date e nomi da memorizzare, ci ha chiesto di guardare dei film e di scrivere un saggio su come i temi trattati nel film si relazionano alla storia. Ho avuto un attimo di destabilizzazione, ma il mio vecchio approccio mi è venuto subito in soccorso. Confrontandomi con gli altri studenti ho notato che loro faticavano a seguire questo approccio: non erano abituati a pensare criticamente e in modo creativo su un argomento, avevano solo la pretesa ed il conforto di imparare a memoria le nozioni.

L’obiettivo dello studio non era solo di avere una quantità di nozioni in testa, ma di saperle utilizzare, mettere in relazione e comprendere i fenomeni storici e culturali. La cultura è la capacità di comprendere il mondo che ci circonda e di agire in esso in modo efficace. Assorbire quei film e quei significati, più che le specifiche nozioni, ci avrebbe aiutato a mettere in relazione e comprendere i fenomeni del mondo. E così ho cominciato a cambiare il mio modo di vedere il sapere e molto più avanti anche di insegnare, cercando di incoraggiare l’apprendimento per esperienza e l’educazione alla creatività e al pensiero laterale.

La differenza tra nozionismo e cultura è spesso sottovalutata nell’ambito scolastico ed universitario.

Il nozionismo è l’enfasi sull’apprendimento di nozioni specifiche e sulla loro memorizzazione a breve termine, mentre la cultura è l’acquisizione di conoscenze più ampie e durature che ci permettono di comprendere il mondo che ci circonda e di agire in esso in modo efficace.

Il problema del nozionismo è che spesso porta a un apprendimento superficiale e privo di contesto, che non prepara gli studenti ad affrontare le sfide della vita reale. Inoltre, si concentra sulle nozioni invece che sullo sviluppo del pensiero critico e della creatività.

Uno studio recente pubblicato su “Educational Researcher” ha rilevato che i paesi che hanno un alto punteggio in test standardizzati, come il Programme for International Student Assessment (PISA), non necessariamente hanno una maggiore percentuale di studenti che diventano adulti creativi e innovativi.

In contrasto, una formazione culturale completa prepara gli studenti a diventare cittadini attivi e pensatori indipendenti, in grado di comprendere e risolvere problemi complessi. Inoltre, una formazione culturale incentrata sull’apprendimento per esperienza e sull’educazione alla creatività e al pensiero laterale, prepara gli studenti per le professioni del futuro, che richiederanno sempre più competenze trasversali e capacità di pensiero creativo.

Dobbiamo incoraggiare l’apprendimento per esperienza e l’educazione alla creatività e al pensiero laterale, oltre che alla memorizzazione di nozioni specifiche. Solo in questo modo possiamo preparare i nostri giovani ad affrontare le sfide del futuro e a diventare cittadini attivi e pensatori indipendenti.

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I rischi del Politainment: quando informazione e intrattenimento si mescolano

di SKA su Cultura, Marketing il 21 Dicembre 2022, 13:02

Il Politainment è una parola che unisce il concetto di “politica” e “intrattenimento”, e si riferisce alla tendenza sempre più diffusa di utilizzare l’intrattenimento come mezzo per veicolare messaggi politici o per trattare temi di attualità in modo leggero e accattivante. Questo fenomeno è stato particolarmente evidente negli ultimi anni, sia nei programmi televisivi che sui social media, dove c’è una forte pressione per creare contenuti che siano allo stesso tempo divertenti e condivisibili, ma che allo stesso tempo trasmettano un messaggio o un’agenda politica.

In un’epoca in cui l’attenzione del pubblico è sempre più frammentata e concorrenziale, il Politainment rappresenta un modo per catturare l’attenzione delle persone e per coinvolgerle in modo più profondo, sfruttando il potere emotivo e persuasivo dell’intrattenimento. Tuttavia, questa tendenza presenta anche dei rischi e delle sfide, poiché implica una fusione sempre più stretta tra informazione e intrattenimento, e può portare a una distorsione della realtà o a una manipolazione dell’opinione pubblica.

Uno dei modi in cui il Politainment si è manifestato in modo più evidente negli ultimi anni è attraverso l’utilizzo dei social media, dove i contenuti virali e le campagne di sensibilizzazione spesso si mescolano con la propaganda politica e le fake news. In questo contesto, il confine tra informazione e intrattenimento diventa sempre più sottile, e spesso è difficile per il pubblico distinguere ciò che è vero da ciò che è falso o manipolato.

Inoltre, l’evoluzione dell’intrattenimento digitale ha reso sempre più facile per i creatori di contenuti di raggiungere un pubblico globale, e ciò ha contribuito a diffondere il Politainment a livello mondiale. I programmi televisivi e i film che trattano temi di attualità o che promuovono un’agenda politica sono diventati sempre più popolari, e spesso vengono diffusi online attraverso piattaforme di streaming come Netflix o Hulu.

Tuttavia, nonostante il successo del Politainment, c’è anche una preoccupazione crescente per gli effetti che questa tendenza può avere sulla qualità dell’informazione e sulla nostra capacità di comprendere il mondo che ci circonda.

Sfide e dei rischi che questa tendenza presenta

Innanzitutto, c’è il rischio di una distorsione della realtà. Quando l’intrattenimento e la politica si mescolano, il risultato può essere una rappresentazione distorta o parziale dei fatti, che può portare a una comprensione errata della realtà o a una manipolazione dell’opinione pubblica. Ad esempio, se un programma televisivo o un film presenta una versione parziale o distorta di un evento storico o di un problema attuale, può influire sulla percezione che le persone hanno di quell’evento o di quel problema.

Inoltre, il Politainment può creare una dipendenza dall’intrattenimento, che può a sua volta portare a una disconnessione dalla realtà. Se le persone sono costantemente esposte a contenuti che mescolano informazione e intrattenimento, possono avere difficoltà a distinguere tra ciò che è vero e ciò che è falso, e possono anche diventare meno inclini a cercare fonti di informazione indipendenti o a fare domande critiche.

Infine, il Politainment può anche portare a una polarizzazione dell’opinione pubblica, poiché spesso i contenuti che veicolano messaggi politici o temi di attualità sono progettati per suscitare emozioni e coinvolgere le persone in modo profondo. Se questi contenuti tendono a presentare una visione unilaterale o a esasperare le differenze di opinione, possono contribuire a creare un ambiente polarizzato e divisivo.

Il Politainment rappresenta una tendenza che può avere sia vantaggi che svantaggi. Se utilizzato in modo responsabile e critico, può essere un modo efficace per catturare l’attenzione del pubblico e per trasmettere messaggi importanti. Tuttavia, è importante che il pubblico sia consapevole dei rischi e delle sfide che questa tendenza presenta, e che sia pronto a fare domande critiche e a cercare fonti di informazione indipendenti.

Soluzioni che possono essere adottate per affrontare i rischi e le sfide che questa tendenza presenta

Innanzitutto, è importante che i media e i creatori di contenuti abbiano una maggiore responsabilità nella rappresentazione accurata e equilibrata dei fatti e delle opinioni. Ciò significa che dovrebbero evitare di presentare una versione parziale o distorta della realtà, e dovrebbero invece cercare di fornire una panoramica completa e equilibrata dei diversi punti di vista.

Inoltre, è fondamentale che il pubblico sia educato a fare domande critiche e a cercare fonti di informazione indipendenti. Ciò significa che dovrebbero essere incoraggiati a verificare le fonti e a cercare più di una fonte per confermare la veridicità di una notizia o di un’opinione. Inoltre, dovrebbero essere incoraggiati a sviluppare il proprio senso critico e a valutare l’affidabilità e la coerenza di ciò che leggono o vedono.

Infine, è importante che ci sia una maggiore trasparenza e accountability nei media e nei social media, in modo che il pubblico possa avere una comprensione più chiara di come viene prodotto e diffuso il contenuto. Ad esempio, i media dovrebbero essere più trasparenti riguardo alle fonti di finanziamento e alle relazioni con gli inserzionisti, e i social media dovrebbero fornire maggiori informazioni su come vengono selezionati e promossi i contenuti.

In conclusione, il Politainment rappresenta una tendenza che ha il potenziale per coinvolgere e informare il pubblico in modo efficace, ma che presenta anche rischi e sfide importanti. Per affrontare queste sfide, è importante che i media e i creatori di contenuti abbiano una maggiore responsabilità e trasparenza, che il pubblico sia educato a fare domande critiche e a cercare fonti di informazione indipendenti, e che ci sia una maggiore accountability nei media e nei social media. Solo in questo modo potremo garantire che il Politainment sia una forza per il bene e non per il male.

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WTF?

Giornalista, web designer e pubblicitario. Da blog di protesta negli anni in cui i blog andavano di moda, questo spazio è diventato col tempo uno spazio di riflessione e condivisione. Per continuare a porsi le giuste domande ed informare se stessi.